SANITA’: “grazie Ruggi” … da Sala Consilina e Nocera Superiore

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Bisognerebbe prendere lezioni dai giornali online di provincia per incominciare ad abituarsi alla ricerca anche delle cose buone (e sono tante !!) che la nostra sanità pubblica provinciale riesce, comunque, a mettere in piedi per il bene dell’enorme comunità che è chiamata ad assistere.

L’appello, ovviamente, è rivolto alle grandi testate giornalistiche ed a quelle medie che spesso incappano in mostruose cadute di stile pur di cavalcare a tutti i costi la tigre della notizia sulla “mala sanità pubblica”; una sanità che di certo ha tante cose da farsi perdonare ma che resta tra le migliori, se non proprio la migliore, del mondo.

 

RUGGI – VERDOLIVA, lettera ringraziamento di una paziente in ginecologia (vallopiù – 27.10.25)LA STORIA – L’esempio, dicevo, arriva da una testata giornalistica online della provincia di Salerno e più specificamente dal Vallo di Diano (area interna spesso dimenticata anche se espressione di grandi talenti, e non soltanto in campo giornalistico) denominata “ValloPiù.it”, diretta dall’ottimo giornalista e noto storico dr. Giuseppe D’Amico (detto Geppino), che ha pubblicato in data 27.10.25 la lettera scritta dalla sig.ra Grazia (76enne di Sala Consilina) che è stata di recente operata nel reparto di ginecologia del Ruggi e dove ha trovato enormi professionalità e corretti rapporti umani da parte del primario, dei medici e degli infermieri:

  • Chi demonizza tutta la sanità pubblica italiana si deve ricredere. L’ospedale Ruggi D’Aragona del San Leonardo di Salerno è una splendida realtà della nostra sanità pubblica. Questo nosocomio è un’eccellenza della nostra sanità. Le parole d’ordine di questo ospedale sono: PROFESSIONALITà, PASSIONE, UMANITA’, e il reparto di ginecologia ne è l’esempio lampante. Dal primario, alla caposala, agli infermieri, agli anestesisti, alle studentesse di ostetricia, ai portantini…. tutti hanno dato e danno un valido contributo per il buon andamento del reparto. Il paziente è ben accettato ed amato perchè trova umanità e competenza. Grazie a tutti coloro che contribuiscono a migliorare il fisico ed il morale del paziente! Grazie reparto di ginecologia del RUGGI D’ARAGONA”;

 

IL PRECEDENTE – Più o meno la stessa cosa è accaduta appena qualche settimana fa, ma in quel caso (la morte della paziente ricoverata in ginecologia “A.G.” 69enne di Nocera Superiore) si è scatenato il tritacarne mediatico da parte di alcuni giornali che hanno insistentemente cercato di infangare un reparto che, stante alle dichiarazioni dei pazienti, è un riferimento di eccellenza dell’intera struttura ospedaliera provinciale. Nel caso di A.G. i parenti si sono affrettati a recarsi addirittura di persona al cospetto del d.g. Ciro Verdoliva per ringraziare della qualità dell’assistenza ricevuta e per esprimere il loro dissenso contro il tritacarne mediatico che stava per travolgere anche loro nella stessa spirale.

 

E se è vero, come è vero, che la sig.ra Grazia era decisamente preoccupata per il suo stato di salute ed oggi sta molto meglio ed è nettamente risollevata (come si evince dalla notizia pubblicata da ValloPiù.it), è altrettanto vero che la paziente di Nocera Superiore, A.G., era stata già operata con successo per ben tre volte dal prof. Laurelli e per tre cancri molto pericolosi ed invasivi; da qui le condizioni sempre più indebolite l’hanno portata alla morte, senza alcuna negligenza e/o errore da parte degli operatori.

 

A questo punto viene naturale chiedersi chi è il responsabile di un reparto che funziona così egregiamente; la risposta è semplice, si tratta del dr. Prof. Giuseppe Laurelli, napoletano, vincitore del concorso per il primariato della ginecologia salernitana, che sta restituendo (e i ringraziamenti lo attestano) al delicato reparto la sua dignità di struttura sanitaria che si avvicina alla sensibilità ed alle esigenze dei pazienti e dei rispettivi familiari.

 

Da questo giornale gli auguri sinceri al dr. Prof. Laurelli, nonostante le mille e mille difficoltà, di continuare nella sua opera di ricucitura dello strappo che comunque esiste tra gli operatori sanitari e i pazienti/parenti.

 

 

 

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