DIRTY SOCCER, LA CASSAZIONE SPOSTA IL PROCESSO

La redazione

 

ROMA – La I Sezione Penale della Cassazione ha accolto il ricorso dell’avv. Giovanni Falci, difensore di Ciccarone Antonio, e ha dichiarato l’incompetenza per territorio dell’Autorità Giudiziaria di Catanzaro ordinando la trasmissione degli atti al Giudice di Napoli.

Si chiude così il processo definito Dirty Soccer che a maggio scorso vide coinvolti 79 persone tra dirigenti, allenatori, procuratori, calciatori che finirono nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro su un vorticoso giro di scommesse.

All’epoca la Procura di Catanzaro emise decine di provvedimenti di fermo che consentirono la cattura degli indagati in diverse città di Italia. Tra Questi anche Antonio Ciccarone ex Direttore Sportivo del Neapolis squadra di Mugnano. Dopo la scarcerazione per non convalida del fermo da parte del GIP del Tribunale di Salerno, il Ciccarone come gli altri, venne attinto da una ordinanza cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Catanzaro confermata anche dal Tribunale del Riesame dello stesso capoluogo calabrese. Avverso tale decisione l’avv. Falci proponeva ricorso per cassazione deducendo, oltre l’infondatezza della ipotesi di associazione per delinquere contestata, la incompetenza per territorio dell’A.G. di Catanzaro.

Ieri la decisione degli ermellini che accogliendo la eccezione di incompetenza sollevata dal difensore di Ciccarone hanno di fatto spogliato la Procura di Catanzaro del processo che dovrà essere celebrato dai Giudici di Napoli.

La vicenda ha destato grande clamore nel mondo del calcio che attualmente sta celebrando anche il processo disciplinare presso gli organi della Giustizia Sportiva della FIGC.

La vicenda ora sembra avviarsi verso un ridimensionamento e anche l’ipotesi di associazione per delinquere potrà essere abbandonata dai giudici napoletani chiamati ora ad esprimersi su questa ipotesi di reato.

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