SACRO CUORE: l’Istituto scolastico delle suore nella tempesta delle polemiche

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Non me ne voglia nessuno, ma l’unico che ha detto una cosa sensata è, per me, senza dubbio il consigliere comunale di Popolari e Moderati GIUSEPPE ZITAROSA che ha dimostrato senso di responsabilità e molta sensibilità ed attenzione nei confronti di un’impresa di costruzioni (tra le maggior ed anche più titolate della città e della provincia) che è stata messa alla gogna, e senza ritegno addirittura buttata nel cesso, ancor prima di capire e di accertare cosa sia accaduto.

 

 

Zitarosa è andato giustamente contro corrente ed in un certo senso anche in direzione opposta da quello del suo segretario provinciale Salzano, a lui probabilmente non interessa il facile consenso ai fini elettorali, ed ha posto domande certe e comprensibili partendo dal fatto, ancora tutto da provare, che dai lavori di abbattimento dello stabile e della cappelle dell’ex Istituto Scolastico gestito dalle suore per oltre sessant’anni in Via Volontari della Libertà a Torrione ci siano state e ci siano esalazioni venefiche dovute alla liberazione nell’etere di polvere di amianto.

Insieme a lui, ma in misura minore, anche l’avv. Alfonso Angrisani (probabile presidente del nascente comitato civico a tutela della salubrità della zona in cui insiste anche l’edificio scolastico Matteo Mari che rischia di dover chiudere battenti) ci è andato cauto ponendo in risalto alcuni problemi di fondo, anziché cavalcare il facile populismo qualunquista. Ma Angrisani tira in ballo l’assessore alla trasparenza, Claudio Tringali, ricordandogli le sue potenziali possibilità di intervento.

Sembra incredibile, difatti, che una impresa notoriamente seria possa aver commesso volontariamente una simile violazione (probabile abbattimento di due canne fumarie in eternit) in dispregio delle numerose leggi che tutelano l’ambiente e con esso l’incolumità fisica della gente.

Se vero, prima ancora di condannare sarà necessario andare alla radice del problema per scoprire cosa abbia potuto condizionare la eventuale corretta esecuzione dell’opera di abbattimento che, già in se, è sempre un’opera molto più difficile rispetto all’innalzamento di un fabbricato: Disattenzione, errata valutazione dell’impatto ambientale, spocchiosa sicurezza di farla franca o speculare interesse economico per superare i costi onerosi dello smaltimento di sostanze presumibilmente tossiche ed inquinanti ?

Non c’è altra strada investigativa per gli inquirenti già incaricati dalla Procura che ha, giustamente, disposto il sequestro preventivo del cantiere sulla base degli eventuali ricorsi (anche anonimi) che hanno segnalato il probabile illegale abbattimento delle due canne fumarie.

Ci sono altre due possibilità di indagine; una per l’impresa e l’altra per la Procura.

Nei panni del titolare dell’impresa darei il via ad una seria indagine interna al fine di valutare lo spessore professionale del lavoro svolto da ingegneri, tecnici e maestranze incaricati della demolizione in pieno centro urbano ed a qualche metro di distanza dalle scuole elementari; un’attività che h prodotto numerose segnalazioni alle competenti Autorità, anche quella Giudiziaria. Insomma, per dirla tutta: “E’ mai possibile che un’impresa che investe alcuni milioni di euro si perda poi per una decina di migliaia di euro necessari per lo smaltimento di rifiuti tossici ?

La Procura, dal canto suo, andrà anche alla fonte del problema per accertare le responsabilità a carico delle “monache” ed alle ditte che, anni fa, hanno realizzato i lavori di sistemazione delle canne fumarie senza i regolari permessi, forse.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *