UNIVERSITA’: il presunto scandalo in ortopedia … visto da D’Amato e D’Angelo

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Era stato da tanti invocato e da molti temuto; ora è arrivato. Parlo del primo vero (anche se ancora del tutto presunto) scandalo tra gli scranni della facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Salerno; anzi sarebbe meglio ire tra gli scranni ancora più qualificati degli “specializzandi”. Al centro il notissimo prof. NICOLA MAFFULLI (Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Locomotore, Università di SalernoPrimario di Ortopedia e Traumatologia, Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona) reo, secondo l’accusa lanciata dall’Associazione Liberi Specializzandi presieduta da Massimo Minerva, di aver “costretto” i medici della scuola di specializzazione di ortopedia e traumatologia a fare flessioni e a pagare la colazione e/o caffè se arrivavano in ritardo rispetto all’orario d’inizio delle lezioni fissato alle 6.30.

La stampa locale ha rapidamente eclatato con titoloni da prima pagina l’intera vicenda, salvo poi a fare subito un po’ di marcia indietro dopo le minacce di querele annunciate dai legali difensori di Maffulli.

Tutto sbagliato, sia da parte della stampa che da quella del collegio difensivo; e che bisognava vagliare attentamente la denuncia delle presunte vessazioni per studiarle al netto della “notizia a tutti i costi” e riportare il tutto in quella sfera di sana cordialità e goliardia presente, da sempre, in qualsiasi organizzazione lavorativa (e lo studio universitario è lavoro); un fatto che molto spesso va letto per quello che è, cioè un metodo particolare per favorire l’integrazione di tutti in un sistema e/o modello organizzativo.

I commenti, ovviamente, non sono mancati e tutti si sono pronunciati, a cominciare dal Rettore per finire al direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, dr. Enzo D’Amato; quest’ultimo, a mio avviso, è stato il più lucido e il più efficace di tutti, ed è stato capace di chiarire benissimo i contorni della vicenda per spiegare cosa si deve sempre fare in presenza di casi così eclatanti che se non supportati da prove inoppugnabili (e nella fattispecie non esistono) lasciano adito a dubbi forti e crescenti.

Alle domande di una giornalista de Il Mattino il direttore generale ha risposto: “I video non sono stati allegati alla segnalazione che è arrivata alla direzione dell’ospedale, so che ne girano sui social con persone a volto coperto. In ogni caso è nostro dovere indagare e andare fino in fondo alla vicenda per capire come si sono svolti i fatti all’interno della scuola. È di fondamentale importanza innanzitutto per tutelare l’azienda ospedaliera. Se verranno accertati i fatti così come sono stati raccontati, agiremo per tutelare l’immagine dell’azienda dal danno ricevuto ed anche per tutelare gli specializzandi di ortopedia che non dimentichiamo sono dei medici a tutti gli effetti che stanno studiando per specializzarsi”.

Ancora più deciso è apparso il dr. Giovanni D’Angelo, presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Salerno: “Quando ero specializzando da giovane, esistevano rapporti socievoli, chi arrivava ultimo pagava il caffè, ma per amicizia, cortesia, non per sudditanza. Spero in questa dimensione goliardica. Maffulli ha una derivazione anglosassone: l’orario che scandalizza, è frequente in America per i briefing delle 6.30 del mattino. Questa inchiesta mediatica ricade su tutta la categoria, sull’università e sul Ruggi”. Esattamente quello che ho cercato di spiegare anche io.

Più chiaro di così !! C’è solo da sperare che sull’ennesima travolgente tempesta mediatica si faccia chiarezza nel più breve tempo possibile senza aspettare il solito, e mai esaustivo, intervento della magistratura che, credo, sulla vicenda potrebbe aver già aperto l’ennesima inchiesta per continuare a foraggiare soltanto gli organi di informazione.

 

 

One thought on “UNIVERSITA’: il presunto scandalo in ortopedia … visto da D’Amato e D’Angelo

  1. Buondì. Quando seguivo il corso di Scienza delle Costruzioni alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Salerno (anno 1990) gli studenti che arrivavano in ritardo attendevano fuori dalla porta ed entravano quando il prof. faceva il break. Altri tempi e altri studenti. E comunque non ci siamo mai sentiti vessati dal prof.!

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