da Salvatore Memoli (avvocato – scrittore – giornalista)
L’opposizione ha il diritto sacrosanto di esprimere le sue idee e di manifestare in tutti i modi possibili per affermare una posizione alternativa, soprattutto quando sottolinea una diversitá che amplifica il dibattito democratico. Scrivere al Schlein e a Conte è un passo importante ma se è fine a se stesso, lascia il tempo che trova. Chi si oppone ed ha argomenti convincenti per limitare l’esercizio del potere di altri, deve fare di più. Quel di più che non
é capacità dialettica di contrastare; in politica le idee di moltiplicano e si organizzano in uno schieramento che deve avere il momento elettorale come obiettivo di verifica. Le idee si avvalorano con l’adesione democratica dei cittadini.
Se non si fa questo ogni mormorazione può essere definita e valutata come si vuole. Tutti debbono riconoscere che il potere del corpo elettorale, a cui sottomettersi, é la via maestra di affermazione di un programma politico.
In genere l’opposizione appartiene a schieramenti politici contrari, il malcontento interno ad uno schieramento ideologico é altro! Legittimo ma non ha altra definizione di uno ius murmurandi. È mormorazione, polemica, avversione che, se tocca linee ideologiche, assume ancora una dignità politica, se é diretta ad una persona è tutt’altro e, talvolta, invece di ferirla la rafforza agli occhi della gente.
De Luca lo votai nel 1993, avendo già apprezzato elementi di pragmatismo amministrativo nel suo agire di Sindaco, dopo Vincenzo Giordano. Lo votai restando Democristiano ed in aperta contestazione di un partito in preda ad una vergognosa lotta di correnti intestina. Un partito che nel 1993 decapitò senza averne diritto i rappresentanti locali e i gruppi di iscritti e tesserati, per scegliere Acocella che oltre ai suoi benemeriti titoli accademici e qualche amicizia sindacale non si era mai visto nell’agone politico cittadino. In più pretendeva fare ‘l’analisi del sangue’ ai veri democristiani. In quel periodo come democristiani portavamo l’infausto primato di un sindaco nuovo ogni anno. Tutti galantuomini e professionisti accreditati che, però, erano in mano al correntismo politico, in lotta fratricida. Chi pagava il conto salato era la città, priva di stabilitá politica e priva di programmazione. La stessa manovra urbanistica varata durante il sindacato di Scozia produsse una lottizzazione sfacciata degli incarichi tecnici, sempre meno orientata ad una lettura dei bisogni del territorio e dell’urbanistica di Salerno, ferita da un terremoto che sembrava essere diventato una tombola per i politicanti.
Salerno ha avuto dal contestato De Luca stabilità politica e programmazione, con tutti i commenti che possiamo fare ai suoi metodi garibaldini e dispotici. Deve essere detto che in quegli anni bisognava soltanto invocare la Madonna che scioglie i nodi, per sbloccare una cittá, una macchina amministrativa, le strutture tecniche e burocratiche, da una presa con le morse di mani fameliche, svogliate, disallineate da qualsiasi riferimento politico. De Luca ha lavorato per sbloccare un’idea falsamente borbonica di una falsa amministrazione politica che generava immobilismo e danni. Questo lo vogliamo ricordare?
Quanto a me sono il meno indicato a incensare De Luca. Venivo da una contestazione frontale e pubblica contro Ciriaco De Mita e le sue mani sulla città. Contro di lui e mai contro il partito della DC sostenni la Lista Insieme per Salerno che candidò tutti iscritti al
Partito, con tessera. Dopo una campagna elettorale, ventre a terra, ottenemmo l’elezione di un Consigliere Comunale e sfiorammo con pochi voti mancanti il secondo eletto, raggiungendo una percentuale di consenso che legittimava l’azione politica. Fui tacciato di tutto e di tradimento, perché democristiano che votava un comunista. Intanto dopo di me tutti i democristiani ( devo fare i nomi? Sarebbe un elenco più lungo dell’articolo) sono saliti sul carro, dal quale con una spallata mi buttarono giù ma, cosa più importante, De Luca non era stato eletto con il simbolo del Partito comunista!
Le chiacchiere lasciano il tempo che trovano, la politica che conta si fa con i numeri delle elezioni. Oggi De Luca ha il consenso più massiccio. Lo si vuole denigrare, lo si faccia, ma in questo modo si dà una patente di stupidità all’elettore che ne sente di tutti i colori contro di lui… ma lo sostiene in misura crescente!
Questo la Schlein e Conte lo sanno. Perciò gli hanno seminato la strada di sostanze scivolose!
La politica ha i suoi virus minacciosi, se non s’intaccano i consensi personali, ogni aspettativa é flatus vocis, perdita di tempo!
Questo De Luca lo sa e lo sanno anche gli intellettuali che agitano l’aria.