“EMANUELA” a Salerno

Michele Ingenito

SALERNO – Ascoltare la sua voce quasi flebile e timida, ma non per questo non determinata, sembra richiamare quella della sorella scomparsa. Pietro Orlandi non è più un ragazzino, il giovane ventenne travolto 28 anni fa, con l’intera famiglia, da un evento più grande di lui. Nella magistrale intervista pubblicata ieri su questo quotidiano a cura di Marco Bencivenga, fatti e particolari del rapimento del secolo – quello di Emanuela Orlandi – evocano, chissà perché, i misteri tipici ed impenetrabili di un mondo vaticano, così abilmente descritto da Dan Brown nell’ormai celebre Codice da Vinci. L’unica differenza non da poco è che, se il mistero narrativo della trama affascina, quello della tragedia umana reale uccide. E, infatti, nel suo sguardo triste e doloroso, Pietro Orlandi parla e descrive come chi riviva, attimo dopo attimo, l’antico dramma. Suo e dell’intera famiglia per la sorella rapita, trascinata via dallo stato più protetto del mondo, e, forse, chissà, uccisa. Il colore prevalente in lui ricalca abbondantemente il nero. Una condizione di lutto permanente, esteriore perché interiore. Nero il cappotto quasi trasandato, l’abito, i capelli folti e disordinati all’insù, gli occhi piccoli e disincantati, lo sguardo apparentemente spento. Ma anche tanta bontà e malcelata rassegnazione. L’ultima speranza per un diritto che nessuno potrà mai negare. Scoprire la verità, fare giustizia.  Dal suo racconto emergono particolari inquietanti, di cui c’è ampia traccia nell’intervista sopra richiamata.  Supportato da Fabrizio Peronaci, de Il Corriere della Sera, con il quale ha recentemente pubblicato un libro interessantissimo – Mia sorella Emanuela – Orlandi snoda tutta una serie di particolari per molti aspetti agghiaccianti sull’evoluzione investigativo-politico-criminale della vicenda e, soprattutto, sulle ambiguità e le incertezze vaticane nel contribuire veramente alla scoperta del mistero. Papi, cardinali, Segreteria di Stato non ne escono affatto bene. Eppure, dagli altari infiniti distribuiti nel mondo il ricorso alla parola verità è costante e deciso. La predicano tutti i sacerdoti, quell’esercito di uomini che hanno votato la propria vita alla testimonianza della presenza di Cristo in terra. Dinanzi alle contraddizioni dei vertici vaticani, che non sembrano assecondare nei fatti l’opera nobile dei propri umili rappresentanti di base, il pessimismo cresce per un potere che rischia di apparire inviso ai più. Specie quando si rafforza il convincimento, come è accaduto ieri sera nell’Aula Magna del Convitto Nazionale di Salerno, che le verità altrui, ossia le tante verità, mezze verità, verità nascoste divulgate da chi, invece, davvero sa sulla vicenda-Orlandi, rischiano, alla distanza, di essere, né più né meno, il copricostume maleodorante della Verità!

 

3 thoughts on ““EMANUELA” a Salerno

  1. Ero presente, ma ho rivissuto le emozioni della serata attraverso la lettura di questo splendido articolo. Complimenti a voi tutti, che a distanza di anni, dedicate spazio a fatti come questi anche per tenere alta l’attenzione.

  2. Una bellisima serata, daVVERO,complimenti agli organizzatori, IL QUOTIDIAO DI SALERNO, e al Prof. Michele INGENITO per l’articolo.

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