Gaspare Russo: la storia del “compost” scaricato a mare

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Nell’ultimo incontro avuto con l’avv. Gaspare Russo (già sindaco di Salerno e già presidente della Regione Campania) è venuta alla luce una circostanza abbastanza inquietante circa il deposito in mare del “compost” prodotto dall’ex inceneritore dei rifiuti effettuato presso l’impianto di Cupa Siglia (sito di Ostaglio) e poi buttati letteralmente nel mare.

Presidente, ritorniamo sul tema dei rifiuti. Precisamente alla storia dell’inceneritore in loc. Cupa Siglia che lei stesso implementò nella lavorazione originaria. Qual è la vera verità ?

  • Bisogna rifarne la storia. Il Consiglio Comunale di Salerno del 5 ottobre 1965 stabilì di costruire un impianto di “trattamento dei rifiuti solidi urbani, domestici e stradali” e la progettazione dell’opera mediante un appalto concorso. Con la delibera n. 398 del 18 ottobre 1966 approvò l’operato della Commissione Aggiudicatrice dell’appalto concorso, che fu aggiudicato alla impresa TECNITALIA s.p.a. di Firenze per la fornitura e la messa in opera dell’impianto, finanziato con delibera n. 349/A e 349/B del 26 luglio 1968. I lavori di costruzione dell’impianto vennero affidati con contratto dell’11 luglio 1969. L’opera fu finanziata in parte direttamente dal Comune e con un mutuo concesso dall’ISVEIMER (l’istituto per lo sviluppo del mezzogiorno). L’impianto venne sito nella zona denominata “Cupa Siglia”, una zona compresa tra l’autostrada Sa/Rc e la strada provinciale n. 266 Ostaglio-S.Mango. L’impianto e l’acquisizione e sistemazione delle aree esterne furono proporzionate non soltanto per soddisfare il fabbisogno dello smaltimento dei rifiuti cittadini, ma tenendo presente gli aumenti dei consumi anche di Comuni confinanti. Nel 1971, sindacato Russo, il Consiglio Comunale promosse la costituzione di un consorzio di sei Comuni confinanti (Pontecagnano, Pellezzano, San Mango Piemonte, San Cipriano Picentino, Castiglione del Genovesi) e lo schema di statuto per la costituzione del “Consorzio Intercomunale”. Successivamente, il 19 novembre 1973, il Consiglio regionale approvò la Legge Regionale n. 23 in materia di realizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti.

Presidente, come era questa legge ?

  • Una legge ottima, che sfortunatamente fu poco applicata e in anni successivi cancellata.

Quando l’impianto cominciò a funzionare ?

  • Dopo le complesse procedure relative all’affidamento, alla costruzione, ai collaudi due o tre anni dopo, cioè nel 1972. L’impianto originario era stato realizzato su un’area della superficie di mq. 17.600. Durante la mia amministrazione fu adottata una variante al PRG (piano regolatore generale) con il vincolo di destinazione ad impianti tecnici su una ulteriore area attigua di 62.000 mq. Con la Legge Regionale n. 23/1973 la Regione approvò un piano quinquennale di localizzazione degli impianti, con la creazione obbligatoria (?) di Consorzi Intercomunali.

Presidente, ma il piano quinquennale riguardava tutta la Regione e da chi fu eseguito ?

  • SI, riguardava tutta la Regione, ma la legge non ebbe esecuzione per la mancanza di volontà in tutti i Comuni regionali. Successivamente fu cambiata con altre leggi regionali, che nemmeno ebbero esecuzione.

Dunque il disastro dei rifiuti viene da molto lontano ?

  • Purtroppo si.

E a Salerno, presidente, cosa successe ?

  • Durante le amministrazioni Menna e Russo fu costruito l’impianto di trasformazione dei rifiuti e fu messo anche in funzione. L’amministrazione Russo in esecuzione del piano quinquennale promosse anche la costituzione del Consorzio Intercomunale riguardante Salerno e gli altri cinque comuni come previsto dalla legge. Purtroppo nessuno dei cinque comuni limitrofi volle aderire.

E allora cosa accadde ?

  • Il Comune di Salerno mise in funzione l’impianto costruito a Cupa Siglia, affidato come già detto alla TECNITALIA spa con un contratto triennale di gestione, che è stato l’ultimo atto dell’amministrazione del sindaco Gaspare Russo.

Nei tre anni della gestione, post sindacato Russo, cosa è accaduto ?

  • L’impianto di trasformazione dei rifiuti, messo in funzione, produceva un “compost”, che risultò inutilizzabile a causa della qualità dei rifiuti conferiti. Esaurite le possibilità di stoccaggio al coperto ed allo scoperto, i sindaci succeduti a Russo se ne liberarono attraverso l’ampliamento a mare della strada litoranea, da Torre Angellara al fiume Fuorni. Ma questo lo chiarirò nella prossima puntata.

 

N.B.: le foto mostrano la firma del contratto con la Tecnitalia spa

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