dAlfonso Malangone
(Ali per la Città)
SALERNO – Appena due giorni dopo la denuncia dell’inquinamento della spiaggia di Torrione, un analogo episodio si è verificato a Capitolo San Matteo. Le foto pubblicate sono davvero disgustose (fonte: salernonotizie). Macchie di indubbio colore, pattume e residui filamentosi, si vedono galleggiare sull’acqua di quella che dovrebbe essere una spiaggia libera, dalla foce del Fuorni fino al Picentino. E’ inutile dire che non è balneabile. Di più. Nella stessa giornata, altre foto hanno mostrato i rifiuti dispersi tra reflui iridescenti allo sbocco del Fusandola, sulla spiaggia di Santa Teresa (fonte: salernonotizie). Nel mare, davanti, i cittadini sono soliti fare il bagno, benché sia presente il divieto permanente di balneazione per essere zona portuale (fonte: Regione). Forse, qualcuno dovrebbe intervenire. Tutto tace. Eppure, alzando gli occhi, ci si accorge di essere sotto l’edificio più famoso e tra i più lussuosi e costosi. E, comunque, non è ancora tutto. Ieri, sono apparse le immagini del litorale, da Mercatello a Pontecagnano, invaso da putridume vario con odori definiti ‘nauseabondi’ (fonte: salernonotizie). Purtroppo, ci vuole poco perché il nostro mare si trasformi in una fogna o in una cloaca. In alcune zone, poi, i ripetuti divieti dimostrano che lo è da tempo immemore.
Sono, queste, situazioni davvero incredibili e inaccettabili per una Città che si professa civile, europea, simbolo di modernità e meta turistica di livello internazionale. Una domanda a coloro che lo sostengono: “per favore, perché non provate a bagnarvi in quel luridume”? Oppure: “perché non bevete quell’acqua, come fece il Sindaco pescatore di Pollica, Angelo Vassallo, e dimostrate che l’inquinamento è solo frutto delle bugie di chi ‘è nemico’ della Città”?
Intanto, si legge che il porto per la nautica, in litoranea, ha ricevuto per la nona volta consecutiva la Bandiera Blu della massima qualità (fonte pressmare). Così, davvero non possono esserci dubbi: i contrasti presenti da noi sono tali da fare concorrenza a quelli tra le ‘favelas’ e la spiaggia di Copacabana, a Rio de Janeiro. Complimenti, a chi ha realizzato tutto questo.
In un luogo di storia millenaria, cresciuto in simbiosi con il suo mare, non si dovrebbe assistere a queste vergogne, né vedere tante persone ‘dignitose e modeste’ scendere sulle misere spiagge libere, con asciugamano e ombrellone, per distendersi al sole senza potersi rinfrescare in acqua e neppure fare una doccia, considerato che solo pochi giorni fa il Comune si è ricordato di farle installare. Il mare, dovremmo averlo nel cuore. E dovremmo agevolare la sua fruizione soprattutto da parte dei più deboli, tra essi i bambini, per rinforzare le ossa con il sole, crescere con lo iodio, difendersi dai dolori con le famose sabbiature della nonna e, infine, anche giocare con secchiello e paletta. Il mare non dovrebbe finire mai di offrire le sue utilità, fisiche e psicologiche. Al momento, da noi, è un sogno.
Tutto questo, è l’effetto di un lungo disinteresse per la qualità della vita dei cittadini causato dalle preminenti attenzioni rivolte a progetti, costosissimi, che quella qualità non hanno migliorato e, forse, anche danneggiato. In luogo di riqualificare ciò che c’era nel rispetto delle caratteristiche identitarie del territorio, si è voluto cambiarne il destino nel segno di una modernità che ha annientato ogni vocazione, snaturando ruolo e funzione, per trasformare i luoghi in un anonimo parco-giochi per il divertimento e il sollazzo. Senza dire che, per aver sostenuto spese ingenti, prive di evidenti benefici, abbiamo raggiunto il Disavanzo di Amministrazione al primo posto pro-capite in Italia. E, siamo pure costretti a rimborsarlo, con maggiori imposizioni, fino al 2044. Viste le condizioni generali della Città, qualcuno risponda, per favore: “quali vantaggi sono stati apportati dal Disavanzo di 169,9 milioni ai cittadini ‘dignitosi e modesti’ che vivono di pensione, magari minima, con figli disoccupati e hanno bisogno di servizi, mobilità e assistenza”? E, poi, se possibile, ci conforti anche sulle prospettive future.
Potrebbe iniziare l’Assessora al Bilancio, fornendo i dettagli della situazione finanziaria dell’Ente, visto che nel Consuntivo 2022, appena approvato, ci sarebbero anomale registrazioni contabili in grado di comprometterne la veridicità (fonte: salernotoday). Poi, giacché si è capito che mancano i soldi, potrebbe precisare le dimensioni del buco creato dal pasticcio delle cartelle inesigibili di Soget e valutabile, a naso, in 35/40 milioni di euro. Chi pagherà? Infine, sarebbe gradita una rassicurazione sulla destinazione dell’incasso atteso dalla messa in vendita, per l’ennesima volta, del terreno alla foce dell’Irno, quello con il parcheggio, per € 12 milioni. Questa, potrebbe essere davvero la volta buona, visto che le imprese del Raggruppamento che hanno vinto l’appalto da circa 500 milioni per il nuovo Ospedale avrebbero convenienza a reinvestire in Città i loro cospicui guadagni. Del resto, 12 milioni sono bazzecole rispetto a mezzo miliardo. Tra l’altro, per pura coincidenza, è stato in punto decisa la costruzione di un garage interrato in piazza Vittorio Venero, alla Stazione (fonte: Comune). Ovviamente, sono solo supposizioni.
Qualcosa, potrebbe dire anche l’Assessore all’Urbanistica e Lavori Pubblici, chiarendo il suo pensiero sulle opere multi-multi-milionarie che si intendono realizzare mentre il mare è una fogna. Per il Cernicchiara, in particolare, sarebbe gradito sapere se ritiene corretto ‘svuotare’ una montagna, parte integrante e sostanziale dell’ambiente urbano, e cosa pensa dell’otto voltante previsto sul vallone, del quale decreterà la morte per soffocamento. E, forse, quella dell’intera Città. Sono argomenti sui quali non si possono assumere posizioni ondivaghe o, peggio, equivoche.
I cittadini hanno diritto, tutti, alla soddisfazione dei bisogni essenziali di vita, tra cui anche quello di un bagno a mare. Così, i ‘loro’ soldi dovrebbero essere spesi per fare ciò che serve ‘a loro’, non ad altri. E’ da sperare che non sia consentito solo di andare a zonzo su una piazza sul mare, senza un perché, per vantarsi di avere il fiore da mettere all’occhiello di un abito inesistente. Tra l’altro, è anche difficile capire perché quella piazza, costata dai 60 ai 70 milioni, come si dice, salvo errore, debba rallegrare lo spirito di chi vive di sacrifici quotidiani, paga per essa maggiori imposizioni o è costretto ad emigrare per mancanza di opportunità. Su tutto questo, qualcosa ci sarebbe da dire, se questa Città non mostrasse di aver perso la consapevolezza della dignità e della vergogna. Forse, affogate nel suo mare.
Alfonso Malangone – Ali per la Città – 01/07/2023
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