Scuola: parla la Vitiello

PD-Scuola: calamità sociale

Maria Rosaria Vitiello: se ci fosse andrebbe dichiarato lo stato di “calamità sociale”


Con piacere pubblichiamo una nota del Partito Democratico a firma di Mariarosaria Vitiello, vice segretario provinciale del PD di Salerno. << “Siamo in presenza di una situazione drammatica per la quale andrebbe proclamato, se esistesse, lo stato di “calamità sociale”.L’esodo degli insegnati precari nelle dimensioni di questi numeri rappresentano, per una provincia come quella di Salerno, un vero disastro sociale. Una offerta formativa condizionata dai tagli, centinaia di persone e con le loro professionalità mortificate in nome dei tagli lineari. Il Presidente Cirielli nella sua duplice veste di parlamentare e di Presidente della Provincia come fa ad ignorare questa situazione? Votare da parlamentare una manovra senza risorse per la scuola a Roma e da Presidente della Provincia vedere tanti insegnati costretti a partire. A questi insegnanti non vogliamo dare una pacca sulle spalle e una finta solidarietà che si esaurisce come in un rito di fine luglio e di inizio settembre. A queste persone vogliamo dare una speranza che possano tornare ad essere una risorsa per la formazione delle nuove generazioni nel loro territorio senza emigrare.>>

NOTA: Da quando le donne hanno “okkupato” anche la politica è un vero guaio per noi. Ci vorrebbe un ministero per le pari opportunità maschili. Ma tant’è è il gioco della politica di governo e di opposizione. Non so, comunque, che darei per vedere la vice segretaria del PD di Salerno impegnata nel governo del Paese. Probabilmente, con la grinta che non le manca,  riuscirebbe a risolvere tutti i problemi della scuola italiana che, solo per ricordarlo a me stesso, risalgono ai tempi della riforma gentiliana.

One thought on “Scuola: parla la Vitiello

  1. Credo sia molto difficile rimediare ad almeno un quarantennio in cui “tutti studiavano qualcosa” e le sinistre moltiplicavano corsi e professori. Ma qualcuno mi sa dire che senso ha mantenere facoltà come “Scienze della Formazione” quando la natalità (nazionale) è in calo e si è ritornati al “maestro unico”? E’ solo un diplomificio che dà il titolo di “Dottore” ormai inflazionato e privo di valore. Io ricordo i miei Maestri di Scuola Elementare: qualcuno aveva solo frequentato “Le Magistrali” qualcuno era un “Prof” senza cattedra, però c’erano posti di lavoro e soprattutto erano colti e capaci di trasmettere con efficacia il Sapere. E’ vero: si lavorava di più e chi non prometteva di aver voglia di proseguire diventava spesso un valente artigiano apprendendo il mestiere in bottega (Italia anni 50 – 60). Non c’erano centri di formazione regionali ecc. ecc. (non c’erano le “regioni”). Poi la Media Unificata per far contenti i socialisti e il fenomeno dell’esplosione degli studi: per moda non per valore. Ha senso offrire “Scienze Naturali”, “Scienze Ambientali” e “Ingegneria Ambientale”? Chi conosce le fini differenze che differenziaranno professionalmente un “dottore” dallaltro? Mariastella gelmini è stata forte con i deboli e debole con i forti. Non ha “razionalizzato” con coraggio i troppi corsi. Dopo l’ultima ondata di concorsi per i “neoassociati dell’ultima ora”, i bandi giacciono per pochissimi posti di Ricercatore. I precari dovrebbero prendersela con chi li ha illusi o avere la saggezza di “aver imparato l’arte”, saperla mettere da parte e sapersi inventare una attività. S’io fossi un precario chiederei qualche testa ex democristiana, ex socialista e sotto al banco ex comunista. Anche qui troppa burocrazia. Possibile che per fare un impiantino elettrico in casa (di quelli che il “fai da te” mette in atto in mezzo pomeriggio di lavoro) occorre invece “essere a norma” e chiamare un elettricista che fa lo stesso identico “lavoretto” a 500 Euro senza fattura?
    Scusate so ho solo parlato dei mali. Dei rimedi credibili parlino le sinistre di allora e di oggi.
    Roller

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