da Pietro Cusati ( Giurista- Giornalista)
Giorgio Forattini ha bersagliato le sue “vittime” trasformando gli esponenti politici di primo piano nelle figure di una grande sceneggiata nazionale. ”La mia più grande soddisfazione è di aver lavorato sempre con coraggio e indipendenza e di non aver mai piegato la testa di fronte agli attacchi che spesso mi hanno creato grossi problemi”.”La prima vignetta fu quella nel 1974 dopo la vittoria del referendum sul divorzio, disegnai Fanfani come un tappo (era molto basso) che saltava via da una bottiglia con un grande NO sull’etichetta”. Una frase famosa di Giulio Andreotti quando gli chiesero perché ‘’non mi avesse mai querelato ,che posso dire di Forattini? E’ lui che mi ha inventato’. Questi erano i personaggi di una volta”.E’ scomparso a Milano,il Maestro della satira,Giorgio Forattini, aveva 94 anni, essendo nato a Roma il 14 marzo del 1931,ha fatto più di 10 mila vignette, che hanno graffiato la classe politica . Dalla sua produzione sono stati pubblicati dal 1974 ad oggi, 55 libri editi da Mondadori, che hanno venduto più di tre milioni di copie. Nella sua lunga carriera ha ricevuto molti premi. Dopo la licenza liceale frequentò il biennio di architettura all’Università di Roma e l’Accademia di Teatro. Nel 1953 inizia a lavorare in un raffineria di petrolio , poi come rappresentante di commercio di prodotti petroliferi a Napoli e nel sud Italia. Alla fine degli anni ’50 entra in una casa discografica, prima come venditore, poi come direttore commerciale curando la realizzazione di cataloghi di musica leggera e musica classica in Italia e negli Stati Uniti. Dalla fine degli anni ’60 opera in pubblicità come illustratore e copywriter, creando campagne pubblicitarie nazionali per la Fiat, l’Alitalia e altri importanti compagnie. Le prime vignette di satira politica appaiono a colori nel 1973 sul settimanale Panorama della Mondadori, a cui collabora per dieci anni, e su Paese Sera nel 1974. Alla fine del ’75 lascia Paese Sera per contribuire alla fondazione del quotidiano La Repubblica di Eugenio Scalfari, collaborando al progetto grafico e come disegnatore satirico. Per sette anni collabora anche al settimanale L’Espresso di Roma e nel 1991 torna a Panorama dove collaborò fino al 2009. Lascia La Repubblica e ritorna nel 2000 a La Stampa di Torino, su invito dell’editore Gianni Agnelli, cui collabora per cinque anni. Dal 2006 al 2008 pubblica sul quotidiano Il Giornale di Milano.Dal 1 agosto 2008 a fine 2009 collabora col gruppo QN – Quotidiani Nazionali: Il Giorno, La Nazione e Il Resto del Carlino. In una intervista di alcuni anni fa tenne a precisare: ”Non sono mai stato di sinistra. E neanche di destra. Sono sempre stato un liberale e un uomo libero. La verità è che detesto l’ integralismo. Non sopporto nessun partito”.