La redazione
PADULA – Era nell’aria, e subito dopo la proposta di accorpamento della Certosa di Padula al Parco Archeologico autonomo di Paestum – Velia ecco arrivare puntuale, e sottilmente rabbiosa, la replica piccata da parte del Comune di Padula che leggerete in questa stessa pagina del giornale. Ovviamente contro la proposta che il consigliere regionale valdianese Tommaso Pellegrino (capo gruppo di Italia Viva in consiglio regionale campano) ha lanciato a margine della visita alla Certosa da parte della ministra Elena Bonetti (famiglia e pari opportunità).
Pe cominciare un esame serio della proposta bisogna innanzitutto conoscerla; per l’occasione ce la spiega accuratamente, con un post, il dr. Pietro Cusati (giurista, giornalista e segretario dell’associazione amici giornalisti del Vallo di Diano) che ha seguito, per noi, attentamente i lavori nella Certosa.
Nuovo modello di gestione per il rilancio della Certosa di Padula (SA):
“”La proposta del Capogruppo di Italia Viva in Consiglio Regionale Dott. Tommaso Pellegrino , in occasione della visita della Ministra Elena Bonetti alla Certosa San Lorenzo di Padula, si accorpi al Parco Archeologico autonomo di Paestum – Velia. La Ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Elena Bonetti, in occasione dell’incontro ‘Comunità educanti’ ha visitato il complesso monumentale della Certosa San Lorenzo a Padula (SA) accompagnata dal Dott. Tommaso Pellegrino, Presidente del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, dalle Istituzioni locali e dai rappresentanti del Terzo Settore. “La Certosa San Lorenzo di Padula (SA), che rappresenta uno dei patrimoni artistici e culturali più importanti non solo del Vallo di Diano ma per l’intera Regione Campania, è assente dai circuiti turistici nazionali e internazionali, pur avendo tutte le potenzialità per essere un volano di crescita di straordinaria importanza”. Così l’On. Tommaso Pellegrino a margine dell’iniziativa. “La visita della Ministra Bonetti deve rappresentare un momento di riflessione per discutere il rilancio del Sito monumentale, patrimonio UNESCO, per il quale occorre pensare a un nuovo modello di gestione che sia più efficiente, con possibilità di interventi e decisioni immediate e burocraticamente più snello. La mia proposta è di applicare alla Certosa San Lorenzo di Padula (SA) il “modello Paestum”, che, divenuto Parco Archeologico autonomo, oggi è tra i siti più efficienti a livello nazionale, con presenze record di visitatori in continuo aumento, rientrando a pieno titolo nei circuiti culturali e turistici internazionali. Una soluzione altrettanto valida potrebbe essere quella di creare un unico Parco archeologico autonomo, Paestum – Velia – Padula, tre presidi artistici e culturali che ricadono nel Territorio del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni. Aggiungendo, quindi, al Parco Archeologico di Paestum e Velia anche la Certosa San Lorenzo di Padula (SA), si potrebbe iniziare a creare quella sinergia e collaborazione in un Territorio contiguo, che più volte abbiamo auspicato, ma che, di fatto, non è stata mai realizzata. Sono certo che ciò consentirebbe alla Regione Campania di arricchire e potenziare l’offerta turistica e alla Certosa di Padula(SA) di rientrare a pieno titolo nei circuiti internazionali, ritrovando quella centralità persa da anni. Inoltre, il metodo che integra l’offerta turistica su basi tematiche e territoriali, rientra nella strategia della Giunta regionale in materia di turismo e semplificazione amministrativa. Questa proposta non vuole essere una critica all’attuale governance, che pur sta facendo numerosi sforzi per una corretta gestione, ma è la presa d’atto di una condizione burocratica-amministrativa che ha totalmente ingessato il notevole potenziale di uno dei presidi culturali e artistici più importanti a livello mondiale”, ha concluso l’on.le Tommaso Pellegrino””.
Beh !!, spiegata così bene da Cusati non sembra che la proposta lanciata da Pellegrino sia subito da condannare e lui da mettere in quarantena-politica in un Vallo che da questa esperienza (la visita della ministra) ne esce ancora più spaccato di quanto già non lo sia da tempo.
Sullo sfondo c’è una realtà incontestabile e cioè che la Certosa così come viene amministrata non funziona o quantomeno non funziona al meglio delle sue possibilità; ed ogni correttivo appare, quindi, come un possibile toccasana da non azzerare a prescindere, badando soltanto ai colori ed agli schieramenti.