Dr. Pietro Cusati
(Giurista – giornalista)
Milano,18 Agosto 2020. Il grande Vecchio del capitalismo italiano non è più. Cesare Romiti,Romano, il manager di ferro,l’alter ego di Gianni Agnelli,aveva compiuto 97 anni nel mese di giugno, la sua storia è legata ai quasi venticinque anni passati in Fiat,dal 1974 al 1998 , dopo esserne stato amministratore delegato nel 1974,ricopre anche il ruolo di Presidente succedendo a Gianni Agnelli. Era il secondo di tre fratelli ed era figlio di un impiegato delle Poste. Studiò ragioneria e poi economia, si laureò nel 1945 e dopo avere svolto incarichi importanti in diverse banche e aziende, tra cui Alitalia, con il sostegno del banchiere Enrico Cuccia arrivò a Torino in piena crisi petrolifera.Storico amministratore della Fiat e poi presidente di RCS è ricordato per la sua opposizione ai sindacati negli anni Ottanta. Romiti parlava chiaro, a volte perfino troppo. Enrico Cuccia durante la crisi petrolifera lo consiglia alla Fiat degli Agnelli, come manager già affermato,cinquantenne, adatto a riportare i conti a posto a Corso Marconi a Torino. Nato a Roma nel 1923, Cesare Romiti si era laureato in economia nel 1945, a ha ricoperto numerosi incarichi di rilievo presso istituti bancari italiani e stranieri e in diverse aziende italiane, poi l’ingresso in Fiat . “In Fiat ho avuto praticamente carta bianca per venticinque anni”.Aveva un desiderio quello che la Fiat non si occupasse solo di auto, ma anche di altri settori come l’aerospazio o i trasporti ferroviari.Terminata l’esperienza in Fiat fu la volta della presidenza della RCS Editori fino al 2004. L’anno seguente poi assunse l’incarico per un anno di presidente di Impregilo S.p.A., principale gruppo italiano nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria. Dal 2004 è stato anche il presidente della Fondazione Italia-Cina, che raduna decine di personalità imprenditoriali e aziende interessate al mercato cinese. Dal 2006 al 2013 Romiti è stato presidente dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Diversi i riconoscimenti ottenuti da Romiti nella sua lunga vita, dalla medaglia di Cavaliere del lavoro nel 1978 al titolo di cittadino onorario della Cina e quello di professore onorario dell’Università Donghua di Shanghai. Il 13 ottobre 2006 a Pechino la “Chinese Peoplès Association for Friendship with Foreign Countries” gli conferisce la cittadinanza onoraria della Repubblica Popolare Cinese per il suo impegno nel rafforzamento dei rapporti bilaterali . Viene insignito anche dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine Nazionale della Legion d’Honneur francese. Romiti portò avanti due operazioni in particolare: nel 1976 favorì l’ingresso nel capitale del gruppo automobilistico della finanziaria del governo libico, allora guidato dal dittatore Muammar Gheddafi; nel 1980, dopo che Umberto Agnelli lasciò gli incarichi operativi, Romiti divenne amministratore delegato unico del gruppo decidendo di affrontare la questione dei costi dell’azienda e annunciando il licenziamento di almeno 14 mila dipendenti. Ne seguì uno scontro con il sindacato. Fiat Mirafiori rimase bloccata per oltre un mese, Enrico Berlinguer assicurò il sostegno del PCI nel caso di un’occupazione di fabbrica, ma tutto si risolse con la cosiddetta marcia dei quarantamila” che divenne il simbolo della frattura tra i colletti bianchi e le tute blu , una delle più dure vertenze del dopoguerra.