San Matteo 2015: le bugie della Curia e le reliquie del Santo !!

Aldo Bianchini
SALERNO – Parole, parole, soltanto parole; si sprecano paginate di giornali e commenti televisivi non solo sull’organizzazione della processione di San Matteo del 21 settembre prossimo ma anche, se non soprattutto sulla valenza del famoso “braccio argenteo di San Matteo” che conterrebbe un osso sacro del Santo. Uso il condizionale perché a questo punto, amici lettori, non è assolutamente certo più niente. Di fronte alle bugie o all’ignoranza della Curia viene la pelle d’oca. Ho tratto dal comunicato stampa diramato dal’ufficio per le comunicazioni sociali della Curia un passaggio molto interessante che riporto integralmente: “In riferimento alla nota questione dell’ingresso nel comune, oltre la sosta da sempre prevista e durante la quale si prega per le Istituzioni e tutti i cittadini, si è valutata l’opportunità che l’Arcivescovo e la reliquia entrino nell’atrio del palazzo comunale insieme alle autorità. In tal modo il Pastore della Chiesa che è in Salerno-Campagna-Acerno per l’intercessione di San Matteo presente nella reliquia del braccio, impartirà la benedizione del Signore per tutte le famiglie salernitane, benedicendo la Casa comunale che rappresenta le case di tutti i salernitani. A proposito di questo è utile e importante riconoscere il significato della presenza della Reliquia che è molto piú dell’immagine e dell’effige di un santo, contenendo ossa appartenute al corpo del santo. Inoltre nella nostra città la reliquia di San Matteo caratterizza, con la sua presenza, tutti i momenti celebrativi che qualificano, attraverso gli appuntamenti dedicati, tutto il mese di preparazione alla festa”. In pratica i soloni della Curia per aggirare l’ostacolo ed arginare la rabbia dei portatori hanno cercato di dare una valenza estremamente religiosa alla reliquia contenuta nel braccio rispetto alla vuota statua, seppure argentea essa stessa, di San Matteo. Non so se la cosa è stata studiata a tavolino, sicuramente ha preso piede ed è montata grazie all’ignoranza assoluta dei commentatori salernitani (carta stampa e televisione), dei portatori e dei tantissimi fedeli che si sono dati battaglia per giorni con interpretazioni stravaganti e dal vago sapore filosofico sulla sacralità e quindi maggiore importanza del braccio rispetto alla statua. Una patacca ufficiale rispetto alla quale quella dei famosi “ragazzi di Firenze” con il ritrovamento delle tavole pittoriche impallidisce, anche se in quel caso mandarono in tilt tutto il mondo. Ma allora la patacca era esterna alla Chiesa ed alla Soprintendenza, nel nostro caso è stata ben organizzata dall’interno stesso della Curia. Non sono uno storico e neppure un filosofo o, peggio ancora, un docente universitario; ma di fronte ad un’affermazione così fortemente convinta mi sono documentato, almeno dal punto di vista del ricordo personale di alcuni “grandi vecchi sacerdoti” che dei misteri della Curia e del Santo Protettore sanno davvero tutto. Mi è stato riferito che le reliquie del Santo sono due, e non una; quella principale è custodita nel busto argenteo della statua in un apposito medaglione, e si tratterebbe di “un dente di San Matteo”; quella secondaria è custodita nel braccio argenteo del Patrono, e si tratterebbe di un osso. Sempre che, ovviamente, da cristiano cattolico non molto praticante, le leggende che alimentano queste due credenze siano vere. Diverso è il caso delle reliquie di San Gregorio VII che furono esplorate e consegnate alla Curia nel 1954 direttamente dal mitico cardinale Alfredo Ildelfonso Schuster di Milano. E allora ? Beh!!, vista l’enormità della bugia, ovvero del silenzio colposo in merito all’esistenza dell’altra reliquia, diffusa dalla Curia viene da pensare che nel Palazzo Arcivescovile alberga una estrema ignoranza dei fatti o che quelli intorno al Presule sono tutti “servi sciocchi”, per non dire altro. Qualche mente eccelsa, in Curia, contando sull’ignoranza del popolo e dei mass media ha ben pensato di ingannare tutti proponendo che in Comune entrasse la reliquia del Santo contenuta nel braccio e non la semplice statua lignea (placcata d’argento) che in termini squisitamente religiosi non rappresenta nulla. E’ stata sufficiente qualche telefonata ben diretta per svelare l’arcano mistero delle troppe insistenze dell’arcivescovo finalizzate alla risoluzione del grosso problema; arcivescovo che va naturalmente assolto da ogni responsabilità che devono ricadere soltanto su tutti quelli che gli stanno intorno e non lo hanno erudito alla bisogna. Dunque esiste una sostanziale differenza tra il braccio e il petto del Santo; il braccio sembra un aggeggio da sventolare ad ogni occasione, mentre il busto rimane il fulcro centrale del culto. A voler essere buoni c’è anche un’altra spiegazione; probabilmente in Curia hanno preferito dare maggiore importanza e valenza religiosa ad un osso anziché ad un dente. Bontà loro !! Naturalmente ci sono anche le bugie dei portatori che non mancherò di elencare in un prossimo articolo.

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