Al Liceo “Da Procida” torna la normalità, Movimento Studentesco Nazionale partecipò alla battaglia. Le nostre osservazioni.
Aldo Bianchini
Salerno – Il Movimento Nazionale Studentesco (MNSS) di Salerno ci ha inviato un succinto comunicato per notificare il ripristino completo della funzionalità operativa del liceo Da Procida che in queste ultime settimane ha tenuto in tanti con il fiato sospeso. La circostanza ci da l’occasione di un approfondimento sul “tema scuola” che dovrebbe essere doveroso all’inizio dell’anno scolastico. Prima però pubblichiamo integralmente la nota del Movimento: <<Dopo l’incresciosa situazione verificatasi al Liceo “Da Procida” di Salerno, dove il personale amministrativo è venuto a mancare per circa due settimane, si ritorna alla normalità: da giovedì p.v. verrà aperta anche la sede succursale del Liceo. “Le battaglie portate avanti dagli studenti non sono state vane – dichiara Luigi Di Martino, presidente provinciale Movimento Studentesco Nazionale Salerno -. Finalmente viene ridata, agli studenti del “Da Procida”, la possibilità di frequentare la sede succursale perché sono state soddisfatte le richieste del Preside: il personale amministrativo dovrebbe passare da 7 a 11 unità entro giovedì p.v. . Non sono state vane le proteste e le richieste che anche Movimento Studentesco Nazionale di Salerno fece e rese noto alla comunità studentesca lo scorso 17 settembre, quando una delegazione di MSN Salerno si recò sotto la sede centrale del “Da Procida” per appoggiare le richieste del Preside rivolte agli organi preposti. La situazione è ormai tornata alla normalità – conclude Luigi Di Martino – ma spero che ciò non accada mai più, perché questo è davvero un sintomo di mal curanza della classe dirigente, la quale non presta la dovuta attenzione verso la cultura, verso l’istruzione e soprattutto verso la voglia che gli studenti hanno di imparare>>.
NOTE: Accade sempre così, o quasi. Ormai da decenni siamo abituati, ad ogni inizio di anno scolastico, alle manifestazioni studentesche, alla carenza di docenti e di personale di servizio, alle aule che mancano, alle attrezzature insufficienti, e alle lezioni che invariabilmente iniziano sempre in ritardo rispetto all’avvio ufficiale dell’anno scolastico. Al di là delle difficoltà contingenti ed alle colpe, vere o presunte, del governo Berlusconi c’è un qualcosa che davvero non funziona nel’organizzazione scolastica. Ad esempio perché la disinfestazione delle aule e dei presidi deve avvenire sempre ad anno scolastico già avviato; questa è una delle tante cose che non ho mai capito e che esisteva anche ai tempi remoti della mia personale frequenza scolastica. E’ frutto, secondo me, di una pessima organizzazione interna che dipende tutta essenzialmente dai dirigenti. In pratica tutte le attività connesse all’avvio dell’anno scolastico riprendono nei primi giorni del mese di settembre, è ovvio che per la metà del mese niente, o quasi, è pronto. Perché, dunque, non utilizzare al meglio tutte le risorse umane che comunque dalla scuola prendono lo stipendio anche nei mesi estivi ? Ho la sensazione che quella favola dei tre mesi di vacanza dei docenti e di tutto il resto del personale debba essere definitivamente archiviata, anche se con qualunque docente e personale si parli già da tempo afferma che il lavoro, il loro lavoro, continua indefessamente anche nei periodi estivi. Ed allora perché arrivare sempre all’ultimo giorno per completare i lavori, perché per colpa del solito topolino molte classi nel nostro paese rinviano l’apertura effettiva, perché l’assegnazione del personale tutto non avviene in tempi di rispetto e non a scadenze bibliche. Mi raccontavano che in una scuola media di Boston (USA) le lezioni effettive iniziavano un minuto dopo il suono della campanella del primo giorno di scuola, con i corridoi e le aule pulite, con il personale debitamente al loro posto negli uffici e lungo i corridoi, e con i docenti già seduti dietro la cattedra di ogni aula pronto a presentarsi agli alunni subito dopo aver chiuso la porta. Credo che anche lì siano fatti di carne ed ossa, anche lì hanno famiglia, anche lì hanno i figli cui dare il latte o da accompagnare a scuola, anche lì le donne devono fare la spesa nei supermarket per poter mangiare loro stesse e i loro familiari, credo infine che anche lì ci siano problemi di salute e perché no di natura economica personale, familiare e nazionali. Ma lì funziona tutto e bene, dal sistema scolastico al più generale e variegato mondo del pubblico impiego. Con una eccezione, lì non esiste l’art.18 del famoso statuto dei lavorati, in cambio ci sono dirigenti-manager in grado di governare l’organizzazione interna e di vendere all’esterno l’immagine e la progettualità della scuola, a cominciare dalle elementari. Da quel Paese abbiamo mutuato soltanto le denominazioni di “manager” e “sponsor” senza capirne la loro reale essenza. In questo Paese, invece, tutti hanno cavalcato l’onda immaginaria dell’autonomia e della indipendenza senza pensare e senza capire che queste due cose non si ricevono per mera unzione del Signore ma si conquistano giorno dopo giorno. Vorrei tanto che qualcuno mi rispondesse per segnalare, non solo alla mia attenzione, una sola scuola (soprattutto del Sud) che si sia proposta all’esterno e che sia riuscita ad autofinanziarsi anche solo per un euro. Sarei veramente felice di pubblicare l’elenco di queste entità virtuose. “E il resto?” scrivevo nel titolo, beh! il resto, dopo l’ok del Da Procida, è tutto da scrivere se non proprio da inventare