AMERICA: la sfida delle armi

 

Aldo Bianchini

PALM BEACH (U.S.A.) – L’America attonita e di nuovo a confronto con il problema delle armi accessibili quasi a tutti; confronto ancora più aspro dopo l’ennesima ed ultima (in ordine di tempo) strage in una scuola.

Quattordici lunghissimi minuti. Tanto è durato l’assalto Convent School di Nashville dove Audrey Elizabeth Hale, 28 anni, ha compiuto la strage che ha spezzato la vita a tre bambini di 9 anni, la preside, il custode e una supplente. Nel conflitto a fuoco è rimasta uccisa anche la killer, ripresa dalle telecamere a circuito chiuso della scuola e rilasciate dalla polizia nella notte.

Dopo la strage ecco l’ennesimo ed inutile editto di un presidente americano che parla di una legge speciale che dovrebbe limitare l’acquisto e l’uso delle armi. Difatti il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito “ripugnante” la sparatoria di Nashville, aggiungendo che la violenza delle armi sta lacerando “l’anima” degli Stati Uniti. “È semplicemente nauseante”, ha dichiarato il presidente americano dalla Casa Bianca. La violenza è “una lacerazione dell’anima della nostra nazione”, ha detto, elogiando la risposta della polizia e chiedendo ancora una volta al Congresso di vietare i fucili d’assalto.

Questa la cronaca succinta della strage che lascia spazio alla retorica domanda di sempre: “Come è possibile acquistare armi normali e da guerra in una nazione così civile e come mai non si riesce a porre fine a questo fenomeno?”.

Cercherò di spiegarlo, dal mio punto di vista, in poche parole.

Le due foto pubblicate ritraggono il sottoscritto in un negozio di armi di Palm Beach (dove mi trovo in questi giorni) per l’acquisto di un fucile e una pistola; ovviamente non per me che sono cittadino italiano ed occasionalmente in America, ma per il mio accompagnatore che non è ancora cittadino americano ed ha, però, la carta verde che è una sorta di pre-cittadinanza. Quindi basta essere cittadino americano o avere la carta verde per accedere all’acquisto di armi. Per entrare nel negozio abbiamo dovuto fare la fila ed all’uscita avevamo un fucile a pompa (che vedete nella foto) ed una pistola .475 Wildey Magnum.

Ad apposita domanda il gestore dell’armeria mi ha detto che dopo ogni strage la fila davanti al suo negozio aumenta a dismisura.

In Italia ho avuto, nel novembre scorso, necessità di spostare una piccola pistola “beretta 22” (regolarmente dichiarata e posseduta da oltre trent’anni) da una abitazione ad un’altra; ci sono voluti oltre due mesi per ottenere dalla Questura l’autorizzazione al semplice trasporto.

In America l’indotto commerciale per la costruzione e la vendita delle armi è una delle fonti principali del PIL e poi c’è quel benedetto 2° emendamento che garantisce la difesa personale a tutti gli americani.

Ecco perché anche questa volta l’appello di Biden cadrà nel vuoto.

 

 

 

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