MONTECARLO APRES TORRACA

 

di Giovanni Falci – (avvocato)

TORRACA – Il 15 e 16 di luglio scorso si è tenuta a Montecarlo, nel Principato di Monaco, una manifestazione definita importante e di grande spessore culturale. Colori, disegni, grandi artisti, una buona causa e il Sovrano di Monaco che si diverte! Tutto questo è stato la prima performance live di street art. Una prima assoluta. Tempi maturi e Alberto Colman con la WSM Event, ha organizzato con la collaborazione artistica di Willem Speerstra, la prima edizione di URBAN PAINTING AROUND THE WORLD portando sul porto Hercule alcuni tra i più importanti artisti di street art, 9 in tutto che hanno interpretato il tema della Protezione degli Oceani.

Gli artisti in parola hanno avuto a disposizione 9 muri effimeri, 6 metri per due, divisibili in tre opere ed hanno iniziato il loro lavoro dal mattino del sabato 15 luglio.

Il giorno successivo il pannelli realizzati sono stati venduti all’asta e il ricavato è stato donato ad una associazione, la FPA2, che si occupa di difesa del mare.

Nonostante il fine settimana caldissimo il pubblico è accorso a vedere questo spettacolo, che a tempo di musica di Radio Monte Carlo ha conquistato tutti. Prossimo appuntamento per il 2018.

Ora che c’entra Torraca con questo evento? C’entra e come; il 16 maggio 2015, due anni prima dell’evento monegasco, la Pro Loco di Torraca ha organizzato “LA FESTA DELLA CERAMICA E DELLA PACE” che è consistita nel far realizzare a quattro artisti ceramisti, Enzo Caruso, Eduardo Giannattasio, Carmine Sorrentino e Venanzio Carlino, altrettanti pannelli di ceramica che poi sono stati affissi sui muri del paese con apprezzamento anche di Vittorio Sgarbi che li ha visionati ad agosto 2015.

Anche a Torraca c’era un tema assegnato (la pace) come a Montecarlo (il mare) e, anche a Torraca il gesto artistico è stato quello dei bambini delle scuole primarie di tutto il golfo di Policastro che hanno fornito agli artisti i loro disegni.

Se si fosse continuato con una seconda e quest’anno terza edizione, oltre ad avere altri pannelli decorativi nel paese, forse si sarebbe potuto anche chiedere un gemellaggio con il Principato e ottenere un finanziamento regionale. In realtà un gemellaggio c’è stato in quella prima e unica edizione, con la Pro Loco di Matera che intervenne con il presidente, l’arch. Luigi Belgrano, alla kermesse.

Sembra una impresa irrealizzabile, ma come diceva Bertrand Russell “gli innocenti non sapevano che il progetto che volevano realizzare era impossibile. E proprio per questo lo realizzarono!”.

Ci vuole il coraggio dei santi e dei grandi: non regolare la vita sul minimo sufficiente, ma puntare verso l’infinito, verso ciò che appunto può apparire come impossibile.

C’è una parola che ai nostri giorni è di molto emarginata, “utopia”. Certo, si sa che non di rado la si è usata come strumento di alienazione e di narcosi per controllare le masse, ma in sé essa è la carica necessaria per vivere, per creare, per amare.

Se tutto si riduce a un mero calcolo o a un modesto quieto vivere, ci si rassegna a un’esistenza grigia e triste. Certamente ad impossibilia nemo tenetur diceva l’antico detto latino: non si è obbligati all’impossibile. Ma guai a non tendere verso l’alto, a non provare un fremito di coraggio. Del resto è la stessa religione che ti fa sperare e correre verso l’eterno e l’infinito, oltre il tempo e lo spazio.

Bisogna investire nella cultura e i dati pubblicati sui fondi erogati dalla regione Campania per eventi culturali lo dimostra.

Che cosa è la cultura? Questa parola e questo concetto oscuro e abusato. Diceva Cesare Brandi che, nonostante il cognome non era di Torraca, ma di Siena, “della cultura non si dà ricetta: ma, poiché la cultura non è l’erudizione, cultura diviene solo quella che, entrando a far parte della conoscenza, accresce la coscienza”.

Essa non è mero accumulo di dati come a volte viene spacciata, è, invece la mobilitazione della coscienza che è simile a un campo fertile che attende non di essere coperto da teli, ma di essere inseminato. E’ un appello alla coscienza perché si attrezzi a giudicare, a scavare nei segreti dell’essere e della vita.

E’ proprio per questo che le dittature tengono i sudditi nell’ignoranza. Hermann Goring, il terribile capo nazista, non esitava a dire: “quando sento qualcuno parlare di cultura, la mano mi corre verso il revolver”.

Anche se siamo in uno Stato libero, molti sono i condizionamenti (televisione, pubblicità, moda) che vogliono costringerci a poche idee e alla superficialità impedendoci di comprendere veramente e di giudicare, e comprendere anche che cultura si concilia con economia che non si fa solo con birre e pizzette, anch’esse necessarie, ma non finanziate dalla Regione.

 

 

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