Aldo Bianchini
SALERNO – Il mio recente articolo del 18 giugno scorso pubblicato su questo giornale con il titolo “Binari & Porti: quando avevamo i binari sul lungomare” ha suscitato, come previsto, un ampio dibattito tra i lettori attraverso numerosi commenti via mail e/o whatsapp.
Prima di andare avanti, però, è giusto riassumere in poche righe la storia della tratta ferroviaria tra la stazione e il porto di Salerno che può essere incentrata su tre momenti significativi:
- Incapacità decisionale sullo sviluppo (che Andrea Annunziata ha tirato per il collo fino agli estremi) da dare alla tratta in funzione della crescita del porto commerciale e degli sbocchi verso l’esterno che adesso mancano e stringono il porto in una morsa senza via d’uscita; almeno fino a quando sarà completata la Porta Ovest annunciata per la fine di quest’anno;
- Il locomotore impazzito che il 3 dicembre 2005 uccise in Piazza della Concordia la prof.ssa Maria Teresa Paparella che era la zia dell’allora eurdodeputato Alfonso Andria; l’incidente provocò una serie a catena di reazioni contro l’esistenza della tratta ferroviaria che collegava alla stazione un porto che stava toccando il suo punto più basso di volume commerciale e turistico;
- Eccessivo e insano entusiasmo intorno alla decisione apodittica di De Luca di abbattere, nella notte tra il 24 e 25 settembre 2009, il ponte su Via Torrione che consentiva la congiunzione della tratta tra il lungomare e la stazione. Un abbattimento che nell’eliminare ogni possibilità di rapporto tra il porto e la stazione ferroviaria, con la scusa di mettere in sicurezza e igiene una piccolissima zona del quartiere Torrione, non fece altro che regalare agli inquilini dei palazzi circostanti una iper valutazione delle loro singole proprietà. Tutto questo in dispregio dell’utilità che quel binario, se rivisto e adeguato ai tempi, avrebbe garantito allo sviluppo economico di tutta la città, e non solo.
Dr. Mario Salucci (dirigente medico ospedale di Pagani): Caro Direttore, comprendo la sua signorilità, ma mi sono permesso di immaginare cosa avrebbe fatto a quelli del ponte … “”Ricorda Totò? ……. è lei che ha applaudito alla demolizione del ponte? Bene. Metta la mano su quest’occhio e tenga bene aperto l’altro. Ricorda?””
Amm. Ing. Gaetano Perillo: Comprendo il rammarico del Direttore Bianchini nel constatare che anche Napoli avrà un indispensabile raccordo diretto porto-ferrovia, mentre il porto di Salerno, benché di minore potenzialità, continuerà ad esserne privo.
Non condivido tuttavia che ancora ritenga una “sciagurata” decisione quella presa nel 2009 di eliminare quell’unico binario che negli anni precedenti aveva in qualche modo assicurato un trasferimento di merci da e per il porto, con trasporti su ferro.
Con il notevole impulso che lo scalo salernitano – potenziato e ristrutturato – andava assumendo, sarebbe stato irrealistico ipotizzare continui transiti di convogli ferroviari su un binario situato sul principale lungomare cittadino, con tutti i risvolti negativi facilmente immaginabili.
“Sciagurata” invece fu l’incapacità di tutti i responsabili del settore nel non fiutare per tempo il trend dei sistemi infrastrutturali per la mobilità a servizio dei porti commerciali, orientato ovunque verso la multimodalità su strada e su ferro. (Vedasi ad es. Genova, La Spezia, Livorno, Trieste, ecc.)
Piuttosto che polarizzarsi su soluzioni dall’esito imprevedibile (Viadotto Gatto, Porta Ovest), occorreva anche esplorare possibili opzioni per collegamenti su ferro.
Non per citarmi, ma la mia idea progettuale di un doppio raccordo in galleria orientato verso l’agro nocerino-sarnese, esposta e divulgata già alcuni anni prima, poteva rappresentare una possibile soluzione, quanto meno per fare da stimolo per studi o determinazioni assimilabili.
Purtroppo, neanche il traino delle opportunità fornite dal PNRR è riuscito finora ad avviare qualcosa di concreto, onde sperare di colmare il deficit infrastrutturale che caratterizza il porto di Salerno e ne preclude l’inserimento diretto nel network ferroviario nazionale ed europeo.
Amm. Ing. Gaetano Perillo
RISPOSTA: Se l’ironia del dr. Salucci è impagabile in quanto racchiude perfettamente il mio risentimento nei confronti di quegli sciagurati idioti, le precisazioni anche dissenzienti dell’ammiraglio ingegnere Gaetano Perillo mi offrono la possibilità di continuare il discorso su questa esistente doppia visione del problema “pro e contro i binari” che ha attraversato per anni il dibattito cittadino che è giusto riportare alla memoria di tutti.