UN MONDO DIVISO IN DUE

La politica dei dazi imposti dall’Amministrazione Usa, in pratica al mondo intero, si è arricchita ieri di un altro capitolo relativo all’accordo stipulato con l’Unione europea. L’accordo è stato raggiunto dopo quello siglato altresì con Gran Bretagna e Giappone e una prima intesa con la Cina.

Gli accordi tra Usa e Cina, si spera (!), interverranno quindi al termine di un percorso politico che riguarda la novità dei rapporti tra le due superpotenze quali pilastri delle nuove organizzazioni militari e commerciali che insistono nelle aree divise dell’Occidente e dell’Oriente, secondo le proprie diverse tradizioni.

E quindi oggi, non a caso, tra Usa e Cina riprenderanno a Stoccolma i colloqui d’intesa sui dazi e ieri il Presidente Trump si è mostrato molto fiducioso per una conclusione positiva, dichiarando “siamo molto vicini a un accordo con la Cina” e aggiungendo che “la volontà di fare un accordo c’è, ma vediamo come va“.

E allora, lo ripetiamo ancora una volta qui, nell’attualità del mondo il rapporto di forze tra i due “Grandi Re” (cfr. R. Guénon) non si è mai interrotto. Così che, nel novembre 2023 a San Francisco, mentre Xi Ji Ping dichiarava che fosse ed è irrealistico pensare che una delle due potenze militari ed economiche possa “rimodellare l’altra” e aggiungere quindi che “il pianeta Terra è abbastanza grande perché entrambi i Paesi possano avere successo“; Biden ribadiva che lo stesso Xi fosse un “dittatore” e aggiungere altresì che “si tratta di un leader che guida un paese comunista“.

E quindi, come narrato già qualche tempo fa da Esopo, l’Unione europea ha ricevuto e riceverà dal proprio giusto destino (ovvero l’esatta misura del proprio stare dell’essere – e nell’essere del mondo – e l’essere del proprio stare medesimo) il diritto reale a stare come “vaso di coccio tra vasi di ferro”. E questo, perché ha nuovamente fallito lo scopo di medietà e camera di compensazione tra le due diverse aree geopolitiche mondiali; ruolo e funzione che, nel corso dello sviluppo del commercio lungo il Mediterraneo a partire almeno dal VI millennio BCE, furono ad esempio, alla fine dell’età del bronzo, viceversa validamente ed efficacemente garantiti dal Levante, “come interfaccia tra l’Oriente continentale e l’Occidente mediterraneo” (cfr. M. Liverani).

E infatti, l’accordo raggiunto sui dazi tra Usa e Ue è intervenuto dopo che, tre giorni fa, ricevuta in Cina dallo stesso Xi, la Commissaria Ue Von der Leyen, all’esito del colloquio terminato un giorno prima del previsto, ha dichiarato che, con l’approfondirsi della cooperazione con la Cina, “si sono anche accentuati gli squilibri” e quindi “è essenziale riequilibrare le (corrispondenti) relazioni bilaterali“. Ovvero: ristabilire gli accordi fondamentali di partenariato militare e commerciale con gli Usa, così che la stessa Von der Leyen, in merito all’accordo Usa-Ue sui dazi, ha dichiarato ieri che “è un grande accordo, enorme” e ha altresì aggiunto che “le due maggiori economie del mondo devono mantenere flussi commerciali solidi e stabili”.

Oltre alla materia commerciale degli accordi, la speranza è che le stesse intese, quelle raggiunte e quelle ancora da raggiungere, siano prodromiche alla fine almeno delle due più chiacchierate guerre che attualmente insistono sulle aree di confine tra l’ovest e l’est europeo e il nord e il sud asiatico.

 

da Paola Bergamo

e Angelo Giubileo

 

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