da Salvatore Memoli (avvocato – scrittore – giornalista)
Se ne avessi il diritto ripeterei a tutti: Non abbiate paura, spalancate le porte (del cuore e dell’anima) a Dio! La Chiesa é sua ed Egli fa per se stesso le cose più giuste. Il Conclave ci ha dato un nuovo Papa, Leone XIV. Ne siamo felici, sicuramente è il meglio che possiamo avere. A noi di riconoscerlo come Vicario di Cristo, come il Buon Pastore, amarlo e seguirlo.
Più che parlare di lui o forse prima di parlare di lui, come tutti stanno facendo, voglio fare una riflessione che tocca aspetti generali della vita della Chiesa. Voglio dire che il collegio cardinalizio di cui tutti hanno detto cose irripetibili, ha mostrato più santità, saggezza, lungimiranza e legame a Cristo Buon Pastore di quello che molti gli riconoscevano. Questo collegio eterogeneo, quasi di sconosciuti, di uomini lontani geograficamente da Roma, ha più maturità, cognizione, legame alla cattedra di Pietro, dei commentatori di circostanza.
Il dato nuovo e positivo é stata l’attenzione e l’interesse per le vicende dell’elezione da parte di una platea vasta, non solo di cattolici, perfino di molti atei. Qualcuno immaginava che il Collegio cardinalizio fosse diviso, incapace di discernimento, forse preda di ragionamenti più politici che ecclesiali. Alla terza chiama ed al quarto scrutinio, la convergenza dei voti ha eletto il Card. Robert Francis Prevost. Non era nell’aria il suo nome ma questo prova quanto i comuni ragionamenti siano lontani dalle linee guida dei Cardinali. Quell’essere uomini di chiesa, umanissime persone che sorprendentemente lasciano ogni umano ragionamento, non appena un’intuizione illuminante prende posto nelle loro scelte, libere e concordanti.
Li abbiamo visti gioiosi e sereni, sulle logge della Basilica di San Pietro. Sereni per aver adempiuto al loro dovere che li colloca a metà tra l’essere con i piedi nella storia della chiesa e protesi all’ascolto dell’illuminazione divina.
Veramente il Conclave é un eremo di pura mistica, per chi si abbandona a Dio!
Del nuovo Papa, che abbiamo subito accettato, capito, voluto bene e sentito vicino a noi, nelle sue umanissime reazioni di commozione e di naturale imbarazzo a stare su quella loggia dove pochi giorni prima c’era il suo mentore e padre nella fede Francesco, molti hanno già detto, scritto e parlato. Credo che il Conclave ci abbia restituito una Chiesa forte, orante e compatta.
Abbiamo una Chiesa che ha i numeri per superare qualche lacerazione, una Chiesa animata da vocazioni di giganti. Con cardinali che hanno saputo rinunciare alle loro naturali attese di vivere i propri momenti, cardinali che hanno fatto discernimento su che cosa aspettava il mondo dalla chiesa in questo momento, cardinali che avrebbero potuto eleggere l’uomo naturalmente più forte dei consensi, cardinali, che hanno sovvertito le attese, ancora una volta nella storia dei Conclavi degli ultimi tempi.
Che cos’è questo se non una Chiesa che sente la sua responsabilità e il suo ruolo nella storia?!
Avevamo bisogno di questo, oltre a un grande Papa!
Papa e Chiesa sapranno camminare insieme. Ed entrambi cammineranno insieme a tutto il Popolo di Dio.
Sembrano concretizzarsi i grandi pensieri pastorali di pastori dello scorso secolo, come il Cardinale Michele Pellegrino di Torino che con forza scrisse la sua grande lettera pastorale “Camminare insieme” ( 8 dicembre 1971) che andrebbe riletta e che segnò vigorosamente la vita della Chiesa Italiana.
La Chiesa e il Collegio Cardinalizio escono rafforzati nei loro ruoli e se si pensa alle ricadute che ci saranno in tutte le Diocesi del mondo, c’è da credere che la Chiesa vivrà la sua nuova primavera.
La Chiesa sinodale avrà nel Papa Leone, con le sue energie morali, teologiche, le sue linee guida, un forte stimolo alla partecipazione ed alla fedeltà al Vangelo.
Per grazia di Dio, non ci sarà una Chiesa degli sconfitti ( vinti) e dei vincitori, perché il dato che scopriremo nei giorni futuri ci permetterà di capire che chi avrebbe potuto vincere ha passato la mano ed ha liberato le energie dettate dallo Spirito con l’elezione del Papa Missionario.
Questa Chiesa che ha sparigliato le previsioni, ancora una volta, con grande libertà e maturità, ha scelto di essere fedele a Francesco. Ha ragionato come lui avrebbe fatto ed ha scelto con il suo coraggio, perché la Chiesa abbia sempre la forza della Profezia e della Missionarietà.