SICIGNANO-LAGONEGRO: le promesse di De Luca !!


Aldo Bianchini

VALLO di DIANO – Il Comitato pro ferrovia Sicignano-Lagonegro, con sede in Sala COnsilina, ha recentemente ricordato in un comunicato quelle che erano state le promesse dell’allora soltanto sindaco di Salerno e oggi “governatore” della Campania sulle possibilità concrete di riattivazione di quella tratta ferroviaria ormai ferma da circa trent’anni. E’ vero che all’epoca la campagna elettorale per le regionali era lontana ma sicuramente i componenti del Comitato non conoscono bene, o ne hanno solo una relativa conoscenza, i modi – i tempi e la maestosità dei proclami apodittici del governatore. “Condivido l’osservazione critica del Comitato – ha dichiarato Vincenzo De Luca – in Campania su certi piani c’è una coerenza assoluta: non si faceva niente prima e non si fa niente adesso. La condizione di totale isolamento delle aree interne come Vallo di Diano? Il problema della Sicignano – Lagonegro è risolvibile aprendo la contrattazione con le FS e decidendo il tipo di investimento da fare” aveva proclamato De Luca nel suo viaggio della speranza nel Vallo di Diano, una dichiarazione molto vaga almeno all’apparenza; salvo a valutare la seconda parte della dichiarazione attribuita a De Luca dal Comitato: “Abbiamo 540 milioni di euro dallo stato per il trasporto pubblico locale e con queste risorse e con i fondi europei possiamo avere gestioni efficienti e interventi per ripristinare una linea ferroviaria (la Sicignano – Lagonegro, ndr) o elettrificarne un’altra (la Avellino-Salerno, ndr)”. Più apodittiche di così si muore; De Luca prima ancora di mettere le mani sulla Regione si appropria già delle modalità con cui distribuire fondi; incredibile ma vero, sempre che le parole ricordate dal Comitato siano quelle pronunciate da Vincenzo De Luca in occasione della sua passata visita nel Vallo di Diano. E’ soltanto il caso di ricordare che la tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro, pur nella sua assoluta importanza strategica è comunque una tratta antieconomica; fu abbandonata a se stessa proprio per questi motivi perché l’autostrada SA-RC aveva presso il sopravvento anche grazie al cambio di politica regionale in materia di trasporti a vantaggio di quelli su gomma anziché su ferro; una strategia politica che per alcuni decenni ha investito non soltanto la Campania ma tutto il Paese. Per ripristinare la tratta in questione non è sufficiente pretenderne la riattivazione tout court del binario, bisognerebbe accompagnare la richiesta con un progetto serio, comprensibile ed economicamente conveniente. Oltretutto le esigenze di interventi a salvataggio di tante opere in decadimento ma economicamente vantaggiose sono tali e tanti da far passare sicuramente in terza o quarta fila l’ambiziosa ma giusta richiesta del Comitato pro ferrovia Sicignano-Lagonegro. E’ vero che la Regione Basilicata, come riferito dal Comitato, ha messo la prima pietra inserendo la linea nell’accordo quadro con il Governo nazionale, ma gli accordi sono soltanto carta straccia se nella scala di priorità la richiesta non raggiunge i posti in classifica utili per far scattare i finanziamenti. A tutto questo si aggiunge il fatto che Vincenzo De Luca dovrà combattere con alcune altre grandi priorità, quelle che danno lavoro a centinaia di famiglie e che languono in stato quasi pre-comatoso; cito ad esempio la rivoluzione che dovrà esserci per l’intera portualità campana da ristrutturare integralmente e con il rischio di azzerare il porto di Salerno che fino ad oggi ha dato linfa vitale all’intera economia della provincia e lavoro a migliaia di persone. In questo quadro c’è sicuramente l’esigenza del Vallo di Diano che, dopo essere stato letteralmente scippato sul piano politico ed economico, vorrebbe cercare di riconquistare le posizioni di prestigio che gli competono; e senza la ferrovia è davvero difficile. Per chiudere, sulla rivisitazione dell’utilità della tratta in questione io personalmente (visto che non faccio il giornalista di cronaca) in passato ho addirittura indicato una possibile riprogettazione dell’opera puntando sulla sua concezione turistica. Credo che in caso contrario non si va da nessuna parte, per buona pace dei componenti il Comitato.

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