Ti vuoi mettere con me: si – no

 

da Antonio Cortese (docente – giornalista)

 

Indubbiamente originale la proposta a ciel non del tutto sereno di pretendere una firma per sigillare un rapporto di coppia per l’atto di comunione di sensi.

Anni di bigotterie sull’educazione sessuale ed ipocrisie imbarazzanti a confronto delle generazioni infantili fino a quelle percepite come scostumate, arriva quindi in un epilogo dai colori femministi con sfumature di emancipazione legale, sulla parità di genere che non esiste in natura e mai lo sarà; se non moderata preventivamente e precauzionalmente da garanzie e conquiste dei diritti sociali e civili.

Pronunciarsi risulterebbe difficile su tale ed ulteriore provocazione sfrontata, ma va considerato che la reductio ad mos vulgaris determinerebbe una contraddizione plurima, poiché il tema in pratica rimanda a tradizioni poetiche e romantiche, per cui da secoli nei modi gentili pretesi da sì fatta proposta normativa, le pulsioni erotiche vadano consumate secondo regole giammai scritte o uguali per tutti; secondo cui le fasi ed i tempi del corteggiamento e dell’accoppiamento propriamente per non risultare animaleschi, richiedano sapersi adoperare nella favella scritta o anche, perché no, con toni piccanti al partner desiderato e ancora con comportamenti di seduzione tattica ed astuta o cavallereschi.

Il comportamento umano qualora evoluto e civile, a scanso di clave cavernicole a proposito di tali amorosi scambi, arriverebbe secondo la saggia esponente politica di spicco nostrana, di cui conservo stima in miei articoli precedenti a proposito di altri temi come quelli edili o architettonici, ad una robotizzazione razionale che richieda casomai di logica l’adoperarsi con codici e password sui dispositivi personali anche per un rapporto normalissimo che sia iniziatico o di rodata prassi.

La religione poi, che avalla con un sacramento a prescindere l’unione tra i generi proprio con firme sull’altare, ci avrebbe pensato un attimino prima all’attuale querelle dibattuta, ma poiché l’emancipazione del gentil sesso sembra non placarsi, avanzando come alibi casi di maltrattamento che fanno parte del naturale gioco in ballo dai primi stati darwiniani ad oggi, le donne occidentali sembrano voler aumentare ciò che a volte é un semplice ricatto decisionale tenendosi altresì ben ferme le conquiste di messa a nudo dei propri costumi e sentimenti, quasi sempre da esse stesse sviliti grazie o per colpa dell’ambiguità doppiogiochista propria della donna “sociale”;

…donna che facendo passi più lunghi delle proprie gambe, paradossalmente diviene in queste società sempre più animale femmina di genere e sempre meno donna umana, la cui dignità ritornerebbe totalmente, mediante simili intenzioni propedeutiche, al livello di quel mestiere ritenuto il più antico.

Sentimentalmente.

Sarebbe meglio pretendere almeno una poesia, un fiorellino rubato, un Bacio Perugina…

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