Sala: il tribunale non chiuderà

E’ soltanto una previsione, anche se basta sulla logica della politica e soprattutto sulle supposizioni di un umile calzolaio.

 

Aldo Bianchini

Sala Consilina – Nell’agorà dell’antica Atene c’è un banchetto. Di fronte l’emiciclo, con in basso le scalinate del popolo, più in alto quelle riservate ai saggi (Gerusia) con il compito di assistere, consigliare e controllare il “potente” di turno. Siamo nel 433 a.C. e dietro il tavolo sono seduti Pericle (il potente), Fidia (il grande urbanista e scultore) e alcuni esponenti delle ricche famiglie ateniesi. Tutti zitti, Fidia illustra le caratteristiche della statua di Atena, rivestita di oro, che dovrà essere sistemata all’interno dell’Atena Parthenos (Il Partenone) che lo stesso Fidia sta realizzando dopo averlo progettato. Ad un certo punto viene interrotto da un umile rappresentante del popolo, un calzolaio, che era seduto nelle prime file. “I calzari della statua –osa il ciabattino- mi sembrano troppo carichi d’oro e fuori dimensione, ma se posso anche l’oro sulla tunica mi sembra….”. L’ira di Fidia non si fa attendere, blocca il malcapitato e sbotta con la storica frase: “…ne supra crepidam sutor (iudicet)…” che in parole povere vuol dire <non parlare di cose al di sopra delle scarpe>. Del calzolaio non si seppe, poi, più nulla, sconosciute anche le sue generalità. L’arroganza di Fidia e l’ingenua domanda del calzolaio insospettirono i “gerusiani” che avviarono un’inchiesta sugli sprechi del danaro pubblico per la costruzione del Partenone. Per farla breve, Pericle dopo oltre quarant’anni di dominio dovette dimettersi e Fidia venne rinchiuso nelle patrie gale dove morì dopo tre anni di dura prigionia, aveva appena sessant’anni. Morale: un umile calzolaio diede la stura ad uno dei primi e più inquietanti scandali della storia dell’umanità. Insomma dopo oltre 2400 anni  nulla è cambiato. In definitiva parlare e scrivere del tribunale di Sala Consilina è come parlare e scrivere dei calzari dell’enorme problema giustizia di questo Paese. Ebbene da umile “calzolaio del giornalare”, dopo aver condotto sul Tribunale di Sala Consilina un’accurata inchiesta in sedici puntate (che molto verosimilmente nessuno ha letto!!) mi permetto di avanzare una previsione che è basata più sulla logica che su dati reali. Il Tribunale di Sala Consilina almeno per il momento non verrà soppresso, così come non verranno soppressi altri piccoli tribunali italiani, anche se previsto dalla recente manovra. Ma non perché le proteste e le manifestazioni, anche folcloristiche, abbiano avuto o possano avere un peso nella decisione governativa. Non verrà soppresso soltanto grazie all’insipienza della politica che non riesce più ad assumere decisioni rapide e ravvicinate come la crisi mondiale vorrebbe. Accadrà, però che qualcuno si gonfierà falsamente il petto per aver salvato la struttura senza curarsi dei tanti problemi che essa evidenzia e che furono in sintesi rappresentati dall’ex presidente Santoro nella sua relazione annuale. Poi si vedrà!! Nel frattempo, però, il gap esistente tra Sala Consilina e Vallo della Lucania continuerà a crescere in favore di Vallo; in quel territorio qualcuno che si diletta a fare politica c’è e continuerà a creare problemi alla struttura salese.  Nel Vallo, purtroppo, l’epoca di Enrico Quaranta e Gerardo Ritorto non ha partorito delfini e il popolo comincia a svegliarsi dal lungo torpore. In tanti chiedono cosa hanno fatto in questi decenni i politici,  gli ordini professionali, le amministrazioni locali e la stessa commissione di manutenzione per evitare la paventata soppressione del tribunale, dell’ospedale, delle carceri e di tante altre strutture. Una domanda la vorrei porre anche io, da buon calzolaio del giornalare, anche perché dopo uno dei miei articoli sono state sostituite le bandiere vecchie e sono stati assegnati i posti auto in un parcheggio che resta comunque a rischio sicurezza. La domanda: “Perché la Commissione di Manutenzione del tribunale non pubblica tutti i verbali per farci sapere se e quanto danaro pubblico è stato impegnato e speso in questi ultimi anni per rigenerare strutture e presidi quasi fatiscenti?”.  Solo per cominciare a mettere ordine, niente di più. Per buona pace del calzolaio greco, di Fidia e di Pericle che è meglio lasciare al loro sonno eterno.   

2 thoughts on “Sala: il tribunale non chiuderà

  1. Il richiamo all’età di Pericle stona di questi tempi. Sebbene lo stratega ateniese fosse il potente di turno, come lo ha giustamente virgolettato, Pericle governò bene. Per trent’anni, sì! , ma bene. Atene visse un periodo d’oro senza eguali grazie a lui. Saprebbe citarmi a caso, oggi, un signorotto che abbia almeno, soltanto, laccato il paese in cui governa? A me non ne viene in mente uno! Di condottieri trentennali potrei fargliene elenchi ed elenchi, di malversatori appropriatisi illecitamente del denaro da amministrare ancor più. Come darle torto? Ma che uno di questi abbia finanziato opere pari al Partenone non v’è traccia nella storia. Ma noi non vogliamo questo, a noi valdianesi non è mai interessata l’arte ( cfr. Certosa di Padula ) . Ci basterebbe molto meno a renderci le giornate migliori: un ospedale discreto, qualche scuola mediocre, un tribunale fantasma. Troppo rumore per nulla, direbbe Shakespeare. Eppure qualche indigeno atipico esiste, qualcuno si è svegliato dall’assopimento di cui scrive. O forse non ha mai smesso di vegliare. C’è chi, come lei, si chiede se è possibile che in un comprensorio come il nostro possa essere fatta tabula rasa di un organo indispensabile quale un tribunale. Io me lo chiedo! Così come mi interrogo sulla valenza del mantenerlo in vita. Perchè non si può alimentare una simile struttura, tanto per mantenere attivi gli azzeccagarbugli di turno, e vedere lo scempio in cui versa. E’ uno spettacolo indecente, almeno per i miei occhi. Fidia riuscì a provare la sua innocenza e fu prosciolto dalle accuse facendo pesare le parti d’oro della statua ( finì in carcere per empietà, non per malversazione ). Lei crede che la Commissione di Manutenzione del tribunale saprebbe capace di dimostrare la stessa estraneità ai fatti? Io ho qualche dubbio a riguardo… e una certezza: i membri della commissione non finirebbero certo in esilio alla maniera di Fidia, purtroppo in Italia l’ostracismo non è un’istituzione giuridica legalizzata. Esiste, ma colpisce solo i giornalisti.
    Post Scriptum : Le sono grata per aver ricordato a qualcuno di cambiare le bandiere scolorite, ma a chi bisogna rivolgersi per far sparire gli innumerevoli piparuoli cruschi appesi a un filo che danno il benvenuto all’ingresso del tribunale? O lo stendibiancheria all’ora di punta delle udienze?

  2. Signor Direttore, la seguo con attenzione da tanto e Lei mi piace. Lo sa che chi la definisce “umile ciabattino” le ha fatto un complimento? Il ciabattino aveva ragione. tutto quell’oro sprecato sulla statua cadde per primo. Continui a scrivere così non si proccupi, i detrattori onorano, non offendono.
    Con simpatia
    Marco di Bella

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