Il paradosso dell’olio exstravergine di oliva italiano

Di Gabriele Cavallaro (Consulente finanziaro)

SALERNO – Come si sa l’Italia e il sud in particolare sono considerati nel mondo la patria della dieta mediterranea.Un modello nutrizionale ispirato ai modelli alimentari diffusi in alcuni paesi del bacino mediterraneo che si basa su alimenti tradizionalmente consumati in una proporzione che privilegia cereali, frutta, verdura, semi, olio di oliva Chi verificò l’efficacia di tale dieta attraverso una vasta ricerca svolta su 12.000 persone di sette paesi, fu il fisiologo statunitense Ancel Keys (1904 – 2004) che per molto tempo soggiornò in una villa ad Acciaroli nel Cilento.
Sulla base di questi studi la dieta mediterranea è stata dichiarata bene dell’umanità dall’Unesco.
Un riconoscimento così ambito ed importante sul piano internazionale dovrebbe rappresentare per i prodotti del paniere della dieta mediterranea un volano di crescita economica.
Da un lato occorrebbe sostenere iniziative imprenditoriali in grado di alimentare un mercato sempre più esigente dal punto di vista della sana alimentazione e della qualità della vita e dall’altro lo Stato e l’Ue dovrebbero proteggere attraverso gli accordi commerciali internazionali questi prodotti dalle contraffazioni.
L’inchiesta di Marco Esposito su Il Mattino in vista della ratifica da parte del parlamento italiano dell’accordo commerciale internazionale denominato Ceta (accordo commerciale tra Ue e Canada) e delle relative polemiche in corso, dimostra che anche su un tema come questo la classe politica dirigente italiana si dimostra poco attenta e preparata nell’ambito degli accordi commerciali tra la Ue e gli altri partner internazionali .Nel Ceta (già ratificato dal parlamento europeo dove non dimentichiamo siedono anche i parlamentari eletti nel Sud) contro la falsificazione dei prodotti su 52 prodotti italiani inseriti solo 4 prodotti del Sud( tra cui la mozzarella di bufala ed il pecorino sardo) escludendo vini, olio exstravergine, formaggi e pasta.

Il paradosso più evidente rimane però quello dell’olio exstravergine di Oliva la cui domanda mondiale cresce in modo esponenziale ma l’Italia nelle esportazioni è stata superata dalla Spagna.
La Spagna al contrario dell’Italia si è premurata quando sono stati decisi gli elenchi dei prodotti da proteggere , nell’ambito degli accordi commerciali internazionali, di far inserire ben 14 qualità di olio exstravergine a fronte di 4 produzioni del veneto indicate dall’Italia (1% della produzione nazioiale) rappresentata dal Ministro dell’Agricoltura dell’epoca l’attuale governatore il leghista Zaia.
Quando si parla di Olio di oliva exstravergine nel mondo si parla di olio italiano ma la Spagna non solo attraverso una attenta presenza in sede comunitaria nell’ambito degli accordi commerciali internazionali ma anche attraverso l’acquisizione di marchi storici italiani della produzione di olio exstravergine come Bertolli e Carapelli è riuscita anche utilizzando il nostro nome a scalzarci nel mondo.
Cosa si potrebbe fare?
A parte i problemi di ordine generale che vedono i ministri dell’agricoltura cambiare come cambiano i governi si dovrebbe quanto meno studiare i problemi ed essere preparati nelle sedi internazionali dove si decide per difendere il made in Italy che rappresenta una della poche opportunità dell’Italia per uscire con successo e decisione dalla crisi economica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *