Astenersi al referendum è diverso dal votare! Ad ogni referendum italiano ,purtroppo non si smentiscono mai quelli che tifano per il mancato raggiungimento del quorum, per far sì che il referendum fallisca, con l’insufficiente afflusso alle urne le leggi oggetto del referendum non subirebbero modifiche. Le leggi rimarrebbero invariate. Difendiamo la libertà ,andiamo a votare è un nostro diritto fondamentale ,votare significa avere voce nelle decisioni che riguardano i giovani e tutta la nostra società ,rinunciare al voto sui referendum significa lasciare agli altri che decidano anche per noi. Il voto è uno strumento democratico importantissimo per promuovere i diritti e il progresso di una società . La democrazia è partecipazione, funziona meglio se le elettrici e gli elettori partecipano con il voto. Il diritto-dovere .. al voto va difeso ogni giorno. Andiamo a votare per difendere la libertà che è sacra.Non ritirare le schede per i referendum dell’8 e 9 giugno 2025 , da un punto di vista giuridico, è come non essere andato a votare,equivale all’astensione .Coloro che rifiutano la scheda non vengono conteggiati tra i votanti della sezione elettorale. Il non voto non viene inserito nel conteggio utile al raggiungimento del quorum, 50% più uno , necessario per la validità dei referendum. Quindi chi non ritira le schede, ha per obiettivo di non far raggiungere il quorum.
Il non voto non viene inserito nel conteggio utile al raggiungimento del quorum, 50% più uno , necessario per la validità dei referendum.

Non ho le competenze giuridiche del Dr. Citati.
Noto tuttavia che in Italia, attraverso libere elezioni, vengono eletti i rappresentanti dei cittadini per formare il Parlamento della Repubblicaca. A costoro – ritenuti competenti, capaci e intellettualmente onesti – viene affidato il compito di redigere le leggi o modificarne i contenuti, dopo dibattiti e confronti che tengano conto delle varie posizioni pro o contro le norme da varare.
Sono queste le chiamate al voto a cui nessun cittadino dovrebbe far mancare la propria partecipazione.
Il ricorso a votazioni di tipo piebiscitario dovrebbe essere limitato a grandi questioni (Monarchia o Repubblica, Diritto all’aborto, Nucleare SI o Nucleare NO).
Proporre ai cittadini dirette opinioni su più circostanziate quesiti da cui potrebbero scaturire esiti, difficilmente decifrabili se positivi o negativi, non deve necessariamente significare che esiste un doveroso obbligo di partecipazione.
Proprio nel rispetto della libertà di opinione, non deve essere esclusa la possibilità di una “astensione consapevole”.
Giustamente nel caso di Referendum abrogativo, i Padri costituenti hanno previsto il quorum qualificato di 50 +1 degli aventi diritto.
E poi, con un pò di saggezza popolare, traducendo in italiano:
“Chi lascia il vecchio per il nuovo, sa cosa lascia, non sa cosa trova”