da Michele D’Alessio (giornalista)
La nostra terra, la Campania soprattutto, ha bisogno di valorizzare i talenti che possiede e proiettarsi verso un futuro nel quale i giovani possano esprimere “le proprie idee” e dare alla collettività il loro talento e i frutti del loro lavoro per la crescita della comunità, per un futuro migliore. Uno di questo talento, in campo artistico letterario è sicuramente la giovane poetessa Annamaria Parnolfo nata a Napoli, ma residente ad Afragola. Ha conseguito la maturità classica e frequenta l’Università degli Studi di Napoli Federico II, facoltà di lettere moderne. Nel 2024 (31 Agosto) ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie dal titolo “Il tuo sussurro” edito da Bertoni, che ha presentato in varie località italiane (Afragola, Teramo, Portici). L’opera è una raccolta di sensazioni, stati d’animo, sentimenti ed esperienze talvolta dolorose altre briose ma, comunque, profondamente pervase da un comune denominatore che è l’amore. Quel sentimento che “move il sole e le altre stelle” e, come è naturale, condiziona il mondo giungendo, talvolta, a lidi inusitati o nemmeno immaginati. Questo è il viaggio che la lettura delle poesie della nostra autrice ci invita ad intraprendere nel quale, con silenziosa discrezione, ci accompagna tenendoci con impalpabile mano…” come dichiara Paolo Sautto, prefatore dell’opera, durante la presentazione del libro a Teramo. Il libro, come afferma anche l’autrice, ha avuto un successo inaspettato, tanto da ricevere numerosi riconoscimenti, nel febbraio 2025 ha ricevuto il diploma d’onore con menzione d’Encomio al Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti. Abbiamo deciso di intervistarla poiché, sin da subito, ci ha colpito il suo entusiasmo, non solo per la letteratura o la poesia ma per la vita in sé che questa giovane ragazza sprigiona. Abbiamo incontrato Annamaria qualche giorno fa e ci è subito parsa poliedrica, profonda e determinata. Nonostante l’età precoce, l’esperienza di certo non le manca, giusto per intenderci ha avuto il privilegio di vedere alcune sue poesie pubblicate su quotidiani e riviste nazionali di poesie, sia on line che cartacee, riscuotendo generale apprezzamento per le tematiche affrontate ed il particolare e coraggioso metodo poetico-espressivo. Con lei non abbiamo parlato soltanto di poesia ma anche di attualità, cultura ed istruzione.
Parliamo della tua raccolta, raccontaci di “Il tuo sussurro” Sono solo Poesie?
La mia raccolta è costituita solo da poesie, è un lavoro di tipo tradizionale, una vera e propria raccolta. È nata dall’esigenza di raccontare temi che solo lo strumento poetico riesce a rendere con immediato realismo, senza sovrastrutture sicché ognuno può immedesimarsi. Infatti, il dolore troppo straziante; l’amore dolce e leggero come un bisbiglio; la memoria di persone che non ci sono più come una preghiera sussurrata e discreta. Da qui, da questa esigenza sorgono i sussurri dell’anima; un soffio che grida al mondo. Così è nata la mia prima raccolta.
Che cos’è per te l’arte di scrivere Poesie o scrivere in genere?
Scrivere, per me, significa condensare emozioni e comunicarle agli altri; potersi immedesimare con empatia nelle emozioni altrui per poterle raccontare, tramandare. Significa, altresì, tramettere idee, sentimenti ed immagini in modo chiaro e coinvolgente, a volte addirittura travolgente. L’arte dello scrivere è intuita e sensibilità, è creare immagini.
È difficile, al giorno d’oggi, per un giovane pubblicare?
Al giorno d’oggi, come sempre è stato, per un giovane agli esordi, è difficile pubblicare seguendo le strade ordinarie della pubblicazione. Siamo nell’era del “tutto e subito” e spesso per i giovani è duro saper aspettare il momento adeguato ed i tempi giusti; è la frenesia della velocità che caratterizza il nostro tempo e molti rinunciano. Inoltre, le case editrici tendono a puntare su autori già affermati o su progetti considerati commercialmente sicuri. Per un esordiente, quindi, è complicato ottenere visibilità ed è per questo che ringrazio ancora la casa editrice Bertoni che ha creduto in me e nel mio “progetto”.
Come può definirsi un ‘bravo’ poeta o poetessa”?
Il “bravo” poeta è colui che riesce a provare empatia, a trasmetterla agli altri e riuscendo a leggere negli occhi dei lettori ciò che ha provato componendo quei versi e quali effetti hanno suscitato nelle loro anime.
Pensi ci sia sempre meno interesse verso la letteratura da parte dei giovani di oggi?
I giovani, oggi, attraverso i social, sono stimolati alla lettura grazie a pagine dedicate ai libri e grazie ad alcuni autori che li invogliano tramite sponsorizzazioni. D’altra parte, però, sono bersagliati da innumerevoli distrazioni provenienti proprio dagli stessi social network che distolgono l’attenzione dalla lettura e dal suo vero obiettivo, ovvero quello di trasportare le persone in altri mondi e vivere nuove storie che stimolino la loro immaginazione e arricchiscono il loro bagaglio di emozioni e sapere.
Attualmente cosa sta preparando letteralmente e cosa spera?
Solitamente non amo “spoilerare” i miei progetti, anche perché sono naturalmente discreta, ma posso dire che sto lavorando da tempo ad una nuova raccolta nella quale tratterò temi nuovi e vecchi visti da una prospettiva diversa.
Annamaria Parnolfo è intenta nel perseguire questa sua passione per la quale dedica molte energie e studio, il tutto con determinata abnegazione professionale. È necessario continuare a sostenere le giovani promesse ed i talenti del territorio per indicare ai giovani che con l’impegno e la giusta formazione, ognuno può trovare la propria vera strada da percorrere e ottenere, in tal modo, i risultati cui ambisce.
MICHELE D’ALESSIO