Sassano. Uccisa mentre andava a lavoro: chi risarcirà Elena Carmen Pavel?


Antonio Citera

SASSANO – Dopo la cronaca della morte di Elena Carmen Pavel, la 27 enne romena trucidata da un pirata della strada mentre con la sua bicicletta si recava al lavoro in un panificio del posto, così come riportato da tutti gli organi di informazione, è tempo di alcune considerazioni. La morte della ragazza è avvenuta alle 4,30 del mattino, quindi a quell’ora nessun mezzo di trasporto pubblico era operativo, questo particolare, giustifica la stessa, se ce ne fosse bisogno, dell’uso della bicicletta per raggiungere il posto di lavoro. La giovane vittima in sostanza anche se ancora non presente nel panificio stava già espletando il suo lavoro come stabiliscono le norme in materia in materia di “infortunio in itinere”. Quindi si deve parlare di “infortunio sul lavoro”, o per meglio dire di morte sul lavoro. Tale episodio dunque deve essere posto sotto inchiesta oltre che dagli inquirenti per stabilire l’esatta dinamica dell’impatto con l’auto impazzita, anche dall’ispettorato del lavoro e dagli stessi ispettori di vigilanza facenti capo all’INAIL, per valutare bene le dinamiche inerenti al diritto del lavoro e al risarcimento ad hoc per la famiglia della vittima. Ricordiamo che Elena Carmen Pavel, da circa dieci anni in Italia, era sposata con un figlio in tenera età. Una tragedia dai contorni spavaldi se si considera che da tempo a Sassano si grida a gran voce il pericolo dei folli alla guida, una tragedia per certi versi annunciata se si considera che niente è stato fatto per evitarla, specialmente dopo i fatti dello scorso settembre quando si verificò la strage di Silla in cui persero la vita quattro giovani che chiacchieravano davanti a un bar, anche in quel caso, come adesso, il pirata della strada era imbottito di alcool, anche in quel caso come adesso, tutto poteva essere evitato. Ma sottolineo ancora, nulla è stato fatto. Ricordo bene quando subito dopo il fattaccio di settembre, un carabiniere a braccia alte davanti ai corpi dei poveri ragazzi morti, gridò a gran voce ”adesso basta, sappiamo i vostri nomi e vi verremo a prendere a casa”, il monito era riferito ovviamente ad altri “anarchici della strada” già presenti nei data-base delle forze dell’ordine. Ma, nonostante i continui appelli, nonostante le continue segnalazioni fatte anche da questo giornale, il fatto si è ripetuto, con le stesse modalità e senza alcuna precauzione. Elena Carmen Pavel, è stata tumulata in Romania ma ha lasciato il cuore in Italia, quella terra promessa che purtroppo l’ha vista soccombere sotto le gesta irrazionali di un uomo ubriaco e sotto l’effetto di stupefacenti. Ora si grida di nuovo alla giustizia, si chiede una pena esemplare, si sprona per una legge severa che stabilisca una condanna dura per chi commette questi reati. Nel caso specifico però, la parola giustizia ha un doppio significato, la condanna del responsabile ma, anche il risarcimento per una vittima sul lavoro.

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