Aldo Bianchini
SALERNO (13.10.25) – Nell’edizione di ieri il quotidiano IL MATTINO ha titolato: “” La carica di Cirielli «Ribaltone possibile» Poi apre ai centristi – Prima uscita ufficiale del candidato del centrodestra, con lui l’intera coalizione – Se vinciamo Schlein deve dimettersi. Resto viceministro, lascerò dopo il successo””.
Da osservatore, diciamo attento, mi sono subito chiesto se davvero siamo già ad una carica di Cirielli; e prima di esplicitare il mio pensiero vi dico innanzitutto che il titolo del prestigioso quotidiano del sud non è banale e non vuole neppure fare colpo per vendere qualche copia in più.
L’affermazione del giornalista de Il Mattino si basa, invece, su elementi ben precisi che ora dopo ora, fin dai primi minuti della ufficializzazione della nomina di Edmondo Cirielli a candidato unico della destra per la presidenza della Regione Campania, sta montando nella pubblica opinione che è oggettivamente stanca di questo dominio assoluto della sinistra e più precisamente del “sistema di potere politico” di Vincenzo De Luca, il quale secondo una moltitudine di elettori ha fatto ormai il suo tempo.
Il buon pentastellato Roberto Fico (già presidente della Camera dei Deputati per nomina e non per meriti politico-storici) non tira, non unisce, non riesce ad entrare nell’immaginario collettivo dell’elettore medio, neanche in quelli benificiati dal famigerato “reddito di cittadinanza” fortemente voluto dal suo partito e naufragato tra mille e mille polemiche. E poi Fico non restituisce agli elettori nemmeno l’immagine di un politico forte e con tanto di progettualità sulle cose da fare, anzi appare letteralmente succube del suo capo Giuseppe Conte e, peggio ancora, dell’incerta ed ondivaga segretaria nazionale del PD (eletta quasi per gioco non dagli iscritti ai circoli di partito). Infine c’è la grossa incognita deluchiana che, almeno fino al momento della presentazione delle liste, non si sa come giocherà la sua importante e, forse, ultima partita anche se lui ha garantito che resterà sul palcoscenico almeno per altri venticinque anni.
L’immarcescibile Edmondo Cirielli (politico di lungo corso, venuto dall’esperienza vissuta in tutti gli scalini del partito) non solo oggi è viceministro degli esteri in carica ma possiede un aplomb completamente diverso dal suo avversario: portamento militaresco che tanto piace alla classe media, coraggio da vendere, leale, mai altezzoso, frequenza assidua dei collegi elettorali, ascolto della gente comune, un senso di umiltà innato e una disponibilità immensa a garantire il buon governo tra legalità e trasparenza. Potrebbe davvero rappresentare il momento storico della svolta che dovrebbe partire dalla Regione per arrivare alla Provincia ed al Comune di Salerno per cercare di scardinare il retroterra deluchiano che negli anni è penetrato anche nei meandri più lontani e periferici. Del resto, Lui Cirielli, la spallata l’aveva già data nel 2009 quando contro lo scetticismo di molti stravinse le elezioni Provinciali scardinando il Fort Apache costruito dai deluchiani. Per le prossime elezioni dovrà fidarsi dei soggetti che hanno dimostrato in questi anni fedeltà assoluta verso il progetto di centro destra che dal governo centrale promana in tutto il Paese. Del resto la Campania, così come la Provincia e il Comune di Salerno, hanno una precisa identità di destra che vince alle politiche e perde tutte alle amministrative.
Vedere quella foto sul quotidiano Il Mattino mi ha lasciato, però, un po’ perplesso; farsi fotografare insieme a Mara Carfagna e Gigi Casciello, dopo anni e anni di guerre intestine, non offre un buon ritorno verso gli elettori; ma mi dicono che così è la politica di oggi e bisogna farsene una ragione.