SAGRE: il ritorno di “don Gianni” … l’intoccabile !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Ma che succede nel Vallo di Diano e nel Cilento (soprattutto nel Vallo di Diano !!) ? nessuno replica alle nuove accuse sconsideratamente lanciate (questa volta attraverso il quotidiano La Città del 5.1.17) dal “don Gianni Citro” (parroco di Camerota) contro l’assessore Corrado Matera e più specificamente contro la sua pianificazione di distribuzione dei “fondi europei per il finanziamento degli eventi culturali e turistici”; una distribuzione che, secondo il noto sacerdote, è stata eseguita “con criteri disorganici e clientelari,  ai comuni simpatici all’assessore, soprattutto nel territorio valdianese dove sono rimasti inutilizzati e quindi sono andati irrimediabilmente persi”. La domanda, quindi, è: “Perché nessuno replica come invece è accaduto nel mese di agosto 2016 quando tutti, giornali, televisioni, personaggi politici e istituzioni locali alzarono un vero e proprio muro contro lo sfogo irrazionale del prete-manager che si era visto escluso dalla distribuzione a pioggia per via di alcuni madornali errori presenti nel suo progetto “Meeting del mare” che da anni organizza e conduce (anche con un certo successo, ma sicuramente con una spesa eccessiva) tra Palinuro e Camerota. In quella occasione tutto il Vallo di Diano era insorto, oggi nessuno o quasi si prende la briga di replicare a “don Gianni” che dalle righe de La Città le spara di tutti i colori contro l’assessore Matera e chiede addirittura l’intervento diretto del governatore Vincenzo De Luca che sempre secondo il prete dovrebbe “aprire gli occhi sulla gestione scellerata del turismo in Campania”. Leggendo la nuova apodittica esternazione di don Gianni (che in questo rassomiglia molto al governatore) mi sono chiesto se il sacerdote di Camerota non avesse, per caso, ragione. La risposta che mi sono dato è stata abbastanza agevole: don Gianni non ha ragione. Non ha ragione perché, pur partendo da un assunto apparentemente giusto ed inattaccabile quando dice che “in molti comuni del Vallo non avevano proprio idea di cosa farsene di quei soldi e che i progetti finanziati esistevano solo sulla carta e non nella realtà” non offre, comunque, una chiave di lettura corretta di quanto accaduto. L’8 agosto 2016, con notevole ritardo rispetto alla preparazione degli eventi estivi di ogni comunità, la Regione ha pubblicato l’elenco delle manifestazioni da finanziare perché ritenute di interesse regionale con un monte premi (si fa per dire !!) di 6milioni di euro, elevati poi a 9milioni in seguito alle proteste di alcuni comuni tagliati fuori dalla prima distribuzione; il ritardo nella pubblicazione dell’elenco è scaturito non per una carenza organizzativa dell’assessorato al turismo regionale ma perché soltanto in quel momento la Regione Campania ha avuto contezza dei fondi europei. In pratica, per la prima volta e correttamente, la Regione ha stanziato i fondi nel momento in cui ne aveva la loro pratica disponibilità; non entro nel merito delle esclusioni di questa o di quella manifestazione perché credo che l’assessorato, in fin dei conti, abbia seguito un metro di giudizio valido nell’esame dei singoli progetti, scartando quelli che evidenziavano delle carenze propositive (e probabilmente quello di don Giani era carente, tanto è vero che poi a correzioni avvenute sarebbe stato finanziato !!). Adesso, però, si apre un problema per la Regione in quanto per non cadere nella trappola delle accuse di don Gianni dovrà ristudiare il fenomeno per capire se davvero alcuni Comuni non hanno ancora dato la giusta esecuzione ai loro progetti e punire severamente quelli ritardatari e/o incapaci escludendoli da finanziamenti futuri; anche se si dovrà tener conto che la stessa Regione avendo ben presente il ritardo di pubblicazione dell’elenco dei beneficiari aveva preventivamente fissato il termine del 31 dicembre 2016 per lo sviluppo di una parte dei progetti e, per un’esigenza di natura climatica, quello di giugno 2017 (se non erro !!) per il completamento degli stessi. Fare questo conteggio nei primi giorni di gennaio 2017, come ha fatto don Gianni Citro, se da un lato produce un certo effetto mediatico dall’altro non dice assolutamente la verità e risulterebbe, così, alquanto strumentale nei confronti di un assessorato (e non tocca certamente a me difenderlo !!) che sta operando velocemente e abbastanza positivamente distinguendosi da quasi tutto il resto degli uffici regionali che appaiono sempre più improntati a quella famigerata “frittura di pesce” probabilmente offerta in cambio di qualche voto al referendum. Ma quello che più sorprende, in questa vicenda, è l’assoluta libertà di un sacerdote di sparare accuse contro le istituzioni e la politica. Per carità, don Gianni come uomo avrebbe tutte le facoltà di dire la sua, ma come sacerdote penso debba “umilmente soggiacere e ubbidire” alle indicazioni (per non dire ordini !!) del suo Vescovo che, nella fattispecie, sembra essere latitante (almeno pubblicamente !!). Tutto questo dà la sensazione di una certa ”intoccabilità” del prete-manager di Camerota; difatti il suo nominativo risulta di nuovo assente dalla manovra di riposizionamento di diversi parroci nell’ambito della Diocesi Teggiano/Policastro che il Vescovo ha già annunciato per questo mese di gennaio.

 

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