CILENTO: progettualità e coesione, cultura e lavoro

 

da Nicola Femminella

 

Prof. Nicola Femminella

Ho colto in questi giorni alcune notizie riguardanti l’attività amministrativa nei comuni cilentani. Risalta quella  dell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento, composta da Agropoli, Capaccio, Cicerale, Laureana Cilento, Lustra, Perdifumo, Prignano Cilento, Rutino e Torchiara. Mi sembra di poter dire che i suoi sindaci con i propri collaboratori esaltano il mandato ricevuto dagli elettori con iniziative meritevoli, correlate alle aspettative delle comunità che li hanno eletti. L’argomento è uno dei capisaldi della democrazia rappresentativa che, se attuata, cura e procura traguardi positivi alle comunità. E le iniziative che L’Unione mette in cantiere si succedono l’una dopo l’altra incessantemente, prefigurando una progettualità ancorata alla conoscenza e allo studio dell’area in cui operano, calibrata sulle sue vocazioni e in linea con esigenze imposte dai tempi che incedono, assumendo deliberati indotti anche dalle opportunità politiche suggerite dalle determinazioni legislative delle istituzioni superiori. A queste ultime si rivolgono con progetti e decisioni coerenti e in linea con i finanziamenti erogabili dalle contingenze politiche. Nella loro azione amministrativa risiedono sicuramente l’amore per il Cilento e l’ambizione di farlo crescere. Inoltre, lo conoscono bene, ne sanno interpretare i bisogni e nutrono la speranza che cessi di essere flagellato dalla fuga dei giovani verso paesi lontani. Immaginano un futuro prossimo nel quale i loro figli siano trattenuti nei propri borghi dalla possibilità di trovarvi uno spazio lavorativo. Conosco Franco Alfieri, sindaco di Paestum-Capaccio e so che questi pensieri animano la passione politica che l’accompagna, perché spesso me ne ha parlato con accenti sinceri. È il presidente dell’Unione e sa indirizzare l’azione e gli intenti dei colleghi. Insieme mi sembra che abbiano scelto come stella polare del proprio operato amministrativo due slogan, ciascuno costituito da due parole: progettualità e coesione, cultura e lavoro. Non c’è cultura se manca il lavoro, non c’è progettualità se manca l’unione tra coloro che devono redigerla. Sono le parole che stiamo declinando ostinatamente sulla nostra testata da tempo ormai, perché sono, è la nostra modesta opinione, i quattro cavalieri che possono combattere lo spopolamento nel Cilento con la possibilità di averla vinta.

E vengo alle notizie apprese nei giorni scorsi, relative ad alcune iniziative, dopo aver ricordato qui quelle di ampio respiro, promosse da Alfieri e destinate ad ampliare l’immagine della costa cilentana in Italia: Paestum Alto Cilento capitale della Cultura, la Mostra nazionale del Libro, la pista ciclabile Salerno-Agropoli.

La prima riguarda un progetto denominato Patto territoriale Magna Graecia, presentato al Ministero dello Sviluppo Economico dall’Unione dei Comuni per un importo di 10 milioni di euro. Riguarda un’area industriale sovracomunale di 222 ettari situata nei territori di Capaccio Paestum, Agropoli, Giungano, Cicerale e Ogliastro Cilento, attigua al Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano Alburni. Il piano di sviluppo del progetto prevede due obiettivi: 1) l’allestimento di una zona strutturata e attrezzata su un modello in grado di attrarre imprese e aziende che possano potenziare la richiesta di manodopera di vari livelli e qualifiche. Un’area che attiri imprenditori, garantendo convenienze economiche e logistiche a gruppi che intendono investire nell’universo della produzione industriale e in altri settori, dotata di servizi e infrastrutture in linea con i regolamenti e le garanzie nel campo della salvaguardia dell’ambiente e compatibile con la vocazione agricola e turistica dell’intero comprensorio, 2) Creare un richiamo convincente per delocalizzare in questa area altre realtà produttive sorte nei territori compresi nel Parco, che, è noto, pone giustamente limiti e vincoli per la tutela di un territorio di alto profilo naturalistico, storico e artistico, talvolta in contrasto con le esigenze di insediamenti produttivi. Un’area industriale ben elaborata e una pianificazione condivisa e perfettamente allineata sui parametri a salvaguardia dell’ambiente, anche per sfuggire a divieti e legacci che spesso fanno desistere coloro che vogliono fare impresa nel sud.

Lo precisa Franco Alfieri in una sua dichiarazione a riguardo:

“Con il piano di infrastrutturazione dell’area industriale dell’Unione dei Comuni che abbiamo presentato al Ministero dello sviluppo economico, puntiamo a rendere ancora più appetibile un’area che, attirando le imprese, può rappresentare una grande occasione di sviluppo per i Comuni dell’Unione e non solo. Oltre ai Comuni dell’Unione, anche tanti altri Comuni del Parco, infatti, potranno tener conto di quest’area nelle loro programmazioni urbanistiche evitando di realizzare sul territorio aree incompatibili con la tutela ambientale e paesaggistica. Ancora una volta dimostriamo come mettere insieme le forze, fare unione appunto, sia un modo per affrontare e vincere sfide ambiziose e troppo grandi se portate avanti da soli”

La seconda iniziativa parte dal convincimento che il Cilento è una terra antica dove la storia ha stratificato consistenze storiche fin da quando ha visto la presenza dell’uomo circa 40.000 anni addietro. I siti archeologici raccontano eventi e presenze di popoli qui residenti e di altri, giunti dalle sponde del Mediterraneo. Essi hanno creato stili di vita e di pensiero, sistemi di governo e di produzioni, formati in secoli di storia trascorsa, componendo una identità dai contorni originali e di sommo interesse per gli studiosi di varie discipline. È opportuno che tale patrimonio venga rappresentato e valorizzato con iniziative che siano di supporto per accrescere l’immagine del nostro territorio. Da qui uno spazio, una istituzione, che faccia da laboratorio, dove tale patrimonio immateriale possa avere le sue esposizioni, celebrando ogni anno un Festival della Cultura Immateriale. Organizzato dall’Unione dei Comuni di cui ho parlato, il 22 febbraio si è tenuto un incontro organizzato con l’ICPI e l’UNPLI, con l’intento di mettere in mostra e tutelare tutto il patrimonio materiale e immateriale sedimentato e presente nel Cilento. Nel corso dell’anno, eventi, archivi e biblioteche, progetti, giornate nazionali a tema, commemorazioni ed evocazioni e ogni altra manifestazione per focalizzare i tratti della nostra identità.

È stato anche firmato un accordo di programma tra L’unione e l’ICPI; è questo un organismo che dipende dal Ministero della Cultura con la mission di dare lustro, in Italia e all’estero, ai beni culturali demoetnoantropologici, materiali e immateriali, ed esaltare le espressioni delle diversità culturali presenti sul territorio. Svolge attività di studio e divulgazione, d’intesa con università e centri prestigiosi di ricerca.

La terza iniziativa prevede la costituzione   del Primo Forum giovanile dell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento per istituire un organismo stabile che sia crogiuolo efficace di aggregazione e impegno comune dei giovani inseriti nei forum dei singoli paesi. Anche qui un organismo per rendere i giovani uniti e costruttori di proposte per la crescita del proprio territorio. Dare loro una voce forte e autorevole con la certezza di essere ascoltata dalle autorità comprensoriali.  Saranno loro a gestire il progetto Capitale italiana della Cultura 2024, se arriverà a buon fine…”supporterà l’organizzazione e collaborerà a una serie di iniziative di formazione, di protagonismo giovanile, di cittadinanza attiva, di sensibilizzare all’ecosostenibilità, di innovazione ed identità locale, realizzando masterclass, corsi di formazione e seminari che favoriscano anche incontri con realtà nazionali ed internazionali. Per noi i giovani sono custodi della bellezza e, in quanto tali, saranno protagonisti anche in tutte le azioni delle altre colonne… ll Forum giovanile dell’Unione, primo del Sud Italia, sarà l’occasione – conclude Alfieri –  per continuare a crescere ancor di più”.

 

 

 

 

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