ALDO BIANCHINI
VATOLLA – L’altra sera (sabato 9 agosto 25) nella splendida cornice del Palazzo De Vargas a Vatolla di Perdifumo, l’evento Storie di Donne- Donne della storia, con la presentazione di “Le Sibille” di Enza Alfano e di “Amore Dolore Follia” di Rosaria Zizzo, ha inaugurato la sesta edizione della rassegna “I fiori del male Festival dell’Essere”, curata dalla professoressa Daniela Di Bartolomeo, che negli anni ha sempre profuso grande impegno ed amore per la cultura in tutte le sue declinazioni.
Dopo i saluti istituzionali da parte di Francesco Coccorullo, delegato al turismo del comune di Perdifumo, Gabriele de Marco e Claudio Aprea, consiglieri del GAL Cilento, Angiolina Marchese, presidente di Art Global e Giuseppe Pino Coccorullo, presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, il folto pubblico, attento e partecipe, è stato accompagnato alla scoperta dei due libri dalla intensa voce di Biancarosa Di Ruocco, dalle erudite considerazioni di Giovanna Tufarelli ed Eleonora Del Giudice e dai puntuali spunti di riflessione di Daniela Di Bartolomeo, che è anche autrice della prefazione del libro di Rosaria Zizzo, la quale ci ha regalato un’altra perla della sua produzione letteraria che, soprattutto negli ultimi anni, si è concentrata nell’affrontare tematiche relative al mondo femminile ed in particolare alle difficoltà ed alle sofferenze che la donna in quanto tale è costretta ad affrontare e subire per trovare il suo spazio e farsi largo e strada nella nostra società.
E lo ha fatto portandoci per mano nella vita e soprattutto nelle traversie di tante donne del passato e del presente, artiste, scrittrici, poetesse, intrecciando il loro percorso con il racconto della propria autobiografia e di storie di vita vissuta di donne delle quali ha raccolto confidenze, timori, paure, angoscie, speranze, sogni.
Poiché in lei convivono le due anime di scrittrice e poetessa, in questo suo ultimo testo, Amore Dolore Follia, la Zizzo ha scelto di immedesimarsi nell’anima, nel cuore, nei pensieri, nei volti e nei gesti di tutte le donne di cui racconta un tratto della vita, alternando monologhi e racconti con delle poesie, versi struggenti intrisi di tanto dolore ma anche di speranza: fil rouge della narrazione è il rapporto che queste donne del passato e del presente hanno e hanno avuto con la propria madre. Molto spesso è da lì che hanno origine la ribellione e la voglia di emergere, ma anche le scelte di un amore sbagliato, tossico: non esiste sofferenza maggiore, non esiste più atroce destino del non essere amate da chi ti ha donato la vita, ti ha messo al mondo. E allora, per non affondare, è necessaria una lotta contro l’autodistruzione, per conoscersi meglio e volersi bene. Rosaria vuol dirci che alla fine del tunnel c’è sempre una luce e che il mezzo per arrivarci siamo solo noi stessi, è la nostra caparbietà, il nostro ottimismo e la voglia di vivere.
Le conclusioni della serata, affidate al professore Vincenzo Pepe, sono state un elogio della bellezza, non solo estetica, ma anche etica e della necessità di prendersene cura, sottolineando che non deve essere la bellezza a salvare il mondo ma noi a salvare la bellezza.
Rosaria Zizzo ha portato i saluti del giornalista Alfonso Bottone, direttore organizzativo di …incostieraamalfitana.it, rassegna gemellata con il Festival dell’Essere, ad unire idealmente gli eventi delle due costiere, amalfitana e cilentana.