SASSANO (SA): BENEDIZIONE DEI DIPINTI DONATI DAGLI ARTISTI LOCALI VINCENZO ARNONE E GAETANO CRISCI

da MICHELE D’ALESSIO

 

SASSANO – La festa del Santo Patrono (San Giovanni Battista) di Sassano del 24 Giugno prossimo, sarà impreziosita da un evento di grande significato. La mattina di venerdì 24 giugno, con una cerimonia sobria ma sicuramente toccante, subito dopo la celebrazione eucaristica, saranno benedetti e presentati i prestigiosi e compositi dipinti donati dai due artisti sassanesi Vincenzo Arnone e Gaetano Crisci.

Il dipinto di Vincenzo Arnone

Andando per ordine, la prima opera di Vincenzo Arnone, sarà una libera copia dell’antica Icona “Madre di Dio del Segno” detta anche “Vergine Orante” oppure “Panaghia” dal greco “ la tutta santa” un acrilico su tela di dimensione  70 x 50. Come si legge dalla descrizione, che sarà posta ai margini dell’opera, e dalla spiegazione dello stesso artista “L’icona della Madre di Dio del Segno, è molto significativa dal punto di vista teologico, perché si ricollega alla profezia d’Isaia. Quest’immagine s’incontra già nelle catacombe dei primi cristiani. La Madre di Dio è dipinta nell’icona in modo frontale, con le mani alzate all’altezza della testa, stese verso i due lati e piegate ai gomiti. Dai tempi antichi questo gesto indica un atteggiamento di preghiera verso Dio. Nel suo grembo, sullo sfondo di una sfera circolare, lo Spas Emmanuele, Gesù Bambino. Le icone di questo tipo si chiamano anche “Orante” (dal greco “colei che prega”) e “Panaghia” (dal greco “la tutta santa”). Nella terra russa quest’immagine si chiamava anche “Il Segno”, ed ecco perché: Il 27 novembre del 1169, durante l’assedio di Novgorod da parte dell’esercito di Andrej Bogoliubskij, gli abitanti della città assediata portarono l’icona sulle mura. Una freccia trafisse l’immagine, e la Vergine si rivolse verso la città, versando lacrime. Queste lacrime caddero sulla veste del vescovo di Novgorod, Giovanni, che gridò: “Oh, meraviglioso miracolo! Come possono da un legno secco cadere lacrime? Regina! Tu con questo ci dai il segno che stai pregando davanti al Tuo Figlio per la salvezza della città”. Gli ispirati abitanti di Novgorod respinsero l’esercito di Suzdal’… Nel tempio ortodosso questo tipo di immagini sono poste per tradizione nella parte superiore del presbiterio. Nel 1352 un’epidemia di peste fu risolta per le preghiere innalzate dagli appestati davanti all’icona. In ringraziamento gli abitanti di Novgorod costruirono nel 1354 la chiesa del Segno della SS. Madre di Dio e nel 1356 vi trasferirono l’icona miracolosa, che vi rimase fino al 1478, allorché la città fu occupata dallo zar Ivan III. Nel corso dei secoli varie copie della Madonna del Segno, diffuse in tutta la Russia, si sono rese gloriose per i miracoli. La Madre di Dio nelle icone russe è sempre triste. Questa tristezza è ora piena di dolore, ora piena di luce, però sempre è carica di saggezza e di forza spirituale. La Vergine Maria può solennemente “mostrare” al mondo il Bambino, può stringere a sé il Figlio con tenerezza oppure leggermente sostenerlo. È sempre piena di benevolenza, adora il suo Divin Bambino e con mitezza ne accetta l’inevitabile sacrificio. Il velo, o drappo, si chiama in greco maforij. Esso è dipinto di solito in rosso (simbolo della sofferenza, e ricordo della discendenza regale). I vestiti sono dipinti in azzurro, come segno della purezza celeste della Vergine, la più perfetta tra gli 67 uomini. Un altro importante dettaglio del vestito della Vergine sono le soprammaniche, che caratterizzano anche il vestito dei sacerdoti; nelle icone simboleggiano la “concelebrazione” della Vergine Maria (e con lei di tutta la Chiesa) con Cristo, il Primo Sacerdote. Sulla fronte e sulle spalle della Vergine sono dipinte tre stelle dorate. Simili ornamenti, fatti di metallo, erano molto diffusi tra gli antichi. Nelle icone le stelle si dipingono come segno che la Madonna è rimasta Vergine prima, durante e dopo il parto. Le tre stelle sono anche simbolo della Santissima Trinità. In alcune icone la figura di Gesù Bambino copre una delle stelle, simboleggiando così l’Incarnazione della seconda ipostasi della Santissima Trinità, il Verbo.”.

dipinto di Gaetano Crisci

La seconda opera e dell’artista sassanese Gaetano Crisci trasferitosi a Pesaro, per lavoro, dove ha avuto il modo di affinare, sviluppare e mettere a frutto il suo notevole talento artistico nel campo della pittura. Come dichiara l’artista “… l’opera donata è una fedele riproduzione de “La grande Pietà Rotonada” di Jean Manouel . Jean Malouel, in olandese Jan Maelwael (Nijmegen, 1365 circa – 1415), è stato un pittore e miniatore olandese naturalizzato francese. Esponente di rilievo del Gotico internazionale, fu zio e primo maestro dei Fratelli Limbourg. L’opera, un acrilico su tela tonda di diametro di 90 cm. Il dipinto ritrae Gesù sanguinate sorretto da Maria Maddalena. La tipologia dei personaggi, nei volti e nei gesti, e molti dettagli del dipinto richiamano la pittura a Troyes o la Deposizione del Louvre. Si tratta di una immagine devozionale, destinata all’uso personale del Duca Filippo, che funge da pala d’altare portatile datata 1415. Immagine composita che rappresenta la Trinità (il Padre, la Colomba, lo Spirito Santo e il Figlio) cosi come l’uomo dei dolori, (Cristo con la corona di spine). L’associazione dell’Immagine di Cristo con quella di Dio Padre, della Vergine e di San Giovanni è una iconografia originale per l’epoca. E’ associato al tema della Trinità, caro al Duca di Borgogna. Vasta è la qualità dell’esecuzione artistica dell’opera e la ricchezza dei materiali utilizzati, oro e pigmenti rarissimi, fanno da testimone di un’opera di mano di un grande artista, pittore ufficiale dei duchi…”

Le due opere saranno istallate nella chiesa madre di Sassano, nelle prime navate laterali vicino all’ingesso principale.

Dopo i saluti del parroco don Otello Russo e quelli istituzionali del sindaco Domenico Rubino o di un suo delegato, l’artista Vincenzo Arnone evidenzierà brevemente, i nobili sentimenti che hanno ispirato i due bellissimi ed originali lavori. Non rimane che un’annotazione conclusiva.

Tutte le opere pittoriche di Vincenzo e Gaetano, quelle sacre e quelle ispirate al mondo della mitologia, ritratti e paesaggi ecc…,(vedi la Mostra di arte Sacra di Sassano del 14 Aprile 2022) hanno come destinatari non solo o, direi meglio, non tanto gli occhi, quanto i cuori delle persone che le contemplano, e proprio per questo sono capaci di suscitare brividi di emozioni forti ed autentiche.

Ciò accade perché la loro sensibilità artistica, strettamente legata alla loro vibratile sensibilità umana, sempre si alimenta dei succhi vitali di una grande ricchezza interiore. I dipinti donati alla Chiesa Madre di Sassano, ne è solo l’ultima eloquente conferma.

 

 

 

2 thoughts on “SASSANO (SA): BENEDIZIONE DEI DIPINTI DONATI DAGLI ARTISTI LOCALI VINCENZO ARNONE E GAETANO CRISCI

  1. Sono capitato a Sassano per le festivita Pasquali, e mi sono “imbattuta” nella Mostra Sacra dei due artisti .(14-21 aprile 2022) Una sorpresa bellissima! Opere d’arte bellissime in un posto da favola, dove il tempo sembra sospeso.

  2. Affettuosi complimenti ai due bravi artisti di Sassano Gaetano Crisci e Vincenzo Arnone, che organizzarono, nello scorso mese di aprile, nella splendida cornice del Palazzo Picinni a Sassano , l’interessante evento sulla mostra d’Arte Sacra,l’arte per antonomasia. Ricordo anche Il successo che ebbe la prima edizione nel mese di settembre 2021 la mostra d’arte sul paesaggio della tradizione del moderno. Un grazie di vero cuore ai due cari artisti Sassanesi Tonino Crisci e Vincenzo Arnone per il nobile gesto della donazione alla nostra comunità.

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