da Angelo Giubileo (avvocato – filosofo)
Finalmente, almeno in Italia, un po’ di chiarezza. Avevamo già evidenziato ieri che, a detta di Mark Rutte, nuovo Segretario europeo della Nato, le vicende politiche ed economiche, e aggiungerei innanzitutto belliche, attuali sarebbero legate ad una situazione complessiva in atto “da almeno quindici anni”.
A tutto questo, si aggiungano oggi i contenuti dell’intervista che il nostro Ministro degli esteri e del Commercio estero, Antonio Tajani, ha rilasciato al Corriere della Sera (Tajani sui dazi: «Evitare di reagire con ritorsioni a catena. Ora un piano d’azione sui nuovi mercati» | Corriere.it).
In rapida sequenza, il Ministro ha innanzitutto chiarito che l’Italia, e in specie l’attuale Governo compattamente, sta con l’Occidente (e gli Stati Uniti d’America): “è il nostro mondo, è da qui che dobbiamo partire”.
Nessuna prospettiva russa, prima, né cinese, poi.
Nessuna “via della seta”, quanto piuttosto – ha ribadito – una “via del cotone” che favorisca l’esportazione dei nostri beni verso mercati quali il Giappone, storico alleato dell’Occidente, e l’India, in qualche modo nuovo alleato; aggiungerei, insieme ai Paesi Arabi. In definitiva, Tajani ha lanciato la strategia geopolitica di “un mercato atlantico a dazi zero, che sarebbe un vero slancio per tutte le economie occidentali”.
Tajani, in buona sostanza, ha anche fatto un bilancio della politica europea, relativo piuttosto all’intero ciclo dell’Unione europea. Il Ministro ha infatti sottolineato il fallimento delle politiche commerciali UE, in particolare legate all’energia, la necessità di “sburocratizzare” al proprio interno, mediante l’abbattimento o riduzione di “costi che, una volta tagliati, aiuteranno a colmare le perdite che potrebbero arrivare dai dazi”, e infine l’apertura alla sottoscrizione di “specifici accordi bilaterali”. Relativi sia al piano militare che commerciale.
Bentornato Occidente!