GIUSTIZIA: sulla riforma irrompe la procuratrice generale Rosa Volpe … ma dimentica che la giustizia penale, ormai, è solo spettacolo televisivo

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Sarebbe necessario riportare in vita il mitico filosofo greco-antico Diogene di Sinope (412 – 323 a.C.), detto “il Cinico”, con la sua lanterna ben accesa per poter trovare oggi qualche magistrato di questo “Bel Paese” che sia contento della riforma della giustizia che il governo Meloni e, soprattutto, il ministro della giustizia Carlo Nordio (già magistrato di lungo corso) stanno cercando a fatica di portare avanti per il bene (almeno questa è la loro affermazione) di tutti.

E’ vero che pochi anni prima della sua nascita si era spento l’altrettanto mitico Pericle (495 – 429 a.C.) che aveva una visione tutta particolare della democrazia ed imponeva il suo potere con la famosa affermazione “ad Atene si fa così”; ma da Percile a Diogene c’era già stato un enorme cambiamento generazionale anche come visione complessiva della democrazia per il bene di tutti e per il filosofo era necessario utilizzare la lanterna per ritrovarla. Anche se un po’ tutti riteniamo Pericle un dittatore, la storia ce lo presenta come un grande uomo; e Atene in quegli anni conobbe il suo massimo splendore.

Per la giustizia del nostro Paese ci vorrebbe qualcuno capace di fare la sintesi tra i due pensieri degli antichi greci e riformare davvero la giustizia, senza correre il rischio di essere tacciato come dittatore, affermando che “in Italia si fa così”.

Quest’uomo e/o questo pensiero non c’è e, quindi, tutti sguazzano nella melma del pantano in cui da decenni insieme dalla giustizia siamo precipitati tutti noi. Orami parlano tutti e parlano troppo, anche a sproposito.

Questo per quanto riguarda la giustizia in senso lato, senza distinzione tra le varie branche della giustizia che in quella penale ha raggiunto punti di aberrazione totale.

GIUSTIZIA in GENERALE: Ho letto con molta attenzione, in questi ultimi giorni, l’affermazione della dott.ssa Rosa Volpe (magistrato di vaglia), procuratore generale presso la Corte di Appello di Salerno (con un lungo passato da PM a Salerno, da Procuratore Aggiunto e Procuratore pro tempore di Napoli) sia contro la riforma che il decreto sicurezza; affermazione rilasciata nell’ambito della tre giorni salernitana del Congresso Nazionale di UNICOST, chiamiamolo uno dei sindacati dei magistrati, tenutosi a Salerno nei giorni 13 – 14 e 15 giugno scorso:

  • I magistrati sarebbero l’unica categoria professionale in cui i rappresentanti sono estratti a sorte. Per non parlare dell’istituto dell’alta corte disciplinare, in sostituzione del Csm, solo per la magistratura ordinaria e con l’irrituale meccanismo d’impugnazione avverso le decisioni delle Corte presso lo stesso organo … Riforma, a suo parere, non in linea con il principio di ragionevolezza e di uguaglianza … Decreto sicurezza imposto dal governo che ha introdotto plurimi nuovi reati, plurime circostanze aggravanti, plurimi aumenti di pena … si inaspriscono delle pene per chi esprime dissenso e si vanno a colpire forme di illecito che avrebbero bisogno di risposte diverse e che non possono essere equiparate a condotte di minaccia o violenza … in riferimento alla resistenza passiva o alla disobbedienza” (fonte Il Mattino del 14 giugno 2025).

Rispetto, ovviamente, il pensiero della dott.ssa Volpe ma non lo condivido; anche se il mio pensiero non conta niente io ho una visione della giustizia molto diversa, ritenendo che il Governo e il ministro parlano impropriamente di “riforma della giustizia”, dovrebbero invece definirla “riforma della magistratura” in quanto detta categoria fatta da uomini in carne ed ossa, e non da unti dal Signore, necessita di una profonda e radicale riforma per assoggettarla finalmente alle regole del gioco che non può essere gestito da loro, o soltanto da loro.

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