da prof. Nicola Femminella (giornalista – scrittore)
Il 13 u.s. ad Assisi (PG), terra resa santa dall’orma lasciata da Frate Francesco, c’è stata la presentazione delle opere del pittore saprese Mauro Paparella. L’evento si è svolto nella sala delle adunanze nell’elegante albergo Nun Assisi Relais Museum, allocato in un antico monastero dove lo spirito benedettino del passato ammanta l’eleganza degli arredi e dei servizi contemporanei, elevandolo a dimora eccelsa, fiabesca. “Un luogo incantato e ricco di storia” che spesso ospita avvenimenti internazionali e mostre di artisti di arti figurative tra i più noti.
La location ha subito sprigionato l’incanto e il fascino che racchiude in sé, su di me e sui coniugi Paparella, perché gli affreschi dei secoli trascorsi erano sparsi in più punti, a ricordare magnificamente l’arte perugina del passato. Il pubblico è risultato di gran lunga più numeroso di quanto fosse prevedibile. Una partecipazione raramente da me colta in occasioni simili. Hanno seguito la mia presentazione dell’artista e delle sue opere con riguardo e sommo interesse. Li certificava il silenzio posto in essere dagli intervenuti, per seguire ogni parola dell’autore che spiegava la genesi delle sue prime opere, il percorso compiuto e la corrente pittorica che lo ha attratto e ispirato a un certo punto della sua produzione artistica. L’evento è proseguito con la visita alle opere esposte. Mauro Paparella è stato tempestato da mille domande, alle quali ha risposto con profusione di particolari. La serata si è protratta fino a tarda ora con una cena finale che ha esposto il meglio della gastronomia umbra, che già aveva mostrato la sua magnificenza nel ricco buffet predisposto dal proprietario della struttura che ha svolto gli onori di casa in maniera inappuntabile. Ha tenuto a esternare il suo compiacimento per una iniziativa culturale che ha gentilmente definita di grande “valenza culturale”, aggiungendo che l’elogio era del tutto sincero e non di maniera. Il merito è tutto riconducibile alle tele di Mauro Paparella che riportano ed esaltano le ragioni e i motivi della pop-art, una corrente sorta nel 1960, dopo la seconda guerra mondiale, che ha fatto proprio il riferimento alla società dei consumi in occidente che si sarebbe affermata da lì in avanti, fino a diventare, nei giorni nostri, soffocante e suprema sui costumi e sul modello di vita generalizzato e diffuso di tutti noi.
Tra gli illustri personaggi intervenuti sicuramente sonsono da citare la Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti e il Sindaco di Assisi Valter Stoppini che hanno dato ulteriore lustro alla manifestazione. Nel corso del dialogo intessuto con gli astanti abbiamo anche avuto l’occasione di illustrare le evidenze preminenti del patrimonio culturale nei quattro comprensori del Cilento, evidenziando le eredità di una storia illustre, i possedimenti archeologici che rendono il nostro territorio uno dei più attraenti, la ricchezza delle nostre eccellenze naturalistiche, la diffusa esistenza del verde e della biodiversità che si avvicinanoavvicina al paesaggio umbro.
Lo spazio volto a illustrare la bellezza complessiva dei nostri territori, facendo riferimento al Parco del Cilento Vallo di Diano, nel quale è allocato il gruppo speleologico tra i più rinomati dell’Europa, il clima mite che ha garantito la presenza dell’uomo sin dalla preistoria, l’aria incontaminata e la quiete dei nostri borghi, l’amenità delle nostre spiagge, ha determinato il proposito di stabilire nel futuro contatti e gemellaggi tra le comunità del Cilento e i territori di Assisi e viciniori. A tal proposito abbiamo ricordato che già nel passato la comunità di Vibonati, nel Golfo di Sapri, organizzava annualmente un viaggio ad Assisi, contraccambiato dagli amici di Assisi a Vibonati. In tal modo onoravano in comunione il culto e la santità di Sant’Antonio, egualmente venerato dalle due cittadinanze. Una notizia inedita che ha reso ancora più suggestivo l’incontro, perché ha pervaso la sfera emotiva dei presenti e confermato la mission dell’incontro, dell’amore e della pace tra i popoli che la città di Assisi svolge nel mondo.
Insomma una giornata che lascia un segno nell’animo di coloro che con il loro concorso l’hanno resa particolarmente piacevole, in primis il dottor Giulio Cascetta, mecenate dell’arte. In un momento nel quale tutti abbiamo bisogno di un farmaco salvificocurativo che lenisca preoccupazioni e timori vari, che gravano nel mondo, dove l’arte e la vicinanza dei popoli potranno svolgere un ruolo curativosalvifico a fronte delle ferite profonde, causate dalle discordie e dagli egoismi dei governanti.