Aldo Bianchini
SALERNO – “Ripartire da Vincenzo De Luca, tenere unita la coalizione, attendere fiduciosamente ciò che la Corte costituzionale deciderà e, da quella decisione, poi, procedere per mettere in campo la nostra coalizione”, questa l’affermazione che avrebbe fatto il segretario nazionale del PSI avv. Enzo Maraio in occasione dell’intitolazione della saletta riunioni (nella sede provinciale del PSI di Salerno) al compianto Gennaro Mucciolo che per decenni è stato un punto fermo del partito ancora prima del boom elettorale del 1990. Guardando la foto di gruppo verrebbe da dire “tutti insieme appassionatamente” (eccezion fatta per Rino Avella che appare un po’ imbronciato) per andare in processione ai piedi dell’altare deluchiano nella navata centrale del Duomo di San Matteo, l’unico santo a due facce.
L’affermazione, riportata fedelmente (almeno credo !!) dal giornalista Nico Casale su Il Mattino (ediz. 17.01.25), di Maraio non solo mi ha tristemente sorpreso ma ha riportato la mia mente ai tempi durissimi di un PSI maltrattato e calpestato proprio da quel PCI che a cavallo degli anni ’90 aveva già il suo padre-padrone nella persona di Vincenzo De Luca.
Qualcuno, ovviamente, obietterà che da quei brutti momenti sono passati più di trent’anni e che la politica segue delle dinamiche e delle evoluzioni incomprensibili per noi comuni mortali. Certo, sicuramente funziona così; ma permettetemi di dire a tutti che questa logica può e deve valere in tutta Italia tranne che a Salerno dove gli esponenti socialisti dell’epoca d’oro non solo furono massacrati moralmente ed arrestati fisicamente ma additati come “gli unici mariuoli” esistenti sulla Terra. Io da socialista spontaneo e senza particolari mire di affermazione personale ricordo con molta tristezza quel lungo periodo i socialisti si nascondevano per non svelare la propria identità politica temendo pesanti ritorsioni: io quel periodo lo ricordo perfettamente, non so se altri non lo ricordano o fanno finta di non ricordarlo.
Da qui la domanda sul perché proprio il Partito Socialista salernitano deve essere sempre il primo a dichiarare fedeltà a De Luca prima che lo facciano gli altri della stessa coalizione; anche perché De Luca ha sempre diffidato, e continua a diffidare, del Partito Socialista; difatti al PSI, come partito, non ha mai concesso niente e si è limitato furbescamente a piccole ma solo personali concessioni.
E penare che Enzo Maraio ha avuto, ed ha ancora oggi, la possibilità come alleato ma senza sudditanza di porsi a confronto con i deluchiani e di riprendere quella leader schip, almeno cittadina, che manca ormai da tre decenni ed oltre. Qualche timido tentativo in verità c’è stato anche se ha interessato alcune frange socialiste ma mai il segretario che potrebbe ancora porsi come vera alternativa al deluchismo imperante.
E’ vero che anche da parte dei “contiani” c’è questa inquietante necessità di mettersi agli ordini del kaimano anche se, me lo auguro, le affermazioni dell’on. Federico Conte (in merito alla Schlein !!) vanno in tutt’altra direzione ma il solo Federico, oggi, sicuramente rappresenta una svolta di stampo personale e non del PSI di Maraio in cui i cosiddetti padri del PSI del 33% stentano a rientrare.
Durante tangentopoli Enzo Maraio, ancora ragazzo, si deliziava il palato seguendo in tv i miei speciali reportage (sua affermazione !!) che erano sempre indirizzati in difesa del massacrato PSI e dei suoi esponenti; ebbene se così era nulla gli impedisce, oggi, di leggere qualche rigo dei miei editoriali per trarne lo spunto decisivo nel cercare di rimuovere la melma di quel pantano di sabbie mobili creato (sicuramente involontariamente !!) dall’ex ministro Carmelo Conte e dall’ex sottosegretario Paolo Del Mese in quella tristissima tarda serata del 22 maggio 1993 quando sciaguratamente incoronarono come sindaco l’allora vice sindaco Vincenzo De Luca.