Coronavirus: “don Alessandro” il primo morto del Vallo di Diano … ora tutti zitti

Aldo Bianchini

Don Alessandro Brignone

SALERNO – La disperazione dei genitori di “don Alessandro Brignone”, manifestatami alle prime luci della mattina di ieri da un caro comune amico (i genitori vivono a Salerno), mi induce ad una riflessione di fondo su tutto quello che è accaduto e che, palesemente, poteva non accadere se tutte le norme di sicurezza contro il contagio da Covid-19 fossero state strettamente seguite dai coorganizzatori dei raduni del Cammino Neocatecumenale che non dovevano essere organizzati.

Affermo questo con forza anche alla luce del fatto che due testate giornalistiche importanti (Fanpage.it e Il Mattino), ma anche quelle locali, danno per scontato che “don Alessandro” aveva contratto il contagio durante i raduni che organizzava lui stesso e che a quei raduni di Atena e di Sala c’erano tutti quelli che il governatore De Luca si accinge a denunciare.

 

Adesso, fatelo per carità, dopo che “don Alessandro” ha chiuso gli occhi per sempre ed il suo corpo si avvia verso la cremazione senza che i suoi genitori abbiano avuto la possibilità di accarezzarlo per l’ultima volta ma neppure di vederlo, tutti quelli che, in un modo o nell’altro, hanno preso parte a quei raduni, per favore, stessero zitti e non si permettessero più di abbozzare la benché minima difesa come hanno già tentato goffamente di fare con un ridicolo comunicato stampa del qualche giorno fa.

Deve zittire prima di tutti il sacerdote di Monte San Giacomo che ha prodotto, anche sul piano della comunicazione, quei raduni che non si potevano fare; quel sacerdote che per le sue attività romane rischia adesso di inquinare anche la capitale.

Devono zittire anche gli adepti di quei gruppi di preghiera, legati ai salesiani di Salerno, che hanno preso parte ai raduni e che ora rischiano di inquinare molti ambienti di Salerno.

Stessero zitti tutti quegli incoscienti che si sono recati in visita a quell’uomo di Bellizzi, Raffaele Citro, (poi morto) che aveva partecipato ai raduni di Atena e Sala (fonte Il Mattino) e che con loro avevano trascinato anche “don Alessandro”; quegli incoscienti che, oltretutto, si erano anche recati presso l’ospedale di Villa d’Agri per fare visita all’altro cittadino salese contagiato.

Deve zittire quel medico pneumologo di Moliterno, incosciente, che si era precipitato a Milano in auto con la moglie per andare a recuperare la figlia universitaria e che sempre improvvidamente aveva ricoverato la moglie in ospedale a Villa d’Agri senza precauzione alcuna anche dopo aver scoperto che tutti e tre erano contagiati. Incredibilmente vergognoso. Anche perché l’ospedale di Villa d’Agri sembra essere diventato d’improvviso il fulcro del contagio da cui guardarsi; difatti ben due ordinanze sindacali (una di Sala Consilina e l’altra di Moliterno) obbligano tutti quelli che in maniera diretta o indiretta hanno avuto a che fare con quel nosocomio ad autodenunciarsi.

Devono stare zitti anche tutti quegli sconsiderati che dai paesi vicini hanno preso parte ai raduni neocatecumenali di Atena e Sala Consilina ben sapendo di non poterlo fare e pensando, forse, che il solo professare una fidelizzazione pseudo religiosa possa dare il nulla osta per qualsiasi azione aggregativa in barba a tutte le leggi.

Don Alessandro Brignone

Deve stare anche zitto il sindaco di Atena Lucana che, dopo aver sottoscritto il documento emanato dalla Conferenza dei Sindaci del Distretto n.72, non si è accorto che sul suo territorio quelle disposizioni venivano violate pesantemente per ben due volte.

Deve stare zitto, ovviamente, anche il capo della Chiesa della diocesi di Teggiano-Policastro che, balbettando, ha cercato di giustificare quelle riunioni nel tentativo stolto di dare alle stesse il marchio della legittimità.

Alla fine tutti, proprio tutti, anche coloro che come noi hanno soltanto assistito da spettatori, devono stare zitti non fosse altro che per onorare la memoria di un sacerdote e per rispettare l’immenso dolore che da diverse ore sta travolgendo i genitori e la famiglia di “don Alessandro”.

 

La sciagura è enorme, per un sacerdote che non possono aprirsi le porte della Chiesa per celebrare i suoi funerali è quanto di più devastante che si ripercuote anche sui genitori e sui familiari che hanno vissuto tutti insieme la vita di quel figlio che aveva donato se stesso a Dio ed all’amore per il prossimo; lo stesso amore che lo aveva portato al capezzale dell’uomo di Bellizzi per offrirgli, forse, l’ultimo conforto.

L’unica cosa positiva della giornata di ieri è stata la presenza televisiva del sindaco di Sala Consilina, avv. Francesco Cavallone, che nel corso della trasmissione “Agorà” di Rai/3, ha cercato di tenere dritto il timone della fermezza e della legalità.

 

Ora per l’intero Vallo di Diano ed anche per la Val d’Agri si aprono le porte di un lungo periodo molto difficile; sicuramente le misure interdittive si inaspriranno con  la speranza che tutto si fermi prima di altri dolorosi momenti.

One thought on “Coronavirus: “don Alessandro” il primo morto del Vallo di Diano … ora tutti zitti

  1. Venerdì 20 Marzo 2020, il Sindaco di Caggiano (SA), Modesto Lamattina e i volontari della Pubblica assistenza Gopi – Protezione Civile Anpas, hanno pregato insieme ai fedeli e deposto sul sagrato della chiesa di Sant’Antonio a Caggiano (SA), una pianta per per la scomparsa,nel giorno di San Giuseppe, del giovane Parroco di Caggiano(SA),dal 2011, don Alessandro Brignone,originario della comunità religiosa di Torrione di Salerno, ”SACERDOTE DEL DIALOGO E DEI GIOVANI”.
    Un grande lutto che ha colpito non solo le comunità di Caggiano , Salvitelle e Torrione ma dell’intera Valle del Tanagro e le popolazioni del Vallo di Diano e del Salernitano.Al cordoglio dei fedeli si è aggiunto il messaggio dell’Arcivescovo- metropolita di Salerno,sua eccellenza Andrea Bellandi e del Vescovo di Teggiano-Policastro,Mons. Padre Antonio De Luca.
    SENTITE CONDOGLIANZE ALLA FAMIGLIA DI DON ALESSANDRO.

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