Più contrattazione individuale.

 

da Antonio Cortese (docente – giornalista)

 

Da quando gli italiani hanno comprato i primi personal computer, il curriculum vitae è stato un dei primi documenti da presentare ai datori di lavoro.

Gli stessi lavoratori italiani sono purtroppo dopo più di trenta anni legati concettualmente a sorpassate logiche sindacali; perché il lavoro, per molti ma non per tutti, si collega all’articolo costituzionale 39 ed altrettanti partendo dal primo ovviamente.

Il governo in queste settimane sta “lavorandum” per salvaguardare e migliorare le materie dibattute appunto dalla recente chiamata alle urne e mentre le parti si spera si capiscano meglio, la commissione Omnibus IV ha intavolato qualcosina per sburocratizzare almeno le imprese, partendo dalle più grandi con limite 750 dipendenti.

Ma sappiamo che la galassia imprenditoriale dello Stivale é composta dalla grande maggioranza di micro aziende con medie di dipendenti che si contano su due mani.

Dalla digitalizzazione alle modalità di consumo e smaltimento fino alla trasparenza, almeno il mondo del lavoro autonomo potrà liberarsi da svariate zavorre affinché lo sviluppo non sia altrettanto rallentato appunto dalle logiche dei collettivi sindacali.

Quindi se relazionarsi con l’emiciclo significa proporre e non andarsi a lamentare o protestare in vano o ad oltranza, mi permetto di suggerire alle commissioni addette di optare anche per adeguamenti  oramai attualissimi per le contrattazioni delle prestazioni professionali o meno.

Se ogni lavoratore ha una dignità ed una competenza provata o maturata, non può essere più considerato come un apporto ugualmente normato ad altre venti o più figure. Anche perché se l’appuntamento elettorale appena disinnescato dall’insufficienza del quorum, i primi tre quesiti della materia sbandierata dai sindacati evidentemente non sono chiari neanche ai vertici sindacali; dunque la contrattazione collettiva in generale non ha ragione nemmeno nella produzione di massa della fine del secolo scorso.

Esistono da anni uffici per le risorse umane ed uffici per le relazioni pubbliche che praticamente già lavorano più efficacemente per assunzioni, condizioni e durate contrattuali, la cui remunerazione é denominata quale stipendio e non salario come gli schiavi del mille avanti cristo: la traduzione sventolata da qualche decennio dalle sinistre é infatti erroneamente importata dai paesi spagnoli e la si pretenderebbe addirittura con l’aggettivo “minimo”, da parte delle forze sindacali, che così pretenderebbero che la gente venga pagata non per una competenza ma per semplice pacificazione sociale, diseducando e disabituando al lavoro invece di rafforzarlo, ottenendo inoltre man mano il risultato contrario ed il ribasso da parte della parte offerente.

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