SALERNO – Quando parla l’ex procuratore Alfredo Greco faccio tanto di cappello, per me è legge. Subito dopo la nomina a presidente della “Commissione aziendale per il governo delle liste d’attesa” avrebbe detto: “Urgente ripristinare le regole. Subito al lavoro, grave colpo alla fiducia dei cittadini”. E mai parole sono state più taglienti di queste ma anche esplicativamente esaustive di un sistema di corruttela che sembra essersi, da tempi storici, impossessato di uno degli ospedali più prestigiosi del sud; parlo naturalmente dell’ Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno che da qualche mese è nella tempesta non solo per i cosiddetti “furbetti del cartellino” con il coinvolgimento di oltre ottocento persone tra medici, paramedici e inservienti ma anche, se non soprattutto, per gli arresti eccellenti di Luciano Brigante, Gaetano Liberti, Annarita Iannicelli e per la sospensione di Renato Saponiero. Tralascio di citare il mitico prof. Takanori Fukushima che probabilmente non vedremo mai più nel nostro Paese. Ottocento e più dipendenti che non fanno il loro dovere in un’azienda che conta circa tremila addetti è un fatto gravissimo e di una importanza vitale per la sopravvivenza della stessa azienda; da qui l’esigenza di ripristinare le regole. Ma quali regole se tutto, o quasi, è marcio ? Bisognerebbe da subito incominciare a dare delle lezioni durissime a chi ne ha bisogno, messo sempre che non arrivi qualche giudice a rimettere le cose al loro posto con gravissime ripercussioni anche sull’atteggiamento che i vari dirigenti (apicali e non) dovranno, comunque, tenere in futuro per la riorganizzazione di un sistema che non funziona e che infligge un “grave colpo alla fiducia dei cittadini”. Innanzitutto ciò che va immediatamente riformato è il CUP (Centro Unico di Prenotazioni) che quasi mai è all’altezza della situazione: per sciatteria, per arroganza o per insufficienza del personale addetto ? Qualche giorno fa un mio caro amico, Mimmo Focilli presidente dell’Assostampa Salerno, mi invitava a fare qualche articolo sul fatto che contattare il CUP diventa ogni giorno più difficile, quasi a livello di impresa titanica. Perché ? Semplice, perché il CUP non solo non risponde e manda in tilt intere schiere di cittadini in attesa di prenotare gli appuntamenti per le loro diverse esigenze di carattere medico-diagnostico, ma spesso fa cadere la linea in piena conversazione senza più avere la possibilità di un lesto richiamo. Qualche anno fa provai a spiegarlo all’allora governatore della Campania, Stefano Caldoro, invitandolo a telefonare anonimamente ad un qualsiasi CUP per prenotare qualcosa, anzi gli suggerii di farlo fare dalla moglie, così si sarebbe mantenuto il perfetto anonimato. Non fui ascoltato anche perché, probabilmente, il suo portavoce Gaetano Amatruda (oggi in pool position per la candidatura a sindaco di Salerno) al quale mi ero rivolto, non fu mai abbastanza lesto a passargli il suggerimento. La stessa cosa dico al nuovo governatore Vincenzo De Luca ed anche ad Alfredo Greco (ma l’invito è rivolto a tutti coloro i quali hanno la possibilità pratica di intervenire per correggere); è bene cominciare dalle cose più semplici, perché se il CUP, che dovrebbe essere l’immagine esterna di un’azienda sanitaria, non funziona ecco che si attivano da se tutti i meccanismi per far lievitare quella che è un’antica passione di tutti gli italiani: la raccomandazione per scavalcare il prossimo. Non lo so, infine, se nel Ruggi ci sia o meno “la cricca delle infermiere” (è bene parlare al femminile perché questo settore pullula di belle donne), so per certo che esiste un sistema abbastanza diffuso di regalie che se nella maggior parte dei casi può essere considerato alla stregua di un normale riconoscimento della professionalità altrui, in qualche caso assume l’indegnità di uno squallido mercimonio. Non cado nella trappola che molti giornali portano avanti raccontando storie di persone che desiderano conservare l’anonimato; queste storie suggestive che hanno anche il sapore dell’invenzione non mi piacciono e preferisco raccontare quelle che hanno la dignità di un nome e un cognome. Racconto (di nuovo !!) quindi la storia che è capitata a me ed alla mia famiglia. La notte tra il 14 ed il 15 marzo del 2004 intorno alle 2.10, nel reparto di medicina generale, muore mia madre. Arriviamo in ospedale (tre figli e le nuore) intorno alle 2.30; mia madre ovviamente era già stata portata nella sala mortuaria. Andiamo verso al sala mortuaria trovandola chiusa; bussiamo, una, due, tre volte; alla fine con fare scocciato arriva un omone con tanto di zoccoli strascinati ai piedi. Gli spieghiamo la situazione e la nostra necessità di provvedere come ultimo omaggio a vestire nostra madre; la risposta secca: “Dovete tornare alle sette, orario di apertura”. Mi stavo lanciando, furioso, in una discussione che non avrebbe prodotto nulla; fortunatamente mio fratello maggiore fu lesto a passare nelle mani del guardiano un biglietto da 100 €; le porte si aprirono, il guardiano fu gentile e noi potemmo provvedere alla bisogna. Qualcuno adesso si chiederà il perché io denunci un fatto simile a distanza di tanti anni; rispondo che l’ho denunciato, e lo feci riferendo personalmente all’allora direttore generale Attilio Bianchi l’accaduto, il d.g. promise il suo massimo interessamento. Non seppi più nulla. Ecco perché saluto l’arrivo di Alfredo Greco con grande speranza non senza il rammarico di “come siamo messi male” se anche per una lista d’attesa abbiamo bisogno di un magistrato per governarla.
direttore: Aldo Bianchini
Gentile Direttore,
come si fa a non essere daccordo con Lei………..è difficile…….ma qualche precisazione pure va fatta.
Quando la politica delega alla Magistratura è sintomo certo della sua debolezza.Ma esiste ancora la “Politica”? Un tempo era tutto più semplice………esistevano le idee………le ideologie.Oggi? Un solo partito : il potere economico……….tutto il resto è noia.Il danaro muove tutto.Nemmeno quel Sant’uomo di Papa Francesco sembra spuntare troppo , oltre i nobili esempi di morigeratezza, non sembra che sia ascoltato poi tanto, se poi deve affrontare gli “attici” di Bertone.
Ma torniamo all’argomento posto da Lei………..i CUP……….i centri unici di prenotazione e al loro disfunzionamento.
Lei conosce meglio di me che la sanità campana è ingessata,commissariata,bloccata nel turnover e questo vale anche per i CUP e per quei poveretti che ci lavorano.
Sicuramente sarà stato ad un CUP e avrà visto le file chilometriche di persone……….ma non avrà collegato che gli stessi operatori, sotto dimensionati numericamente, sono gli stessi che dovrebbero operare allo sportello e rispondere al telefono.E’ chiaro che il telefono è muto, provi a rispondere al telefono avendo davanti una fila di persone già innervosita dall’attesa.E’ facile scaricare la colpa sui poveri operatori che si devono confrontare con chi la vuole cotta ……..chi la vuole cruda………chi vuole chiamare i carabinieri……….chi ti vuole picchiare.Facile. Ma è il sistema che è saltato.
L’Asl Salerno aveva pensato di attivare un coll center dedicato (ottima idea), che fine ha fatto?
Si era pensato di far prenotare presso le farmacie………benissimo, quante farmacie hanno aderito? O provi a prenotare presso una farmacia che,bontà sua ha aderito,………..non c’è rete………..il collegamento è difettoso………..non compare la schermata.Scuse……….ridicole scuse. Non parliamo dei medici di base, li vogliamo pure mettere a fare il CUP, oltre il gravoso lavoro che fanno durante la settimana? E’ il sistema che è letteralmente scoppiato e gli operatori dei CUP, quelli superstiti, fanno quello che possono.
Si sono spesi fior di milioni di Euro, non di lire, per mettere in rete i diversi servizi dell’ASL………controlli se funziona………si viaggia oltre il 70% su cartaceo,navette,posta interna,fax.Siamo al paleolitico dell’informatizzazione,quando uno potrebbe comodamente prenotare dal suo PC di casa.fantascienza.
E ci lamentiamo dei CUP?
Circa sette anni fa accompagnai una nipotina al Gaslini di Genova………….non a PaloAlto.All’ingresso sapevano già il nome del paziente,ci diedero una mappa per ilposto del parcheggio e tutte le indicazioni per raggiungere il reparto. Al reparto già ci aspettavano e chiamati per cognome.Prelevi, esami ……..tutto un percorso programmato con tanto di cortesia e rispetto.Dalle 7.30 che eravamo arrivati alle 12.00, dopoaver fatto tutto eravamo comodamente seduti davanti al primario che aveva ricevuto in tempo reale tutti i risultati delle indagini fatte a che ora e da chi.Piccola discussione,valutazione e cordiale saluto. alla fine di tutto passaggio per il loro CUP……..decisione sul come pagare……….fattura a casa……….pronto cassa………..carta di credito………..bancomat.Cinque minuti e poi liberi.Sette anni fa.Quanto siamo lontani da certe realtà che eliminano anche il rischio del “cento euro” che da noi è la prassi non l’eccezione.il guaio che niente si è fatto e niente si fa.Ho sempre confidato nella Magistratura ma se le condizioni date sono quelle che stanno sotto gli occhi di tutti e il personale ogni giorno diminuisce perchè semplicemente e giustamente va in pensione e non può essere sostituito………..mi auguro di sbagliarmi ma anche ottimi Magistrati alzeranno bandiera bianca.E’ chiaro che in tutto questo bailamme c’ è chi azuppa……….il furbetto del cartellino……….il medico brigante…………la struttura privata accomodante………..è purtroppo normale e il guaio più grave è che ci stiamo abituando a questa “normalità”.Il CUP è solo la punta di di un aisberg che affonderebbe 100 Titanic.