La redazione
SALERNO – Il personaggio del momento è lui “Gabriele Falci Malangone” che ha ideato, creato e brevettato la n uova linea di custodia per le mascherine; un fatto, questo, che ci rimanda direttamente alla pandemia ed all’esigenza di custodire le mascherine in modo tale da preservarle da ogni eventuale inquinamento.
La giornalista “web reporter” Antonia Galise ha così descritto, con il seguente ottimo articolo, la splendida creazione delle varie tipologie di custodie:
Il 2020 è stato (ed è tutt’ora) un anno pieno di sorprese. La pandemia da Covid-19 ha completamente sconvolto l’ordinaria quotidianità della popolazione mondiale. In Italia, tra decreti e nuove norme di sicurezza, emanate nel tentativo di gestire al meglio la situazione, i cittadini sono stati costretti a modificare le proprie abitudini per la salvaguardia propria e altrui. Lentamente, anche gli aspetti più banali sono mutati.
Chi s’aspettava d’abituarsi a parole come quarantena, pandemia, sanificazione, assembramenti, congiunti, etc. Vocaboli già presenti nella lingua italiana, ma entrati nell’uso comune solamente negli ultimi mesi. Nessuno, poi, avrebbe mai pensato di non poter godere di un caffè al bar sotto casa, per la chiusura obbligatoria delle attività.
Fortunatamente, terminato il lockdown, nel rispetto delle regole, la vita è tornata pressappoco a scorrere identica. Nel rispetto delle regole è un mantra che accompagnerà i cittadini di tutta Italia per lungo tempo. Una pandemia non si sconfigge dall’oggi al domani. È necessario tenere a mente alcuni precetti base per scongiurare una nuova diffusione. In primis, l’uso della mascherina, la prima ed efficiente forma di difesa.
La mascherina è una delle parole, e degli oggetti, entrati nell’uso comune e di cui nessuno può più fare a meno. Senza mascherina non è possibile recarsi nei luoghi affollati. Senza mascherina non è possibile entrare nei negozi. Senza mascherina non è possibile entrare nei locali. Senza mascherina non è possibile lavorare.
Questo piccolo, eppure tanto utile, oggetto, è entrato nella quotidianità di ognuno e ci resterà per molto tempo, come un fedele compagno di viaggio.
In questi ultimi mesi sono state prodotte mascherine di ogni tipo, da quelle rigorosamente mediche, bianche e celesti, a quelle firmate, stampate, colorate, etc. Gli imprenditori che hanno pensato all’estetica, investendo sul nuovo mercato, hanno sicuramente azzeccato. Nondimeno, dove finisce la mascherina, una volta tolta dal volto? Dove si ripone?
Alcuni la portano al braccio; altri in borsa; altri ancora la poggiano dove capita. Niente che sia igienico o estetico. A Salerno, tuttavia, un giovane ragazzo ha trovato un rimedio, avendo un’idea geniale.
Si tratta di Gabriele Falci Malangone, che ha brevettato la custodia per mascherine modello FFP2.
Il suo brand, GppmasK, è nuovo e giovane, come il suo ideatore. Unisce il desiderio d’imprenditorialità, alla possibilità di lanciare sul mercato un prodotto effettivamente utile. Il modello della custodia, studiato per le mascherine Kn95 nasce, quindi, dall’idea di poter custodire la mascherina in modo sicuro e igienico. Dopotutto, se la mascherina è diventata un diktat, il porta-mascherine deve essere un must have.
Il design della custodia è stato studiato nei minimi particolari dall’Art-Designer Annamaria Aufiero, per garantire l’efficienza del prodotto: piacevolmente geometrico, sagomato perfettamente sulla mascherina Kn95. Inoltre, la custodia è realizzata in PETG, materiale riciclato e riciclabile al100% (il PETG fa parte della famiglia dei poliesteri, che si ottengono per polimerizzazione a stadi). Il tipico colore translucido e trasparente del materiale utilizzato, non soltanto è sinonimo d’eleganza, ma si versa ad ogni tipo di interpretazione e personalizzazione. Il porta-mascherine targato GppmasK è inodore (caratteristica indispensabile per l’uso domestico); è a basso tasso di restringimento, ovvero mantiene fedelmente le misure sottoposto a fonti di temperatura diverse; possiede un’elevata resistenza agli urti e agli agenti chimici, come acidi e alcali. Tutte queste caratteristiche rendono la GppmasK un prodotto efficiente e indispensabile.
Un brand innovativo, un’idea geniale, unita a un po’ di spirito imprenditoriale, è ciò che contraddistingue la nuova generazione di giovani lavoratori, desiderosi di mettersi alla prova. Inoltre, l’attenzione al dettaglio, al materiale riciclabile al 100%, è la palese testimonianza della volontà di rispettare l’ambiente e, con esso, coloro che ci vivono.
Il punto è questo: Gabriele Falci Malangone ha prodotto un oggetto altamente qualificato, utile, dal design innovativo e di lunga durata (niente merce usa e getta, il mercato è saturo e non giovano né alle persone né all’ambiente).
Il brand Gpp masK (dalle prime cifre del codice fiscale del giovane G.F.M., figlio di Gabriele) è sinonimo di qualità e freschezza. Porta il marchio tipico del nostro tempo. Attualmente, sono molti i punti vendita dove è possibile acquistare la GppmasK: La fonte del risparmio, via Nizza 69, (SA); BioCentro Analisi, piazza Casalbore 12, (SA); Barber Shop, di Nando Leccese, via Lungomare Trieste 10, (SA); Bar Sporting, piazza Calsabore, (SA), Farmacia Monterone, Dr. Lobosco Michele, Via Giovanni Castellaccio 75, Forio d’Ischia (NA).
Per avere maggiori informazioni è possibile visitare il profilo Instagram GppmasK; oppure chiamare al numero 3271839071; o scrivere all’indirizzo mail gppfm18@gmail.com
La qualità della custodia è stata riconosciuta a livello sanitario, da medici specializzati in igiene e virologia. La GppmasK, essendo molto versatile, può essere utilizzata sia come ottimo gadget personalizzato, sia, e soprattutto, come custodia protettiva che garantisce l’igiene e la durata della propria mascherina. Inoltre, può essere utilizzata anche in ambito industriale, per proteggere i lavoratori. Insomma, sono numerosi i vantaggi della GppmasK.
Innovazione, sicurezza, salvaguardia dell’ambiente, eleganza sono i must che caratterizzano il brand GppmasK. Con questi presupposti, grazie anche alla fiducia e all’onestà con cui si lavora, l’azienda di Gabriele Falci Malangone non può che decollare.
Insomma, insieme al creatore Gabriele Falci Malangone che si è ispirato al piccolo Giuseppe – suo figlio, hanno attivamente lavorato Antonia Galise per la parte comunicazionale e Annamaria Aufiero come art-designer; per queste ultime due pubblichiamo due distinti profili professionali:
Antonia Galise, nata il 02/09/1993 a Nocera Inferiore, (SA). Laureata in Italianistica e Scienze Linguistiche all’Università degli Studi di Bologna, da tre anni si occupa di Web Journalism. Attualmente lavora come giornalista e copywriter freelance. Come Web Reporter si occupa soprattutto di politica e cultura. Tenta di trovare una spiegazione, di dare un’opinione realistica e liberare a ciò che accade in Europa e nel Mondo.
Annamaria Aufiero nasce a Salerno il 19.05.1994. Frequenta il corso triennale d’Interior Design presso l’Istituto Marangoni di Milano, subito dopo prosegue i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti di Brera dove si laurea in Industrial Design. Inizia a lavorare nel settore prima ancora di portare a termine i suoi studi; collaborando con personaggi degni di nota, dal rapper Kanye West al noto architetto David Chipperfield. Eclettica e poliedrica non trascura i suoi hobby; appassionata di scrittura creativa collabora con due testate giornalistiche quali Domus e Architectural Digest Italia, occupandosi di moda, design e architettura.