Aldo Bianchini
SALERNO – La ricerca quotidiana della giustizia è, forse, la missione principale di ogni magistrato per riscattarsi dall’immoralità che è congenita di ogni giudizio umano.
E’ proprio su questo assunto cristiano che l’ex magistrato Carlo Correra (ora avvocato specializzato in legislazione di alimenti) ha incentrato il suo lavoro e la sua ricerca nella redazione del libro “Ai danni del popolo italiano” (edit. La Valle del Tempo 2022) nel contesto del quale il togato offre spunti per dibattiti e riflessioni e proposte per risollevare una giustizia in coma.
L’ex magistrato pur essendo molto duro con la magistratura non mostra mai di essere spocchiosamente contro, solo perché oggi fa l’avvocato di successo; difatti non si limita a mettere a nudo le storture dell’esercizio della giustizia da parte di una magistratura in coma, ma evidenzia tutto il suo amore e la sua passione per la giustizia che, a cominciare proprio dai magistrati, tutti dovrebbero ricercare con forza quotidiana.
E’ tremendamente realista l’avv. Correra quando scrive di una giustizia che, nell’attesa di una riforma come quella della Cartabia che, oltre ad essere molto istituzionale e poco rivoluzionaria (il nuovo governo l’ha già rinviata), rischia di morire definitivamente.
Quella che viviamo è senza dubbio una giustizia di classe, come scrive Correra, ma è certamente anche una giustizia che non può più vivere nell’incertezza della mancanza di mezzi (la solita scusa degli addetti) o della più certa mancanza di uomini di buona volontà.
Sicuramente occorre una giustizia moderna ed al passo con i tempi, in tutti i sensi: l’organizzazione generale, la specializzazione personale, la separazione delle carriere, l’obbligatorietà dell’azione penale, la responsabilità civile dei magistrati; il tutto connesso d una geografia giudiziaria totalmente da rivedere e correggere come per il caso del Tribunale di Sala che un tribunale più piccolo (Lagonegro !!) annetta uno più grande, addirittura fuori provincia e fuori regione.
Per non ricordare l’arretrato al quale Correra dedica un necessario capitolo esplorando anche la tempistica dell’orario di lavoro di ogni singolo addetto per cercare le giuste modalità di risoluzione del grave ed annoso problema.
Ovviamente Carlo Correra fa leva sulla sua personale esperienza di magistrato prima e di avvocato poi; e lo fa con molta eleganza letteraria, senza esaltare più di tanto il suo operato e senza condannare quello degli altri.
Un libro, quindi, da leggere senza tentennamenti, predisponendosi ad una lettura indipendente per coglierne i punti salienti che lo stesso Correra propone a piene mani.
Nella serata del 28 ottobre 2022, momento della presentazione al pubblico del libro nel Salone del Gonfalone del Comune di Salerno, è stato ottimamente accompagnato da tre celebrati avvocati del foro di Salerno: Silverio Sica (presidente dell’Ordine), Luigi Gargiulo (già presidente della Camera Penale) e Paolo Carbone (decano del Foro e neo cavaliere al merito del lavoro e della cultura) che definire “maestro dell’avvocatura salernitana” è davvero molto riduttivo.
Peccato che la presentazione è stata disertata dagli esponenti della magistratura che pure Correra aveva debitamente invitato.