La svolta del Parco Nazionale Cilento “Unito” per la crescita Finalmente prende piede una nuova cultura e consapevolezza dei piccoli e grandi comuni che solo “insieme” e superando egoismi e divisioni il territorio cilentano potrà svilupparsi.

 

da Enrico Trotta

 

 

 

 

 

 

 

Era ora che dopo decenni di inutili e sterili gelosie dei vari comuni del Cilento, piccoli e grandi, trovasse terreno fertile una nuova cultura di quella che possiamo considerare la “regione” di fatto di questa parte di Campania. Oggi trova sempre più “terreno fertile” l’idea che solo se si uniscono le forze e gli sforzi ed i comuni si alleano e fanno “assist” gli uni agli altri si potranno conseguire concreti risultati su vari progetti di crescita dell’intero territorio.

Quello che fino a qualche anno fa era considerata un’utopia… un sogno… forse un’illusione, oggi può vedere la luce veramente, uscendo dal tunnel delle gelosie ed invidie di un municipio sull’altro.

Ecco che allora il grande sogno, ma forse lungimirante “intuizione” del brillante sindaco di Vallo della Lucania, Antonio Sansone, appena rieletto nella città capofila del Cilento, trova nuovo spazio e consenso.

Infatti solo unendosi nel dialogo e nel remare tutti insieme per “aree vaste” si potranno realizzare progetti concreti sulla sanità territoriale, sulla cultura, sull’istruzione, sulla viabilità e sul welfare ai cittadini. Una grande spinta in questo senso la stanno dando associazioni del territorio: Cittadinanza Attiva, che fa capo all’avvocato Speranza ed al giovane imprenditore di Mandia, Alessandro Rovezzi; al Comitato di Zona Sviluppo Cilento; e ancora  l’associazione “L’Atomo” di Stio, che fa capo alla dottoressa Gabriella D’Ambrosio ed al professor Candido Catino; e a molte altre realtà associative territoriali, come alcune di Magliano che fanno capo al professor Angelino Bonfrisco.

In molti borghi del Cilento, per decenni, si è pensato a sprecare il denaro pubblico solo per inutili sagre dei fagioli o della melenzana. Ma poi non si è pensato a migliorare le strade di collegamento fra Vallo e Ceraso o Mandia e Catona.

Non si è pensato a creare una rete di trasporti locali, bus o treni o metropolitane, che creassero inclusione tra i grandi e piccoli comuni. Non si è pensato a dotare i comuni di presidi sanitari di primo soccorso, soprattutto considerando che molti borghi sono abitati da anziani tra i 75 e gli 80 anni di età.

Non si può andare fieri a chiacchiere della longevità dei cittadini del Cilento e poi non si pensa ad assisterli e curarli in caso di necessità.

Non si può far scappare i nostri figli e nipoti dalle are interne del Cilento, se non gli si dà una corretta formazione e istruzione e concrete prospettive e progetti di futuro, per stimolarli a rimanere sul proprio territorio.

E’ chiaro che c’è il rischio, se non la certezza dello spopolamento… se non diamo ai ragazzi un serio e valido stimolo a rimanere, con un lavoro concreto che crei sviluppo, produttività, appagamento psicologico ed una sana economia.

Non basta essere orgogliosi di produrre eno-gastronomia di qualità nel Cilento, se poi non sappiamo proporre ai turisti un prodotto.

Non basta dire che abbiamo monumenti di alto interesse storico-architettonico a Magliano o a Novi Velia, se poi non sappiamo proporli al turista.

Non si può oggi avere un territorio frantumato e sindaci egoisti ed arroganti ed ignoranti che pensano solo al loro piccolo orticello, che sono in realtà dei piccoli “Vladimir Putin”… mediocri dittatori che si contentano di governare 200 abitanti ed indossare una inutile fascia tricolore, ma che poi non sanno dialogare con i propri compaesani e a volte sono anche piccoli ladri di galline!

Bisogna superare le logiche clientelari nei piccoli comuni, soprattutto, del Cilento e le piccole e mediocri logiche vendicative dei sindaci vecchio stampo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *