Un anno di sport salernitano. Dalle gioie della Di Martino, al fallimento della Salernitana.

Fabio Gioia

Sta per tramontare un altro anno, un anno ricco di sport per Salerno e provincia, un anno che porterà con sé tanti eventi, ma che ci lascerà tanti avvenimenti che verranno scritti nel grande libro denominato “Storia”, avvenimenti che nel ricordarli avranno senz’altro un gusto agrodolce.

 

Cominciamo nel ricordare un salernitano, Giampiero Pastore che in questo anno è salito sul gradino più basso del podio nel mondiale della scherma a squadre a Catania, ma che con la sua squadra si è rifatto a Sheffield vincendo l’oro.

 

Anno indimenticabile a livello mondiale anche per Antonietta Di Martino. Il suo 2011 si apre alla grande dove il 9 febbraio al meeting internazionale di Banska Bystrica in Slovacchia stabilisce il nuovo primato italiano con un sensazionale 2,04 m. Un mese dopo la Di Martino dimostra tutta la sua bravura. Infatti, ai Campionati europei indoor di Parigi si qualifica per la finale con la misura di 1,94, arrivando poi fino ai 2,01 che gli permette di conquistare l’oro. L’11 Agosto, dopo un periodo di stop a causa di un infortunio, riesce a stabilire la seconda miglior prestazione mondiale dell’anno. Il suo 2011 si chiude il 3 settembre con il bronzo ai campionati mondiali di Deagu saltando 2 m.

Anno ricco di successi anche per gli sport a squadre, soprattutto se si parla della categoria femminile, dove il Basket Ruggi e la PDO Handball (pallamano) hanno portato in alto il nome della città di Salerno.

La Basket Ruggi Salerno è riuscita a strappare la promozione in B1 femminile e anche l’iscrizione al campionato, dopo numerose difficoltà. Per questa sua impresa, ma anche per i vari risultati raggiunti nel corso degli ultimi anni, la società è stata premiata dal Coni provinciale.

Gioia diversa per la PDO Handball Team Salerno. Infatti, per la seconda volta nella sua storia e anche per la seconda volta consecutiva è riuscita a vincere lo scudetto dopo una stagione che non si era aperta sotto i migliori auspici. Infatti, la prima sconfitta si registra nella finale di Supercoppa Italiana contro il Sassari. Periodo no che si conferma anche nella prima parte di stagione, dove la PDO sembra solo la brutta copia della corazzata dell’anno prima. La svolta riesce finalmente ad arrivare, ma arriva con una decisione drastica, cioè esonerare Adrijana Prosenjak ed ingaggiare al suo posto Neven Andreasic. Grazie a questo cambio la PDO riesce a posizionarsi al secondo posto nella regular season. L’impresa arriva nei play off scudetto dove la squadra salernitana riesce a sconfiggere in semifinale Teramo e in finale Sassari. Inoltre nella nuova stagione che si è aperta, la PDO mette in bacheca anche la sua prima Supercoppa Italiana.

La vera fetta agrodolce di questo 2011 si assaggia nel calcio con tre squadre, Nocerina, Ebolitana e Salernitana.

La fetta dolce viene servita in provincia, dove prima il 23 aprile la Nocerina dopo 32 anni riesce ad agguantare la serie B, chiudendo la stagione con il nuovo record di 72 punti.

Ai Molossi fa seguito l’8 maggio l’Ebolitana che ottiene la sua prima promozione nel campionato professionistico, chiudendo la stagione anch’essa con un record, cioè concludere il campionato con 89 punti in classifica ( una media di 2,49 punti a partita).

Arriva così la fetta amara di questo anno, una grande fetta che si chiama Salernitana. I primi sei mesi di questo 2011 vede la squadra granata lottare su due fronti, il primo è il campo mentre il secondo è la società. Riguardo il fronte campo, la Salernitana riesce a chiudere la stagione conquistando 32 punti nel girone di ritorno, uno in più del Gubbio capolista, piazzandosi al terzo posto e conquistando i play off. Play off che fanno rivedere l’Arechi pieno dopo anni e che fanno rivedere le coreografie che hanno distinto la curva sud nei momenti d’oro. Play off che ci hanno fatto assistere all’ultima gara, almeno per ora, della Salernitana, nel giorno del suo 92esimo compleanno. Ai giocatori a fine stagione c’è stato da fare solo un plauso, perché hanno dimostrato cosa significa essere attaccati alla maglia, vedi Caglioni nel giorno della finale che segue la partita in Curva Sud, ma vedi tutta la squadra che lotta per l’onore e non per i soldi, dato che solo pochi di loro sono riusciti ad avere una mensilità nel girone di ritorno. Ma la sconfitta davvero bruciante c’è stata sul fronte società. L’anno sembrava aprirsi nel migliore dei modi, dato che a febbraio, Lombardi con una conferenza stampa convocata all’ultima ora, annuncia il passaggio della società in mano allo zio d’America, Joseph Cala, che subito fa sognare Salerno. Sogno che svanisce dopo poche settimane, a causa di una clausola che smaschera Cala, riportando il tutto in mano all’imprenditore di Vallo. Tutto rimane fermo, tranne per qualche voce che gira, fino a giugno. Qui incomincia una trattativa con l’imprenditore Cesarano, che è anche l’ultima spiaggia per la Salernitana. Incontri che sono numerosi, che durano anche fino a tarda notte, ma i 12 milioni di debiti non convincono l’imprenditore di Pompei che portano qualche giorno dopo alla dichiarazione di non iscrizione e di fallimento della Salernitana Sport S.p.a. Ciò costringe il sindaco De Luca ad aprire un bando pubblico che vede vincitori il duo Lotito-Mezzaroma, che portano il 28 luglio alla nascita della Salerno Calcio. Da settembre si è cominciato finalmente a parlare di calcio giocato, con la Salerno che ha le premesse di ammazzare il campionato, infatti, a dicembre si è proclamata campione d’inverno distaccando le seconde di 6 punti. Ma un occhio rimane puntato a quel processo sul fallimento della Salernitana, sperando che possa ritornare il prima possibile a calcare i campi dell’Arechi.

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