Aldo Bianchini
SALERNO – Non me ne voglia nessuno ma sembra proprio che l’alta velocità, soltanto ipotizzata dall’ a.d. di RFI (di nomina P.D. con decreti di Paola De Micheli), sia già finita come “A pazziella ’n man’ ‘e criature” (antico detto napoletano che rende molto bene lo stato dell’arte).
Il top della “pazziella” è uscito allo scoperto venerdì mattina in Consiglio Provinciale quando è finita in “caciara” tra il sindaco di Padula Paolo Imparato e quello di Centola Carmelo Stanziola; e più precisamente il primo ha verbalmente aggredito il secondo. Entrambi del Partito Democratico: bella figura !!
In ballo c’era l’approvazione di un documento unico per la costituzione e partecipazione ad un tavolo di confronto in sede ministeriale e di direzione generale di RFI per cercare di ottenere la migliore soluzione di un progetto che oltre ad apparire faraonico, dimostra di essere nel concreto soltanto un disegno tecnico geometrico sulla piantina generale dell’Italia del Sud. Documento che, comunque, Imparato non ha firmato.
Guerra tra poveri, quindi, che coinvolge ancora una volta e per l’ennesima volta il Vallo di Diano contrapposto al Cilento e viceversa; una miopia politica assoluta che non consente neppure l’avvio di una discussione costruttiva.
Il documento è stato votato addirittura dai due consiglieri di Forza Italia con lsa postilla che bisogna anteporre l’interesse generale a quello locale; vale a dire che la questione del tracciato non la possono decidere né Imparato e né Stanziola, e va concordata in sede di tavolo tecnico.
Non voglio prolungarmi oltre nella stigmatizzazione degli atteggiamenti e delle scomposte posizioni, ci sarà tempo e modo per farlo. Ricordo soltanto che l’alta velocità deve essere ridisegnata nell’ottica di implementare, sul piano economico, la soppressione dei treni nell’Italia del Nord; ma ci vorranno almeno una trentina di anni, se tutto va bene.
Lascio spazio al comunicato diffuso dal dr. Roberto Celano (capo gruppo di F.I. al Comune di Salerno) dopo la sceneggiata finita in caciara nel Consiglio Provinciale; un comunicato che appare fortemente condivisibile:
L’Alta velocità è per lo sviluppo del nostro territorio un’occasione da sfruttare, da non perdere. Non è tollerabile che una tale opportunità, che andrebbe necessariamente colta e che dovrebbe unire tutti nell’individuazione delle migliori soluzioni, nell’interesse esclusivo della Provincia, possa divenire terreno di scontro tra territori. Ne’ è ancor più plausibile che possa essere elemento di scontro tra “bande” contrapposte all’interno del Partito Democratico, già principale artefice della desertificazione del Sud della Provincia di “strutture” che hanno contribuito all’impoverimento della zona (tribunale, carcere, Asl, etc.), come avvenuto ieri in Consiglio Provinciale in occasione del voto della mozione sull’Alta Velocità. Va rivendicata innanzitutto la imprescindibilita’ di riconfermare nel percorso la fermata di Salerno, la cui stazione in pieno centro cittadino andrebbe, semmai, adeguata e migliorata. Va rivendicata la necessità di prevedere una nuova fermata a Sud di Salerno, allo stato non presente nel nuovo piano “embrionale” di RFI, evidenziando che la nostra Provincia è tra le più estese d’Italia. Va richiesta, come era anche nell’intenzione della mozione, la possibilità che le Istituzioni territoriali possano partecipare ai tavoli di confronto per incidere nel rinvenimento delle migliori soluzioni possibili per la nostra Provincia, nell’intento di contemperare la funzione propria dell’Alta Velocità, che è quella di accorciare i tempi di percorrenza e le distanze, con le aspirazioni di crescita di zone che meritano di essere valorizzate e non più penalizzate. Intollerabile è, pertanto, l’atteggiamento miope di qualche aspirante “Masaniello” che, dimostrando evidentemente di non conoscere neppure bene le attuali intenzioni di RFI, che tagliano totalmente la parte meridionale della provincia non prevedendo alcuna stazione di fermata, dimostra di anteporre il mero interesse elettorale a quello delle comunità governate, gettandola in “caciara” e dimostrando l’inadeguatezza del ruolo che ricopre. Chi ha ruolo nelle Istituzioni deve dimostrare senso di responsabilità ed evitare che la propaganda che fa leva sull’incoscienza della popolazione ancora non bene informata e che nel breve tempo può attrarre consensi, a lungo andare possa trasformarsi in un boomerang devastante per il territorio. In tali circostanze, quando c’è di mezzo l’interesse di tutti, è necessaria l’unità, la riflessione, la ricerca di soluzioni. L’alternativa è la sconfitta di tutti, di Salerno, della sua Provincia. Eppure la storia recente e le penalizzazioni subite a causa delle classi dirigenti locali (sempre della stessa parte politica!) dal Vallo di Diano e dal Cilento, dovrebbero aver insegnato qualcosa anche ai meno attrezzati.
Un ultimo consiglio o, se volete, raccomandazione: visto che la situazione è finita come “A pazziella ’n man’ ‘e criature” è doveroso che tutti i contendenti in campo facciano un bagno di umiltà e si rechino in processione in Via San Giovanni Bosco n. 47 di Salerno; troveranno ad aspettarli l’avv. Gaspare Russo (già sindaco di Salerno e presidente della Regione) disponibile a spiegare cosa è l’alta velocità e come fu ideata negli anni 80.
Il tracciato studiato da RFI di una nuova linea dell’alta velocità Roma –Reggio Calabria , in quattro ore e 15 minuti, logicamente e tecnicamente tiene ben presente costi , benefici e ambiente, cioè tempi di percorrenza e costi di realizzazione .Quindi chiedere di modificare il percorso con gallerie ,magari allungare i KM , i tempi di percorrenza,incremento dei costi di realizzazione, è una ipotesi ,a mio avviso,non praticabile ,oltretutto già sfrecciano i treni ad alta velocità . Consideriamo,invece, una possibile fermata nel Vallo di Diano,privo da troppo tempo della ferrovia Sicignano-Lagonegro, di una equa distribuzione della rete ferroviaria, utile anche per la Val d’Agri e le zone limitrofe ? L’accanimento contro la legittima richiesta di una fermata nel Vallo di Diano non si comprende!
Coglie il segno la citazione napoletana del Direttore Bianchini, ancorché edulcorata per la parte non riferibile, per motivi di doverosa decenza.
Il progetto del segmento meridionale della ferrovia di AV/AC che dovrà rendere finalmente veloci le comunicazioni via terra fra nord e sud della penisola, e viceversa, deve poter rispettare requisiti e protocolli di funzionamento assimilati su tutto il suo tracciato..
Le soste intermedie si fanno in località di notevole valenza per peso demografico, per richiami artistici/turistici, per forti presenze industriali, ecc., fermo restando però che la loro individuazione non comporti un penalizzante spezzettamento dei percorsi, che andrebbe ad incidere sull requisito della velocità media complessiva da realizzare sull’intero percorso.
Osservando la situazione in atto sul tratto centro settentrionale già in esercizio, forse Latina e Frosinone avrebbero aspirato ad una fermata sul segmento NA – RO; idem fra BO – MI, Reggio Emilia o Parma o Piacenza non erano da meno. Si dovette, immagino, scegliere fra le giustificabili aspirazioni di quelle popolazioni e dei loro amministratori e la realizzazione dei punti focali di una infrastruttura che nasceva con l’intento di onorare prioritariamente l’etichetta dell’alta velocità/capacità. Prevalse quest’ultimo criterio e si stabilì la creazioni di tratti non inferiori ai 200 km.
Se quindi le “creature” che dovranno gestire questa complessa problematica saranno in grado di risolverla adeguatamente, evitando intanto la fumosità di certi linguaggi, allora avranno dimostrato di sapersi destreggiare con la “pazziella”.
Altrimenti …..
Un discorso a parte per l’ipotesi di realizzare la linea di AV con un tracciato che preveda la fermata a Salerno città, proprio alla Stazione Centrale. Si può anche tentare di avventurarsi in un simile progetto e non è facile, tenuto conto di tutte le implicazioni che esso comporta. Ne vedo quindi oltremodo difficile il disegno progettuale.
Sono del parere che una nuova Stazione a Fisciano o giù di lì, abbinata ad un idoneo e funzionalemente adeguato raccordo con il capoluogo, possa rappresentare un logico compromesso fra le diverse esigenze.