PD: caos candidature tutta colpa della segreteria nazionale


Di Franco Pelella

SALERNO – Caro direttore, il Vicesegretario del Partito Democratico Lorenzo Guerini ha scritto una lettera a La Repubblica (I candidati con il trucco; 19/4/2015) per rispondere ad un articolo con il quale Francesco Merlo ha illustrato la vicenda dei sette sindaci campani che si sono autosospesi dalla loro carica per candidarsi alle elezioni regionali senza dimettersi dalla loro carica (Quei sindaci della Campania candidati con il trucco; La Repubblica, 17/4/2015). Secondo Guerini “…la segreteria nazionale del Pd ha già dato indicazioni molto precise e molto stringenti a che non si proceda in alcun modo alla candidatura di amministratori che si trovino nella condizione descritta”. Francesco Merlo ha risposto “Caro Guerini, non invidio il suo lavoro di domatore di tigri feroci e di pulci furbissime. Lei sa bene che questi candidati col trucco – tutti sindaci di paese – hanno già annunziato la loro disobbedienza. E non perché siano coraggiosi. Semplicemente, nel loro piccolo, seguono l’esempio di De Luca a Salerno, di Crisafulli a Enna e di tutti gli altri notabili, cacicchi, allevatori d’anima e dominatori locali che controllano i voti e il territorio, famiglia per famiglia, clientela per clientela”. Non condivido l’opinione di Francesco Merlo secondo la quale, nel caso specifico, le colpe sono solo dei sindaci e degli altri notabili locali. La colpa principale della situazione che si è determinata nel Pd, secondo me, è della segreteria nazionale del partito che non ha avuto il coraggio di impedire a De Luca e Crisafulli di candidarsi. Da questo grave errore è derivata anche la convinzione, da parte dei sindaci campani, di sentirsi in qualche modo autorizzati ad aggirare la legge regionale che impone loro di dimettersi se vogliono candidarsi alle elezioni regionali. Quelli che essi non hanno detto, ma che hanno lasciato largamente intendere, è che se si accetta la candidatura di politici condannati si può benissimo accettare anche la candidatura dei sindaci penalizzati da una legge regionale ingiusta.

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