VINCENZO CIORCIARI: l’ultimo narratore di storie, quadri e bozzetti … in “Sassaneggiando”

 

Aldo Bianchini

SASSANO (SA) – Un’opera gigantesca quella realizzata da Vincenzo Ciorciari con il volume “SASSANEGGIANDO – come vive (va), come parla (va) … Sassano” di ben 928 pagine delle quali 516 dedicate alla ricostruzione di storie, quadri e bozzetti, e le rimanenti pagine dedicate a “U libbro r parole” che spiega, in ordine alfabetico, tutte le sfumature dialettali di una comunità che ha antiche radici.

Tutto questo enorme lavoro di raccolta, di ricomposizione e di ristrutturazione mi ha portato alla determinazione di definire Vincenzo Ciorciari come “l’ultimo narratore di storie, quadri e bozzetti” della vita reale vissuta nei secoli scorsi dalla comunità sassanese.

Difatti, per quanto mi riguarda, Vincenzo è stato ed è, fino a questo momento, l’unico narratore capace di firmare un volume gigantesco e totalizzanteSassano ha avuto in passato altri narratori, anche in vernacolo, (da ricordare ovviamente il prof. Pasquale Petrizzo, poliedrico personaggio culturale e parente stretto di Vincenzo) ma nessuno è mai riuscito a comporre un’opera così gigantesca che racchiude veramente tutto (da qui il termine “totalizzante”), ed anche di più, passo dopo passo, la storia, le radici e le tradizioni di Sassano.

Sassaneggiando” è anche un inno all’amore che l’autore custodisce nel suo cuore per il paese in cui vive e scrive; non nasconde le sue passioni e non si nasconde dietro falsi infingimenti, non a caso il primo capitolo del volume si intitola “Ricordare è vivere – Ricordare in sassanese è vivere due volte”. Un’affermazione che suona forte e si ripercuote nel tempo con grande penetrazione ed incisività.

“… e po’ Ddio criatt’ Sassano” e “Sassano ‘du core” questi i due capisaldi che hanno, a mio avviso, sostenuto l’autore nel lunghissimo ed estenuante lavoro di ricerca e di riordino da cui è scaturita l’opera che rimarrà come una pietra miliare nella storia di Sassano.

Ma in concreto chi è Vincenzo Ciorciari ? E’ uno scrittore che è maturato nelle esperienze iniziali di storico e saggista per passare, poi, alla ricerca del dialetto ed alla sua analisi passata – presente e futura del vivere e del parlare.

Ed è anche un personaggio intellettualmente molto onesto, prima con se stesso e poi con gli altri; difatti Vincenzo non si nasconde dietri gli specchi e più volte cita il suo defunto congiunto Pasquale Petrizzo come iniziatore della difficile ricerca delle espressioni dialettali e dichiara apertamente che la sua opera deve essere considerata la continuazione e l’estensione del lavoro di Pasquale che ha lasciato il libro “Così parla (va) Sassano” edito da Carlone nel 2009.-

Ed è a Pascalino e Sassano che l’autore dedica la sua opera: “a Pascalino che mi insegnò ad amare Sassano, a Sassano che mi insegnò ad amare gli antenati”.

Due capitoli mi hanno colpito più degli altri “Pascalino u privissor’” e “Z’a Tedda” che in sassanese stretto sta come nomignolo di tutte le donne di nome Giustina; definizioni dialettali che l’autore, poi, spiega benissimo nel capitolo “U soprannomo – U condranomo”; e scrive:

  • Il soprannome la specialità che nasce dal contatto con genti portatrici di antiche civiltà e viene fortificata dallo speciale “aere” della nostra terra impastato di folklore, di filosofia pratica ed onnirisolutiva per tirare avanti. E’ un quid che dà al sostantivo peculiarità tipiche, lo arricchisce con una serie di significati e di valenze, lo trasforma in un mini saggio di esperienza e di saggezza.

Due piccole frasi che racchiudono l’essenza ed il lavoro dell’opera che meriterebbe pieno accesso agli strumenti tecnologici come Wikipedia per dare a tutti la possibilità, in futuro, di leggere per capire storie, quadri e bozzetti del passato, del presente e del futuro.

LA CRONACA: L’opera di Vincenzo Ciorciari è stata presentata (come da foto in alto) lo scorso 3 maggio 2025 nel cine teatro Totò di Sassano alla presenza del sindaco Domenico Rubino, del consigliere regionale Tommaso Pellegrino, del presidente del gruppo teatrale “P. Petrizzo” Vincenzo Arnone, e del presidente della Pro Loco Giovanni Calandriello; la cerimonia è stata condotta con la solita maestria dal giornalista Pierino Cusati.

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