Global exit: Un filosofo nella tana del Bianconiglio (*)

 

Di Angelo Giubileo

Caro lettore,

t’invito, stavolta espressamente, ad avere pazienza e seguirmi fino alla fine nella mia ri-flessione.

Il mio amico Tommaso ha postato su Facebook un’immagine di Donald Trump che sembra scrutare un orizzonte, il suo, e ha commentato: Alla fine tocca ammetterlo. Hanno vinto i no global. Un altro mondo è possibile. Eccolo.

Global/No Global, ho solo qualche anno in più di Tommaso e nel mio mondo un’affermazione categorica, pertinente ai sistemi di tipo aristotelico, non esiste. Esiste, viceversa, sempre un’altra possibilità; un’ulteriore possibilità, pertinente a un sistema, anche parmenideo, che “dimora”, alla maniera di Heidegger, nel caos dell’essere.

Consideriamo un solo dato, ma essenziale, che conferma una tendenza tra epoche storiche, e quindi del passato, diverse: nell’epoca della più recente globalizzazione, approssimativamente: un miliardo e mezzo di uomini è uscito da uno stato di dichiarata povertà mentre nel contempo la popolazione mondiale è cresciuta di due miliardi d’individui. A una fase di “espansione” del genere umano, sembra seguire ora una fase di “contrazione”, significativamente sul piano spaziale, e a tale proposito Einstein voleva credere in una fine “calda”, per contrazione, anziché “fredda”, per espansione, dell’intero sistema.

Non vorrei tediarti, e quindi arrivo subito a una prima conclusione: niente di nuovo, e quindi potrebbe avere ragione Malthus e a rischio sarebbe il benessere di tutti. Oppure, il potere d’inventiva dell’uomo potrebbe rivelarsi l’arma decisiva e allora avrebbe ragione Emerson e quindi un altro Mozart si profilerebbe ancora all’orizzonte. Ovvero, secondo appunto “il principio di Mozart”, ognuno di noi ha la stessa possibilità di escogitare un’idea geniale, di essere un Mozart in potenza (Cohen, La prosperità del vizio, trad. 2011).

Ogni rappresentazione dicotomica dell’essere ha certamente il difetto di escludere un’altra possibilità, tra l’una e l’altra, e quindi si è detto, a partire dal mio odiato Aristotele, tertium non datur.

Trattando qui in termini di politica dell’essere, nel mio mondo esiste viceversa sempre una terza via, evidentemente fintantoché esiste. Una via di fuga (cfr. Giorgio de Santillana) sia dall’una che dall’altra possibilità, che ciascuna per proprio torna-conto, contrae i confini dell’essere, che in-globa la scelta politica – solo per fare un esempio relativo al secolo scorso – nelle categorie, per tanto ristrette, del socialismo e del liberalismo. Una via piuttosto inter-media, tutt’altro che un ossimoro crociano, piuttosto un ircocervo turatiano & c.

Caro lettore, non vorrei più abusare della tua pazienza, e allora arriverò rapidamente a una seconda conclusione, l’avrai ormai inteso, mai definitiva. Avrai sentito parlare da qualche tempo di internet delle cose; fino a qualche tempo fa, più comunemente, si usava invece l’espressione natura delle cose, E questo, prima di Platone e Aristotele, nel “mondo” (global/no global) che ai loro insegnamenti ha fatto seguito o, meglio, riferimento.

C’è una differenza sostanziale, tra l’internet e la natura delle cose: un computer, quando raccoglie i dati dell’essere, esclude la possibilità che tali numeri esistano o meno nel mondo reale, una questione su cui ci si accapiglia già dall’antichità. Una cosa certa è che quando raccogliamo dei dati siamo in grado soltanto di rilevare numeri interi (n.d.r.: senz’altra possibilità o almeno un’altra possibilità). Che cosa significa? Indipendentemente dalle nostre opinioni personali sull’esistenza della Verità, il caos ci costringe a ripensare che cosa significhi tentare di approssimare la Natura (…) E’ la tua ultima occasione: se rinunci, non ne avrai altre. Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio (…) Il caos è la pillola rossa (Smith, Caos,  trad. 2008).

 

NOTA: Dell’autore-scrittore Angelo Giubileo è consigliabile leggere: 1) “Scritti Politico-Liberali” e “Sulla natura delle cose” (Paguro edizioni).

 

 

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