CASALNUOVO: verso l’appello (1)

Aldo Bianchini

SALERNO – Il primo dato inquietante in tutta la “vicenda Casalnuovo” (il giovane buonabitacolese deceduto a causa della caduta dal suo motorino dopo non essersi fermato all’alt dei Carabinieri) è che ci sono voluti ben 423 giorni, dal lontano 5 luglio 2013 (data in cui è stata emessa la sentenza di assoluzione del maresciallo Cunsolo dall’accusa di aver provocato la caduta e la conseguente morte di Casalnuovo) al più vicino 1° settembre 2014, per poter leggere e studiare le 57 pagine della sentenza. Difatti è proprio in data 1° settembre 2014 che il collega giornalista Erminio Cioffi (su Ondanews.it) con un ampio articolo ha svelato alcuni arcani segreti posti a base di una sentenza che ha fatto e farà discutere. Non avendo numi tutelari ho ricevuto copia di detta sentenza soltanto parecchio tempo dopo e mi accingo, quindi, ad esaminarla e studiarla in ogni singolo aspetto tenendo ben presente che le sentenze si rispettano ma si analizzano e si commentano. Guai se così non fosse, del resto viviamo un uno stato democratico in cui ad un giornalista, così come ad un semplice cittadino, è data la possibilità di leggere, studiare ed anche evidenziare aspetti poco chiari di qualsiasi sentenza. Prima di iniziare l’esame della sentenza è necessario precisare anche qualche altro aspetto di questa vicenda che, se nel ricordo dei cittadini di Buonabitacolo rimane impressa nel tempo come una pietra miliare, nell’immaginario collettivo rimane emblematicamente come manifesto di una giustizia amministrata da uomini in nome e per conto del popolo, una giustizia che spesso si muove sull’onda emozionale propria degli uomini, una giustizia che sempre fonda le sue certezze sul “libero convincimento” (odioso principio !!) dei magistrati. Queste linee sono racchiuse tutte nelle 57 pagine della sentenza sottoscritta dal giudice dell’udienza preliminare “Enrichetta Cioffi”, che solo casualmente porta lo stesso cognome del noto giornalista di Ondanews.it, in data 5 luglio 2013 che ha mandato assolto “perché il fatto non sussiste” il maresciallo dei carabinieri Giovanni Cunsolo che nell’agosto del 2011 (all’epoca dei fatti) era il comandante la stazione di Buonabitacolo e che ora comanda quella di Polla. Prima che Ondanews.it svelasse alcuni passaggi della sentenza c’era stata il 20 agosto 2014 a Buonabitacolo una grossa manifestazione di popolo “Legati a te” per ricordare la figura e l’immagine del giovane Massimo Casalnuovo caduto tre anni prima in quella tragica ed ancora inspiegabile serata; una serata costellata da tanti errori, prima fra tutti quelli commessi dalla stessa vittima che non si era fermato all’alt dei Carabinieri che avevano allestito una sorta di posto di blocco per bloccare le scorribande in motorino che il Casalnuovo, e altri, mettevano in atto in quel tratto di strada nel centro del paese. Una pessima abitudine, quasi come un gioco estivo, che aveva infastidito tanti residenti (una settantina !!) che avevano racchiuso in un esposto scritto, una sorta di petizione popolare (prot. 4133 del 17 agosto 2011) inviata al sindaco che aveva richiesto l’intervento dei Carabinieri e che poi si sono nascosti nel silenzio del tempo. Ebbene quella manifestazione del 20 agosto 2014 fu seguita, giornalisticamente da diverse testate (ilquotidianodisalerno.it, italia/2/tv, quasi mezzogiorno.it, ecc.) che in pratica raccontavano esclusivamente quanto avvenuto in quella serata pro Casalnuovo. Inaspettatamente il maresciallo Cunsolo reagiva in maniera inconsueta contestando i report e i servizi giornalistici e minacciando tutti di querela che, poi, non ci sono state. Un fatto comprensibile e assolutamente da rispettare nell’ambito di quella che è la condizione psicologica di un uomo che, comunque, dalla sera del 20 agosto 2011 non riesce probabilmente a ritrovare la sua serenità nonostante una sentenza di primo grado che lo manda assolto perché il fatto non sussiste. Ecco, soltanto a seguito di queste contestazioni scritte è poi emersa dall’oblio del silenzio la famosa sentenza consegnata in primis al collega Cioffi, forse per dimostrare tutte le ragioni di un uomo da ritenere innocente fino a sentenza passata in giudicato. Il processo di appello si aprirà la mattina del prossimo 25 febbraio e sarà un processo tutto da seguire. Prima di arrivare a questa data fatidica cercherò di analizzare in ogni suo aspetto la sentenza assolutoria che ho letto, riletto e studiato a fondo; posso solo anticipare che nei prossimi articoli sarò costretto scontentare tutti: il giudice Cioffi, il maresciallo Cunsolo, i familiari e gli amici di Massimo Casalnuovo, la stessa Arma dei Carabinieri per rimanere in linea con la sentenza che davvero è stata scritta per scontentare tutti. Alla prossima.

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