IL TANAGRO E POLLA: ANTEPRIMA DELLA NUOVA STORIA DEL FIUME, CON DOCUMENTI INEDITI, AD OPERA DI VITANTONIO CAPOZZI

Dr. Michele D’Alessio

(Giornalista – Agronomo)

Prof. Vitantonio Capozzi, detto Tonino, storico pollese

VALLO di DIANO –  Recentemente sui social si è scritto, che Polla è la città delle virtualità nascoste, ricca di storia, arte e reperti antichi (grotte), poche valorizzate o fatte passare per cose private. A dire il vero, Polla, dal punto di vista documentario, ha sempre, avuto letterati che hanno raccontato la storia del paese, nei minimi particolari, come i Proff. Bracco, i Proff. Curcio e i Proff. Medici e tanti altri, fino ad oggi con i nuovi depositari della storia della città di Polla, lo storico Giuseppe Geppino D’Amico e Vitantonio Capozzi, quest’ultimo meglio conosciuto come Tonino Capozzi. Ricordiamo che Capozzi, è autore di numerose opere a carattere scientifico, oltre a essere autore del romanzo storico dal titolo “Il primo re Borbone” e con sottotitolo” Il Solitario della Polla”. Di prossima uscita un altro libro, con documenti inediti, sulla bonifica del Vallo come ci comunica in esclusiva “Da qualche tempo mi assale il desiderio di raccontare le dinamiche idro-geo-topografiche che hanno caratterizzato il fiume Tanagro e Polla: un binomio inscindibile, che nei secoli li ha visti protagonisti in quel continuo susseguirsi, fenomeno inarrestabile, dell’atavico sentimento odio-amore tra la natura e l’uomo. Mi auguro di pubblicare su questo argomento, quanto prima, un libro che raccolga la lunghissima storia della convivenza, non sempre idilliaca, tra il fiume e la nostra comunità”.

Di seguito, un piccolo estratto della sua nuova ricerca storica. IL TANAGRO E POLLA

Nella nostra società, sopraffatta dall’accelerazione, la realtà sembra essere privata dal tempo che le consenta di aver luogo. In un tempo sovraccarico di eventi “la storia ci tallona”, il mondo sembra troppo raggiungibile: tanto si è ristretto con lo sviluppo e l’accessibilità dei mezzi di trasporto da non meritare di essere ancora esplorabile. In questa situazione di eccessi l’individuo rischia di cedere in una condizione che si può definire di “angoscia territoriale”. Oggi il territorio è segnato soprattutto da “non luoghi”, spazi nei quali si transita senza stabilire un rapporto, in una fluidità avversa a ogni definizione, in un procedere “liquido” di sempre nuovi inizi. Forse nei paesi si possono ritrovare ancora spazi identitari, relazionali e storici, esempi di “quei luoghi di vita prodotti da una storia più antica e più lenta, ove gli itinerari singoli si incrociano e si mescolano, ove le parole si scambiano e le solitudini si dimenticano per un istante, sulla soglia della chiesa, del municipio, al bancone del bar, sulla porta della panetteria…”.

Nel territorio non esistono solo montagne, fiumi, colline, cose durature della natura, o edifici, ponti, strade, cose materiali prodotte dall’uomo, la sua facies culturale è determinata da quella sorta di fioriture che sono i beni immateriali, in continua interazione con la natura, l’ambiente e la storia di un gruppo umano presente in una località. Si tratta dunque di quella eredità intangibile che consente ad una comunità di riconoscersi in una cultura propria e di acquisire identità e presenza nel mondo attraverso la differenza. Fare una mappa di questi beni significa rilevare le differenze che la creatività umana continua a produrre, nonostante lo stravolgimento del tempo e dello spazio dell’epoca attuale.

Vi sono fiumi che racchiudono simbolicamente la storia del paese che l’attraversano: uno di questi è certamente il fiume Tanagro, che scorre per gran parte della sua lunghezza nel Vallo di Diano, da Casalbuono a Polla. Il fiume nasce dal Monte Serino e percorre circa 92 chilometri prima di sfociare nelle acque del fiume Sele.

Il Tanàgro e la sua storia si caricano nel tempo di significati che vanno oltre i fatti contingenti, assicurandone un degno posto tra i luoghi “mitici”.

Immagine storica del fiume Tanagro

Nasce sotto forma di semplice torrente a monte del comune di Casalbuono, in località Cozzo del Demanio del territorio del comune di Moliterno in Basilicata, ma un apporto importante viene dato dalle sorgenti del Calore nel comune di Montesano sulla Marcellana (SA). Poi s’ingrossa rapidamente grazie all’apporto di numerose sorgenti, ruscelli e torrenti fino a diventare un fiume vero e proprio nei pressi di Padula. Dal territorio di Atena Lucana il fiume fu canalizzato, rettificato e cementificato, negli anni ottanta. I primi interventi di bonifica si fanno risalire ai romani, mentre quelli più consistenti e, in larga parte, risolutivi al tempo dei Borbone. Percorre in tutta la sua lunghezza l’altopiano del Vallo di Diano (450 m s.l.m.), uscendone poi attraverso la gola di Campostrino, dopo aver lambito il territorio di Polla. Fuori dal Vallo di Diano prosegue poi attraverso un percorso naturale di estrema bellezza i territori di Auletta, Caggiano e Pertosa dove raccoglie anche le acque provenienti dalle Grotte dell’Angelo. Qui è possibile scoprire circa 5 km di fiume, direttamente dal fiume facendo rafting guidati da professionisti. Continuando il suo corso parallelamente ai monti Alburni si ingrossa ancora grazie a numerosi altri tributari (fiume Platano-Bianco) fino a riversarsi nel Sele nei pressi di Contursi Terme. Importante evidenziare alcuni aspetti naturalistici di rilievo quale la presenza dell’Alborella lucana (Alburnus albidus) e la Trota fario (Salmo trutta fario), oltre alcune delle ultime colonie di lontre.

Per ripercorrere la pluricentenaria storia di Polla, bisogna tornare indietro nei secoli. Le sue radici affondano nella notte dei tempi, sempre a metà tra storia e leggenda, perché in terra lucana si sono narrate storie vere e racconti legati a questo particolarissimo paese. Polla si estende nel Vallo di Diano circondata dai monti della Maddalena a est e dal monte San Tommaso a ovest.  Il borgo è particolarmente bello e suggestivo; la città vecchia, il centro storico, è un alternarsi di colori caldi dove il rosso della pietra e dei mattoni si alterna con il rosato, l’ocra, l’arancio degli intonaci.

Perché parlare del fiume Tanàgro e di Polla?

I motivi sono tanti.

Un lavoro di rivisitazione dal quale sono affiorati il desiderio e la necessità non solo di ampliare la ricerca, ma di esplorare in molte direzioni seguendo la rete delle relazioni che restituiscono una memoria storica articolata nella quale la nostra possibilità d’interpretazione e di coinvolgimento è resa frammentaria dall’aver in parte dimenticato la gerarchia dei valori di un tempo, alcune forme di sacralità, espressioni e tradizioni linguistiche e convenzioni sociali che ritmavano diversamente la vita dei singoli e delle comunità. Ricordare è un’operazione importante, un legame vitale che permette di comprendere meglio il presente, di progettare il futuro e di costruire una visione di ampio respiro. Uno sforzo che non deve limitarsi a raccontare l’accaduto in forme narrative e descrittive, ma che ci obbliga talvolta ad intraprendere un viaggio contaminante tra dati storici e vissuti personali, a interpretare di volta in volta attraverso gli strumenti della storia, dell’antropologia o della creatività.

Nella pianura in cui viviamo, summa di secoli di lavoro, la protagonista è da sempre l’acqua, genius loci, fonte fluida di sussistenza, elemento forte della religiosità e ispirazione di scelte progettuali, economiche e pedagogiche.

Il fiume è stato via di comunicazione e tramite commerciale tra il Mediterraneo, la Pianura, gli Appennini. Attraverso il fiume questa parte di pianura è diventata l’ambiente ideale per la naturalizzazione di numerose varietà di piante e vegetali.

Nel prossimo articolo, Vitantonio Capozzi, ci farà scoprire o meglio ci farà fare un viaggio immaginario nella GROTTA DI POLLA

 

4 thoughts on “IL TANAGRO E POLLA: ANTEPRIMA DELLA NUOVA STORIA DEL FIUME, CON DOCUMENTI INEDITI, AD OPERA DI VITANTONIO CAPOZZI

  1. i fiumi che attraversano le città o i paesi danno quel fascino meraviglioso o particolare ….di notte in particolare….

  2. Se il Tevere è stato l’anima di Roma fin dalla sua nascita, il Tanagro lo è stato per Polla e i centri vicini. E’ difficile credere che, in assenza di questo prezioso corso d’acqua, molti paesi valdianesi non avrebbe avuto lo stesso percorso storico, elemento di vita in tutti i sensi: assicurava l’acqua per la sopravvivenza, era via di comunicazione primaria ed era elemento di difesa in caso di invasione….

  3. Uno dei compiti della scuola, dovrebbe iniettare nei giovani nozioni e far comprendere l’importanza della storia locale e contemporanea, spiegando nel dettaglio i fatti, le cause e le conseguenze, lo studio dei principali personaggi storici ed insegnare valori per i quali molti nostri connazionali hanno perso la vita. Peccato che questo compito è svolto a mezzo servizio, visto che in terza media e nell’ultimo anno di superiori è quasi impossibile arrivare ai giorni nostri. Il motivo principale è la carenza di tempo, un altro è spingersi solo alla fine del secondo conflitto mondiale, parlando del successivo dopo guerra mondiale con molta leggerezza come se non ci appartenesse….

  4. Complimenti per gli studi di ricerca al Dottor. VITANTONIO CAPOZZI, fare ricerche storiche richiede impegno ed tempo e…tanta passione….

Rispondi a Giovanni Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *