Comunali 2016: Casciello si tira fuori

Aldo Bianchini
SALERNO – Ma cosa si aspettava Gigi Casciello dalla politica ? E, soprattutto, cosa si aspettava da Forza Italia e dal duo Mara Carfagna e Enzo Fasano (un duo che non so fino a quando durerà) ? Anche senza dare risposte a queste due domande potrei concludere il discorso che riguarda un collega, tra l’altro molto bravo e corretto nel suo vero mestiere di giornalista. Io probabilmente lo dico perché avendo scelto da oltre trent’anni di fare il giornalista ho anche deciso di non candidarmi mai, in nessuna circostanza e per nessun partito ed in nessuna associazione. Insomma un giornalista deve fare il giornalista, sempre, e quando decide di fare il salto non può più pensare di ritornare al suo antico mestiere senza rischiare di essere tacciato di partigianeria. Io la penso in questo modo e non cambio facilmente il mio modo di vedere, anche perché condivido pienamente la convinzione più volte espressa da Paolo Mieli (mitico direttore de Il Corriere della Sera): “Il giornalista-giornalista deve sempre stare sull’altra sponda rispetto al potere e deve sempre svolgere la parte del difensore civico, senza preconcetti”. Da qui un’altra mia domanda: Come fa il “giornalista-tipo” idealizzato da Mieli a recitare prima la parte del difensore civico, poi quella del politico, per ritornare semmai a quella del difensore civico ? I rischi di non fare bene nessuna delle due cose è davvero molto elevato; e non me ne voglia l’amico e collega Gigi perché probabilmente il mio modo di vedere le cose potrebbe anche non riguardare direttamente lui, anche se i dubbi rimangono. Difatti Gigi Casciello non è alla sua prima esperienza politica, lo ha ricordato anche lui e lo ribadisco io, già nel 1997 scese in campo con Forza Italia per sfidare l’allora gigantesco Vincenzo De Luca che si avviava a stravincere le elezioni per il suo secondo mandato consecutivo di sindaco di Salerno. Ed ecco che, quasi come quell’esperienza, dopo alcuni anni Gigi sembra aver dimenticato totalmente le fregature che prese in quel periodo e un paio di anni fa si è ributtato nell’agone politico scegliendo sempre i cavalli perdenti se non addirittura inesistenti. Nel 1996, molti non lo ricordano, Gigi Casciello era in predicato per la candidatura alla Camera nell’agro nocerino-sarnese ed aveva già predisposto il suo ufficio elettorale con la stampa di manifesti e volantini, quando gli arrivò addosso la fregatura del cambio di candidato ed al suo posto fu inserito Guido Milanese che venne eletto. Come contentino gli fu affidata, l’anno successivo, la sfida contro il gigante De Luca con cui nessuno voleva competere; e Gigi si buttò nella mischia con grande coraggio e battagliò fino alla fine, senza tentennamenti. Come ampiamente previsto gli andò male ma nessuno nell’allora partito vincente pensò mai di ricompensarlo in qualche maniera e Casciello ritornò a fare il giornalista. I 727 voti che il capoluogo gli ha tributato nelle recenti Regionali non sono nulla rispetto alla mostruosa macchina elettorale di Enzo Fasano, così come l’insipienza politica della Carfagna ha soltanto illuso e poi deluso l’amico giornalista, fino al punto da fargli annunciare l’uscita dal partito fin dal prossimo settembre. Mi meraviglio moltissimo che un giornalista di vaglia come lui abbia impiegato 18 anni per capire che i partiti sono letteralmente nelle mani dei trasformisti, dei voltagabbana, dei moralisti da 60mila euro all’anno per grazie ricevute (soprattutto se donne !!). Gigi Casciello non solo è stato un libero giornalista ma è “un uomo libero”, la sua mancata empatia nei confronti di molti soggetti approdati alla chetichella in Forza Italia era palpabilmente palese, Gigi non era e non è il soggetto che accetta squallidi compromessi, è un personaggio di primo piano che ha il grande pallino per la politica. Tutto qui, probabilmente il suo secondo tentativo di entrare nel mondo dei trasformisti proviene anche da questa sua innata passione, se a questo si aggiunge che lui sicuramente sarà entrato a gamba tesa (e senza compromessi compromettenti) il quadro si delinea ancora meglio nella sua logica composizione. Sono sempre sincero fino in fondo, spesso sbaglio, ma chi pensa sbaglia; il Casciello nella sua ultima versione politica non mi è mai piaciuto (l’ho anche scritto all’indomani della sua decisione di ritornare in FI), non mi è piaciuto il suo ruolo troppo riduttivo rispetto al suo spessore di ottimo direttore di giornali; spero di poter rileggere quanto prima i suoi oculati interventi giornalistici che faranno sicuramente scomparire subito nel buio del tempo quegli scarni comunicati stampa scritti da “portavoce” del partito che non c’è più.

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