CERTOSA: le contraddizioni dei politici sul caso della diversamente abile

Aldo Bianchini

PADULA – Il fattaccio della “diversamente abile” che striscia carponi sul fondo della scalinata di accesso al portone principale della Certosa di San Lorenzo di Padula come era prevedibile è approdato in Parlamento e sta facendo il giro di tutto il Paese, e anche oltre, grazie alla pubblicizzazione negativa che ha avuto e sta avendo sul web e sui social. Non è una bella immagine che diamo di uno dei più importanti monumenti del territorio salernitano e campano e, soprattutto, consentiamo il perpetrarsi dei soliti luoghi comuni sulla poca capacità dei meridionali di far funzionare le cose facendo sprofondare l’intera comunità di Padula nell’oblio che, certamente, non merita. Al di là delle perplessità, come ho scritto nel precedente articolo, sul comportamento delle persone che accompagnavano la malcapitata e sul fatto di aver consentito che la stessa diversamente abile potesse gattonare per terra senza intervenire minimamente; da persona sensibile come tante altre avrei sicuramente aiutato l’amica o parente sia a salire che a scendere le scale e certamente non le avrei consentito di strisciare per terra in maniera quasi disumana. Se tutto questo non è stato fatto, mi corre l’obbligo di ipotizzare la messa in atto di una strumentale sceneggiata nemmeno tanto ben riuscita se un modesto cronista come me è stato assalito da fortissimi dubbi. Ma quello che oggi interessa sono gli interventi dei tre politici di Padula (il sindaco Imparato, l’assessora Chiappardo e il delegato al turismo Rienzo) che, almeno a mio opinabile giudizio, sono in chiaro contrasto tra loro. Il sindaco Paolo Imparato  auspica addirittura l’accorpamento con Paestum sotto il controllo di un unico direttore (Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Paestum), come se la situazione paestana (al di là delle dichiarazioni rese a Ballarò dal noto direttore) fosse notevolmente migliore di quella padulese in fatto di manutenzione e messa in sicurezza di un patrimonio storico-artistico-paesaggistico-culturale che tra i due siti fa accorrere decine di migliaia di turisti all’anno. Poi c’è la dichiarazione dell’assessora Filomena Chiappardo che (a poco più di un mese dalla sua elezione) se non va alla guerra contro la direttrice Alfinito (del Polo Museale di Napoli che gestisce anche la Certosa) poco ci manca; segno questo di un indomabile senso di rispetto degli altri e dei beni di tutti; tra l’altro ha detto che “La manutenzione, purtroppo, continua ad essere un problema, un bene è di tutti quando può essere davvero fruito da tutti, quando è aperto ed accoglie tutti”. Parole sacrosante che sembrano andare nel verso giusto anche se non aprono ad alcuna risoluzione del problema, non parlano dell’eventuale accorpamento e sottacciono l’esistenza di altri sistemi di accesso più agevolati. La Chiappardo parla di un ascensore che non funziona da tempo mentre il delegato al turismo Settimio Rienzo parla invece di due ascensori perfettamente in uso. Nello specifico Rienzo dichiara: “La Certosa di Padula consente alle persone con disabilità due accessi, uno con l’ascensore a pochi metri dall’entrata principale e uno laterale, un pò più distante, da raggiungere anche in auto. Infine, vi è anche la possibilità di utilizzare un montascale donato alla Certosa da un’associazione locale”. A conti fatti, quindi, in Certosa dovrebbero esserci tre ascensori (di cui uno non funzionante) e un montascale; tutti strumenti tecnologici che se ben utilizzati da tutti gli operatori (e sottolineo da tutti gli operatori !!) non dovrebbero consentire il verificarsi di questi incresciosi episodi. E’ possibile avere dei chiarimenti in merito ? Anche al fine di evitare che la lettura dei tre distinti interventi possa causare disagio e disorientamento tra i numerosi turisti e la gente del luogo. Verrebbe, però, anche da chiedersi dove erano gli operatori e le operatrici turistiche o addirittura le guide turistiche (nel prossimo articolo vedremo quali sono le differenze tra le due mansioni) se una diversamente abile, da turista (lo dice Imparato), può entrare in Certosa senza che nessuno l’accompagni ? e le operatrici turistiche quale tipo di contratto e/o convenzione hanno con il Comune attraverso le loro associazioni di volontariato ? Perché se da un lato il sindaco afferma l’assoluta impossibilità comunale nella gestione del monumento, dall’altro lato lo stesso Comune potrebbe entrare attraverso il volontariato nel sistema di gestione che non è fatto soltanto dai fondi e dai finanziamenti canalizzati verso gli istituti preposti e, davvero, poco funzionanti se è accaduto tutto questo. Qui siamo di fronte ad un sistema complesso che consente di fare tutto e il contrario di tutto. Infatti se il Comune di Padula non ha competenza sul monumento come struttura principale ha, sicuramente, molta competenza su tutti gli spazi esterni e parzialmente anche su quelli interni alla “corte esterna” con pavimentazione molto sconnessa e priva di ogni tipo di passerella; quisquilie, direbbe qualcuno, se si pensa agli stessi uffici comunali ed a quelli della Comunità Montana, così come alle botteghe artigianali, in quei locali sistemati alla meglio in quanto privi di ogni sistema sia di sicurezza che di abbattimento delle naturali barriere architettoniche. Infine, Rienzo allude ad un montascale donato da un’associazione; da chi ed a chi è stato donato e chi lo mette in funzione ? Alla prossima.

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